stoccolma

Il Nobel per la letteratura a Olga Tokarczuk e Peter Handke

Il premio allo scrittore austriaco «per l’ingegnosità linguistica con cui ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana». Quello alla scrittrice polacca «per la sua immaginazione narrativa»

di Stefano Biolchini

6' di lettura

Il premio Nobel per la Letteratura 2018 va a Olga ToKarczuk, quello del 2019 a Peter Handke. Il premio Nobel per la letteratura 2019 si legge nella motivazione è stato assegnato allo scrittore austriaco Peter Handke «per un lavoro influente che con ingegnosità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell'esperienza umana».

Il Nobel 2018 per la Letteratura è andato invece alla scrittrice polacca Olga Tokarczuk «per la sua immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta l'andare al di là dei confini come forma di vita». Si tratta della quindicesima autrice ad averlo vinto. La scrittrice ha avuto la notizia del Premio mentre era sulla sua automobile, in Germania, e stava guidando verso Francoforte.

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Originaria di Sulechów, vicino a Zielona Góra, dove è nata il 29 gennaio 1962, Olga Tokarczuk, è una delle scrittrici polacche più famose della sua generazione ed è una grande viaggiatrice. Poetessa oltre che narratrice, con il romanzo “I vagabondi”, pubblicato in Italia da Bompiani, è stata la prima polacca a vincere l'International Man Booker Prize nel 2018. «Oggi il libro è una sorta di epitaffio a un grande mondo aperto che non c'è più. Non parlo infatti di immigrati, perché è stato scritto sulla soglia del grande cambiamento» raccontava in proposito la scrittrice che ha scritto questo libro 12 anni fa. In Italia sono usciti tra l'altro per E/O “Dio, il tempo, gli uomini e gli angeli” pubblicato poi da Nottetempo con il titolo “Nella quiete del tempo” e per Fahrenheit 451 “Casa di giorno, casa di notte”. Laureata in psicologia, si considera una discepola di Carl Gustav Jung e la sua formazione si riflette nelle sue opere. La Tokarczuk ora è impegnata a scrivere un “romanzo epico” dedicato ai luoghi in cui vive, la Bassa Slesia. Entro Natale 2019, tornerà nelle librerie italiane il thriller moralistico ed ecologista già uscito per Nottetempo “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti” che vede un'astrologa attivista spiegare una serie di decessi di uomini, in una zona rurale polacca, con la vendetta degli animali selvatici contro i cacciatori. Il libro è stato portato sul grande schermo da Agnieszka Holland nel film Pokot del 2017. Bompiani annuncia l'uscita nel 2021 del monumentale “I libri di Jakob” del 2014, ambientato nella Polonia del XVIII secolo che affronta un episodio della storia ebraica. In Polonia è stato descritto come “anti-Sienkiewicz” e ha provocato un'ondata di critiche e odio sul web da parte della destra estrema.

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Peter Handke è nato a Griffen, in Carinzia, il 6 dicembre del 1942 da padre austriaco e da madre slovena. Handke, che vive in Francia a Chaville, più volte nella lista dei favoriti al prestigioso premio svedese, si è sempre distinto per il suo spirito polemico, tanto da continuare a ripetere «la narrativa è eterna, ma forse è vero, il romanzo è morto». Ma anche per aver chiesto di abolire il premio stesso. La madre morì suicida nel 1971, evento che ha segnato senza dubbio la sua vita, poi raccontato nel romanzo “L'Infelicità senza desideri”. Ha studiato giurisprudenza all'Università di Graz, ma senza mai laurearsi sia per il suo spirito critico sia per l'impegno precoce nella letteratura, nel teatro, poi con racconti, romanzi, saggi, poesie e diari. Nel 1966, a soli 23 anni, l'opera “Insulti al pubblico” ha reso famoso Handke. Per il cinema “Il cielo sopra Berlino” è nato dalla collaborazione con Wim Wenders che ha anche tratto un film dal suo romanzo “Prima del calcio di rigore”. Nel 1966 si è trasferito a Princeton, negli Stati Uniti, da dove è tornato in Europa per dedicarsi alla letteratura d'avanguardia. Nel 2016 ha ricevuto in Italia il premio Scanno ed ha diviso metà del compenso con i terremotati del 24 agosto. Oggi, l'autore, drammaturgo e traduttore carinziano, è uno dei più importanti scrittori di lingua tedesca. Handke suscitò scalpore per il suo schierarsi apertamente a favore della Serbia durante la guerra serbo-bosniaca.

Nel 2014 Handke, in occasione dell'assegnazione del Nobel per la letteratura al francese Patrick Modiano, dopo aver dispensato grandi complimenti al collega, si espresse con parole molto dure nei confronti del Nobel e propose anzi di abolirlo. «Modiano è davvero un autore notevole con un'opera unica», affermò, aggiungendo che il riconoscimento, con la sua “falsa canonizzazione” della letteratura, non porta nulla di buono: «Il Premio Nobel andrebbe finalmente abolito», disse Handke in una dichiarazione all'agenzia austriaca Apa. Secondo lo scrittore austriaco, autore di capolavori come i romanzi “Breve lettera del lungo addio”, “Infelicità senza desideri”, il Nobel porta «un momento di attenzione, nelle pagine dei giornali», ma per la lettura non porta nulla.

