ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’intervista

Medio Oriente, Papa Francesco: la guerra è una sconfitta, l’antisemitismo non è passato

Sono stati 4 milioni 588 mila, con uno share del 21,7 per cento, i telespettatori che ieri sera hanno seguito l’intervista del pontefice con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci

(ANSA)

3' di lettura

«Ogni guerra è una sconfitta. Non si risolve nulla con la guerra. Niente. Tutto si guadagna con la pace, con il dialogo. Sono entrati nei kibbutz, hanno preso ostaggi. Hanno ucciso. E poi la reazione. Gli israeliani sono andati a prendere quegli ostaggi, a salvarli». Così il Papa nella lunga intervista al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci in onda integrale al termine del telegiornale mercoledì 1 novembre, che ne ha mandato alcune anticipazioni. «Nella guerra uno schiaffo provoca l’altro. Uno forte e l’altro più forte ancora e così si va avanti. La guerra è una sconfitta. Io l’ho sentita come una sconfitta in più. Due popoli che devono vivere insieme. Con quella soluzione saggia: due popoli due Stati. L’accordo di Oslo: due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale».

Possibile escalation, sarebbe fine di tante cose

Circa una escalation mondiale, il Papa ha risposto: «Sarebbe la fine di tante cose e di tante vite. Io penso che la saggezza umana fermi queste cose. Sì, c’è la possibilità ma … a noi questa guerra ci tocca per quello che significa Israele, Palestina, la Terra Santa, Gerusalemme ma anche l’Ucraina ci tocca perché è vicina». Non solo. «Ci sono tante altre guerre che a noi non toccano: Kivu, lo Yemen, il Myanmar con i Rohingya che sono dei martiri. Il mondo è in guerra ma c’è l’industria delle armi dietro», ha aggiunto.

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L’antisemitismo c’è, Shoah non è bastata

Alla domanda se teme un rigurgito dell’antisemitismo, papa Francesco ha risposto di sì. «Purtroppo l’antisemitismo - ha detto - rimane nascosto. Lo si vede nei giovani per esempio. È vero che in questo caso è molto grande ma c’è qualche cosa sempre di antisemitismo e non è sempre sufficiente vedere l’Olocausto che hanno fatto nella seconda guerra mondiale, questi 6 milioni uccisi, schiavizzati. E non è passato. Purtroppo, non è passato. Non saprò spiegarlo e non ho spiegazioni, è un dato di fatto che io lo vedo e non mi piace».

Andrò a Dubai per la Cop 28

«Sì, andrò a Dubai. Credo che partirò il primo dicembre fino al 3 dicembre. Starò tre giorni lì». Così il Papa, nell’intervista al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, ha risposto alla domanda se è vero che andrà a Dubai per la Cop28 sul clima.

Maradona e Messi 2 campioni, ma io preferisco Pelè

Spazio anche per argomenti più leggeri come il calcio. Maradona o Messi? «Io dirò un terzo, Pelé». Così papa Francesco ha risposto al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci che gli chiedeva chi preferisse tra i due campioni argentini. «Maradona come giocatore un grande, un grande. Ma come uomo è fallito - dice il pontefice - Poveretto è scivolato con la corte di quelli che lo lodavano e non lo aiutavano. È curioso: tanti sportivi finiscono male. Anche della boxe. Messi è correttissimo. È un signore. Ma per me di questi tre il grande signore è Pelé. Un uomo di un cuore».

4,6 milioni di spettatori per l’intervista

Sono stati 4 milioni 588 mila, con uno share del 21,7 per cento, i telespettatori che ieri sera hanno seguito su Rai 1 l’intervista. In primo piano anche la questione dei flussi migratori, il ruolo fondamentale dell’Europa nell’aiutare i Paesi di primo approdo dei migranti, l’emergenza climatica con l’appello del Papa per fermare il climate change. Nell’intervista, spazio anche al privato del pontefice: il momento più difficile del pontificato, il suo stato di salute, la vita da ragazzo, la fidanzata prima di prendere i voti, la nostalgia del mare, il calciatore preferito.

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