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Modi: «In cinque anni India tra le prime 3 economie del mondo». E non invita Kiev al G-20

Il premier ha sottolineato l’ascesa del paese, che a settembre ospiterà il prossimo vertice del G-20. Modi sarà candidato al terzo mandato nelle elezioni in agenda nella primavera del 2024

Pil e inflazione sul tavolo del G20 finanziario, ma domina la guerra

3' di lettura

L'india non ha invitato l'Ucraina al prossimo vertice del G-20 che ospiterà il 9 e 10 settembre a Nuova Delhi. Il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishanka, ha giustificato questa decisione spiegando ad alcuni esponenti di media internazionali che il G-20 “è una piattaforma focalizzata sulla crescita globale e questo deve restare al centro dell’attenzione. Il G20 non è il Consiglio di sicurezza dell’Onu, non si occupa di sicurezza”.

L'esponente del governo ha anche ricordato che “il primo ministro Modi ha incontrato Zelensky alla Cop26, poi al G7 a Hiroshima, e abbiamo buone e solide relazioni con l’Ucraina in campo economico, militare, tecnologico e di sicurezza alimentare”.
Riguardo all'invito rivolto invece alla Russia, il ministro indiano ha replicato che “tutti i Paesi del G20 sono stati invitati al summit dei leader” e di non poter rispondere lui, a nome di Putin, se la Russia parteciperà o meno.

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Sulla guerra in Ucraina l'obiettivo di una dichiarazione finale al G-20

La guerra in Ucraina resta però al centro degli interessi globali: “Il lavoro diplomatico per concordare una dichiarazione finale” al G20 “è in corso e richiede tempo e pazienza”, ha detto il ministro degli Esteri. “A ventitré giorni dal summit i negoziati tra gli sherpa sono in corso, la diplomazia non si costruisce in un giorno. Continueremo a lavorarci”, ha assicurato, ricordando che all’ultimo G20 a Bali, in Indonesia, i leader erano riusciti a trovare “un punto di approdo comune” sull’Ucraina anche in virtù del fatto che le conseguenze della guerra “continuano a dominare l’economia reale mondiale”.

Intanto, il 15 agosto, nel giorno delle celebrazioni per i 77 anni di indipendenza dal dominio britannico, con indosso un fluente turbante, il primo ministro indiano Narendra Modi ha parlato davanti ad una enorme folla dal Forte Rosso di New Delhi, fortilizio Moghul del XVII secolo indicando la “nuova frontiera” economica e sociale del subcontinente indiano, da raggiungere a tappe forzate entro il 2028, in anticipo sulle previsioni di molti economisti. Un discorso di un’ora e mezza per esortare l’India a “realizzare il suo potenziale” e plasmare “un nuovo ordine mondiale”, lanciando ai connazionali la sfida a portare l’economia indiana tra le prime tre al mondo nei prossimi cinque anni.

La promessa di cinque anni di sviluppo

Nel suo discorso, Modi ha ricordato che “grazie agli sforzi di 1,4 miliardi di indiani, abbiamo raggiunto la quinta posizione, questo non è successo per caso”, sottolineando che quando è “arrivato al potere nel 2014 eravamo alla decima posizione”, e rivendicando di aver fermato “il demone della corruzione” che bloccava il Paese e “creato una forte economia”.

“Quando la povertà diminuisce in un Paese, il potere della classe media aumenta considerevolmente: nei prossimi cinque anni, vi prometto che l’India sarà tra le tre principali economie del mondo”, ha poi aggiunto Modi in un discorso dai suoni già elettorali in vista delle elezioni del prossimo anno, in cui si candiderà ad un terzo mandato. “L’India sta diventando la voce del Sud globale”, ha evidenziato ancora Modi, promettendo uno “sviluppo senza precedenti” nel prossimo quinquennio: “Un momento d’oro per realizzare il sogno dell’India come nazione sviluppata entro il 2047”.

Nuovo ordine globale in vista

“I prossimi cinque anni saranno di sviluppo senza precedenti, il prossimo 15 agosto (2024, ndr) vi presenterò successi e sviluppi del Paese qui dal Forte Rosso”, ha detto ancora Modi che poi ha rivendicato il fatto che l’India, che quest’anno ha la presidenza del G20, “sta diventando la voce del sud globale”. “La prosperità e la cultura indiana sono diventate un’opportunità per il mondo”, ha detto ancora sottolineando di poter “vedere chiaramente che un nuovo ordine globale ed una nuova equazione geopolitica sta emergendo dopo il Covid”.

Il primo ministro si è soffermato anche sul conflitto etnico che da maggio ha provocato più di 150 vittime nello Stato nord-orientale di Manipur. “Tutti gli indiani - ha assicurato - sono con la gente del Manipur” e una soluzione “può essere trovata solo attraverso la pace”.

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