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Il Papa premia Mattarella. Al Capo dello Stato il Premio Paolo VI 2023, «per il suo servizio al bene comune»

Il presidente della Repubblica Italiana lo riceverà in Vaticano da Papa Francesco il 29 maggio, memoria liturgica di san Giovanni Battista Montini.

di Carlo Marroni

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2' di lettura

Il Premio internazionale Paolo VI, assegnato dall'Istituto che porta il nome di Papa Giovanni Battista Montini a personalità che «con il loro studio e le loro opere abbiano contribuito alla crescita del senso religioso nel mondo», viene conferito quest'anno al presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e sarà consegnato in Vaticano il 29 maggio da Papa Francesco il 29 maggio in Vaticano che, come nelle precedenti sei edizioni i suoi immediati predecessori, ha accettato di consegnare personalmente il premio.

Assegnato per la prima volta nel 1984 a Hans Urs von Balthasar per gli studi teologici, il premio «intende in particolare riconoscere la fecondità culturale del messaggio cristiano, capace di promuovere un autentico umanesimo». E l'attribuzione al presidente Mattarella, dopo 14 anni di sospensione (l'ultima assegnazione risale al 2009 alla Collana “Sources Chrétiennes” per l'educazione) dell'edizione dedicata a “Paolo VI e l'Italia: l'eredità storica e l'attualità”, vuole sottolineare, «come l'azione politica e il servizio al bene comune nell'esercizio delle diverse funzioni istituzionali, siano uno degli ambiti significativi in cui ciò può avvenire».

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Maffeis: il capo dello Stato ha raccolto l’eredità di Montini

Il presidente dell'Istituto bresciano, promosso dall'Opera per l'Educazione Cristiana di Brescia, don Angelo Maffeis, ha spiegato le motivazioni del premio a Mattarella. Infatti il riconoscimento è stato istituito per presentare al mondo della cultura, al mondo di coloro che guardano all' eredità di Montini, il significato del pontificato di Paolo VI, «ma anche l’esemplarità di alcuni modi in cui persone o istituzioni hanno raccolto questa eredità e l’hanno trasformata in un pensiero, in creazione artistica, in impegno. E quindi, dopo aver percorso l’ambito della teologia, della filosofia, dell’arte, dell’ecumenismo, ci siamo avventurati sul terreno della politica, che certamente era più delicato. Ma ci sembrava opportuno richiamare come l’insegnamento di Montini possa essere significativo proprio per dare un’ispirazione anche a coloro che da cristiani servono il bene comune all’interno delle istituzioni politiche».

Riccardi: Mattarella ha espresso il senso del bene comune sopra le parti

La motivazione ufficiale per il premio – ha spiegato Maffeis - è in fase di redazione e verrà letta il 29 maggio, ma raccoglierà una duplice indicazione, cioè la sua capacità di incarnare la fecondità culturale e sociale di un messaggio cristiano, anche attraverso il servizio delle istituzioni. «E dall’altra parte, questa capacità di coniugare un senso di appartenenza a una comunità, che il presidente Mattarella ha sempre sottolineato, e uno sguardo universale, europeo anzitutto, ma poi che abbraccia tutto un orizzonte globale». Nel suo intervento, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio e membro del comitato scientifico dell'Istituto Paolo VI, parlando delle motivazioni del Premio, ha sottolineato che «il presidente Mattarella ha espresso nei suoi due mandati il senso del bene comune superiore alla dimensione di essere parte e partigiani, raccogliendo l'eredità dei padri della democrazia e proiettandola in un tempo globale». E che il capo dello Stato, «non solito accettare molti riconoscimenti e premi», ha accolto questa proposta «per il rispetto e la venerazione per la figura di Paolo VI», per l'amicizia con Papa Francesco e anche per «l'interesse per il lavoro dell'Istituto Paolo VI di Concesio, che ha visitato insieme alla casa natale di Montini». Le sue parole hanno preceduto il saluto di Pierpaolo Camadini, presidente dell'Opera per l'Educazione Cristiana.


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