Handke aveva altresì ammesso che l'essere stato inserito nella rosa dei candidati al Nobel non lo aveva lasciato indifferente: «certo che ti prende, ti infastidisce, e allora ti infastidisci con te stesso perché ci pensi: è una cosa così indegna e al contempo si diventa per un po' se stessi indegni».
Nel primo semestre 2020 uscirà in Italia il suo nuovo romanzo «La ladra di frutta» ha annunciato Luigi Brioschi, presidente Guanda, commentando l'assegnazione del Nobel per la Letteratura 2019 allo scrittore austriaco.

«E' stata una decisione molto coraggiosa» ha commentato Handke, dicendosi «stupefatto» per la notizia: «Non avevo speranze, non sapevo di essere nella rosa». E ancora: «Non avrei mai pensato che mi avrebbero scelto, ma non mi sento isolato assolutamente, a volte mi piace anche il rumore, dipende da quale». E ancora: “Ricordo quello che è successo quando scrivevo della guerra civile jugoslava: c'è stato molto rumore.

Per questo è stata una decisione molto coraggiosa», ha detto Handke rispondendo alla folla di giornalisti raccolti davanti alla sua abitazione. Evidente il riferimento alle sue posizioni pro-Serbia durante la guerra serbo-bosniaca e al discorso tenuto al funerale dell'ex presidente Milosevic nel 2006. «E' un delitto aver parlato al funerale?», gli è stato chiesto. «Non ho nulla da cambiare, la mia natura è la mia natura». E ancora: «Il mio sentimento più importante è quello epico come per Cervantes, Tolstoj». I cronisti lo hanno incalzato ancora sulle emozioni provate nel momento in cui ha appreso la notizia: «Mi sono sentito libero», ha risposto lo scrittore. «Era una sensazione anti individuale, un grande riconoscimento di quello che posso scrivere, fare e vivere». Quanto al futuro, Handke ha sottolineato che continuerà a scrivere: «Questa ormai è diventata la mia professione». Andrà a Stoccolma a ritirare il Nobel? «Certo, se Dio mi lascerà andare».

Dopo lo scandalo per molestie che nel 2018 aveva colpito il marito di una giurata, il fotografo e regista Jean Claude Arnault e travolto l'Accademia di Svezia portando a una serie di dimissioni, il premio era stato sospeso e rimandato al 2019. Il totonobel questa volta era dunque ancor più complicato perché si aspettavano due vincitori.

Toto-Nobel
Stando agli scommettitori
, il podio avrebbe dovuto essere delle donne e oltre che “meno eurocentrico” e “meno maschile” come aveva spiegato la presidente del comitato del Nobel per la letteratura Anders Olsson.

La superfavorita era la poetessa e saggista canadese Anne Carson, della quale in Italia è uscito per Donzelli “Antropologia dell'acqua” e per Bompiani “Autobiografia del rosso”, quotata dalla società di scommesse britannica Ladbrokes 5 a 1.

Un podio tutto rosa che aveva al secondo posto, 6 a 1, la scrittrice francese dell'Isola di Guadalupe Maryse Condé, l'autrice de “La vita perfida” pubblicato da E/O alla quale nel 2018 era stato assegnato il Premio Nobel alternativo in assenza del premio tradizionale. E al terzo proprio la vincitrice polacca Olga Tokarczuk, 8 a 1, della quale è uscito in Italia per Bompiani “I Vagabondi”.

Anche al quarto troviamo una scrittrice, la cinese Can Xue, pseudonimo di Deng Xiahoua (9 a 1). Si giocava 9 a 1 anche la vittoria dell'eterno candidato Haruki Murakami che l'11 ottobre sarà in Italia per ricevere ad Alba il Premio Lattes Grinzane per la sezione La Quercia.

Mentre bisognava andare al nono posto per trovare Margaret Atwood, altra veterana delle candidature, della quale è uscito da un mese “I testamenti” (Ponte alle Grazie), l'attesissimo seguito de “Il racconto dell'Ancella”, quotata dalla società di scommesse britannica 11 a 1. Da tempo candidato alla vittoria anche il poeta siriano, Adonis (15 a 1), autore fra l'altro di “Violenza e Islam” (Guanda). Dati per 21 a 1 sia Milan Kundera che Javier Marias. A chiudere la classifica con 251 a 1 è George R.R.Martin.

Per gli italiani, il cui ultimo Nobel per la Letteratura assegnato risale al 1997 con Dario Fo, il più quotato è da tempo e resta Claudio Magris.

Tra le novità del 2019, oltre alla doppia assegnazione del premio anche alcuni cambiamenti e modifiche annunciati dalla Fondazione, tra cui la possibilità di dimettersi dalla carica, che prima era a vita, e l'acquisizione di nuovi membri. L'ultimo Nobel per la Letteratura era stato assegnato nel 2017 a Kazuo Ishiguro. Scommesse e previsioni in rarissimi casi hanno colpito nel segno.

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