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Il packaging sostenibile resiste ai tagli della spesa

I prodotti con informazioni sulla confezione legati alla sostenibilità sono arrivati oltre quota 36mila, per 15 miliardi di incassi (+8,6%) ma hanno perso il 4,3% dei volumi. Sono in crescita anche in quantità solo quelli che reclamizzano confezioni “green” senza antibiotici.

di Emiliano Sgambato

(Adobe Stock)

2' di lettura

L’inflazione ha ridimensionato il carrello della spesa degli italiani, costretti a spendere di più per comprare di meno. Una tendenza che, in generale, non ha risparmiato neanche i prodotti che riportano sulle confezioni almeno un riferimento al loro impegno sul fronte della sostenibilità ambientale, sociale e relativa al rispetto del benessere animale.

L’analisi condotta dall’Osservatorio Immagino di GS1 Italy ha individuato una crescita dell’offerta del 5,4% di prodotti che puntano su claim legati alla sostenibilità: sono arrivati oltre quota 36mila e hanno superato i 15 miliardi di incassi (+8,6% di giro d’affari) ma rispetto al 2021 hanno perso il 4,3% dei volumi. Fanno però eccezione – e sono quindi in crescita anche in quantità – molti prodotti venduti in packaging “green” e quelli senza antibiotici.

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Il claim più diffuso e che sviluppa il maggior fatturato resta “riciclabile”, presente su oltre 5 mila prodotti, che realizzano 3,8 miliardi di incassi: nel 2022 è riuscito ad aumentare le vendite sia a valore (+16,6%) sia a volume (+1,8%). Bilancio simile anche per chi reclamizza una confezione realizzata “con materiale riciclato”, che ha ottenuto una crescita annua di oltre il 20% a valore e del 3% a volume, con 4.449 referenze per 2,6 miliardi di euro di fatturato.

Anche il “biodegradabile” ha incrementato sia i volumi (+3,7%) che il valore (+28,4%), «arrivando a sfiorare 300 milioni di euro di sell-out – puntualizza l’Osservatorio – anche grazie a una robusta espansione dell’offerta a scaffale (+24,3%)». La crescita più rilevante spetta però alla certificazione “Ok-Compost”: « I 717 prodotti che la riportano in etichetta hanno aumentato i volumi venduti di 11,8% e il fatturato di +29,7%, superando i 215 milioni».

Ormai oltre il 10% dei prodotti confezionati venduti in Gdo dichiara di provenire da agricoltura o allevamenti sostenibili: composto da quasi 14 mila referenze, «questo paniere ha raggiunto i 3,5 miliardi di euro di sell-out e, in un anno, ha guadagnato +5,1% a valore nonostante abbia perso il 4,1% a volume».
Tra i 9 claim o certificazioni monitorati, 8 hanno chiuso il 2022 con una riduzione delle vendite in volume e 4 anche con un minor giro d’affari (Biologico/EU organic, biologico per la cura della persona, certificazione Ecocert, NaTrue). Il claim “filiera” (1,4 miliardi, in crescita annua del +12%), riesce a mantenere stabili i volumi (-0,7%). A brillare è la referenza “senza antibiotici”: «Non solo ha avuto il maggior tasso di crescita annua a valore (+17,2%), ma è stato anche l’unico di questo paniere con un aumento delle vendite in volume (+4,3%), spinte soprattutto da specialità ittiche, pasta fresca ripiena, pollo e maionese».

In campo di responsabilità sociale, l’Osservatorio ha individuato 9.688 prodotti che riportano sulla confezione una delle 5 certificazioni Fsc, Pefc, Rainforest Alliance, Fairtrade, Utz: «Nel 2022 questo paniere ha superato i 5,1 miliardi di euro di sell-out (+10,5% annuo), mentre a volume ha perso il 4,6%». È infine calato del 5,3% in volume ma cresciuto a valore del 6,4%, avvicinandosi ai 2 miliardi di euro, il giro d’affari dei 3.320 prodotti che dichiarano attenzione al benessere animale.

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