Il pane con il lockdown torna protagonista sulla tavola degli italiani
L’Associazione italiana bakery ingredients (Aibi): cresce il consumo e la voglia di farlo in casa. Si cercano qualità, genuinità, apporto nutritivo
di Giorgio dell'Orefice
2' di lettura
Il pane è uno dei protagonisti indiscussi dei consumi alimentari degli italiani nel corso del lockdown. E lo è perché è tornato protagonista della spesa quotidiana – come nota l’Aibi (associazione italiana bakery ingredients, associata ad Assitol e che rappresenta i produttori di semilavorati per panificazione, pizzerie e pasticceria – ma anche per la riscoperta da parte di molti del pane fatto in casa.
Secondo la ricerca Aibi-Cerved, l’85% del pane acquistato in Italia è quello fresco artigianale: in media se ne producono 1,5 milioni di tonnellate l’anno, per un consumo pro-capite giornaliero di 80 grammi.
Inoltre, secondo i numeri resi noti dall’associazione nella “dieta del lockdown”, il pane, acquistato soprattutto nelle botteghe di quartiere e nei negozi di prossimità, ha incrementato la sua presenza a tavola del 10%, tornando così a livelli di consumo di un decennio fa.
«Il pane per l’italiano significa casa, famiglia, tradizione – osserva il presidente di Aibi, Palmino Poli –. Non stupisce che, in un momento delicato come quello attuale, si riscopra questo alimento, facendo giustizia anche dei molti pregiudizi e delle fake news che lo hanno colpito negli ultimi anni».
Le tendenze di consumo –aggiungono all’Aibi – anche ai tempi del Coronavirus, hanno confermato la preferenza per il pane preparato con materie prime selezionate. Il consumatore non vuole sempre lo stesso pane, ama cambiare e cerca qualità, genuinità, apporto nutrizionale. Vincono quindi i prodotti con grani antichi, farine poco raffinate, macinate a pietra o integrali, con semi, fibre e a basso contenuto glicemico, farro, soia, segale e multi cereali. Ma soprattutto vince la pagnotta tipologia utilizzata per impieghi diversi.
«Gli italiani restano a casa e si dimostrano consumatori esigenti e curiosi – aggiunge Poli – sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e di buono. Provare nuovi tipi di pane, in questo periodo, rappresenta una gratificazione, nonché un esercizio mai banale considerato che in Italia esistono circa 500 diversi tipi di pane».
Ma insieme al pane sono aumentati in genere gli acquisti dal fornaio anche grazie a pizza, focacce, grissini, taralli e dolci prodotti dal panettiere, che insieme rappresentano il 30% del lavoro degli artigiani.
I panificatori artigianali in questo periodo hanno lavorato a pieno regime tra attività di laboratorio e consegne a domicilio . «Gli artigiani del pane – continua Poli – hanno dimostrato forte sensibilità sociale in questa situazione, diventando, per certi versi, un presidio territoriale, sempre a disposizione dei più fragili. Le aziende dei semilavorati, in queste settimane, si sono messe a disposizione della categoria, proponendo soluzioni di produzione e consegna all'insegna della sicurezza e della qualità».
A conferma della vicinanza al mondo dell’arte bianca, Aibi insieme ad Assitol ha dato infine il proprio sostegno all’iniziativa di beneficenza promossa da Assopanificatori e dall'Associazione Fornai di Milano, che in queste settimane e per tutto il mese di aprile, hanno donato colombe, pane e dolci a medici e infermieri in prima linea contro il Covid 19.
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