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Papa operato al Gemelli, intervento di tre ore senza complicazioni. Il chirurgo Alfieri: sta bene ed è vigile

Udienze speciali e generali del Santo Padre annullate fino al 18 giugno

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6' di lettura

Si sono sollevate le serrande nell’appartamento del Papa al decimo piano del Gemelli, dove il Pontefice è ricoverato da questa mattina, ed è stato sottoposto ad un intervento chirurgico di laparotomia e plastica della parete addominale con protesi. «L’intervento chirurgico è terminato: si è svolto senza complicazioni ed ha avuto una durata di tre ore», comunica la Sala stampa vaticana. La stanza con le grandi finestre che affacciano anche sull’ingresso principale dell’ospedale, sono state aperte in concomitanza con il rientro in camera di Bergoglio.

Alfieri: il Papa sta bene, sveglio e vigile

Il santo padre sta bene, e’ sveglio e vigile. Lo ha riferito il chirurgo Sergio Alfieri a capo della equipe che e’ intervenuta per risolvere un laparocele addominale. «Mi ha già fatto la prima battuta» ha detto il chirurgo, che ha ricordato la presenza di tenaci aderenze nelle anse a metaà dell’intestino medio che causavano la sintomatologia. Si sono liberate queste cicatrici interne e la difficiltà di transito con una plastica e con l’ausilio di una rete protesica. Il Santo Padre ha reagito bene

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«Non ha altre malattie»

«L’intervento di due anni fa è stato fatto per una patologia benigana, la stenosi diverticolare, la patologia per la quale è stato operato oggi è anch’essa benigana e non lascerà tracce. La degenza sarà fra i 5 e i sette giorni, ha 86 anni ed è già stato sottoposto a 4 interventi. Dateci qualche giorno» ha riferito Alfieri.

Padre Fortunato: provato ma sereno

Provato ma sereno nei momenti precedenti. «Prima del ricovero ho avuto la gioia di incontrarlo per qualche minuto e, nonostante fosse provato, ci ha incoraggiato ad andare avanti, incoraggia gli altri sempre ad andare avanti. Una ulteriore prova della bellezza dell’animo umano del Papa». Così ha raccontato padre Enzo Fortunato in una diretta su Facebook rilanciando l’invito per l’incontro del 10 giugno a Piazza San Pietro che doveva essere presieduto dal Papa. «Sarà una grande e corale manifestazione di affetto per il Papa», dice il francescano.

Mattarella al Papa: tutto il popolo italiano le è vicino

«Santità, in vista del Suo ricovero al Policlinico Gemelli desidero farLe pervenire i miei migliori auguri per il positivo esito dell’operazione cui Ella sarà sottoposto questo pomeriggio. Il popolo italiano tutto Le è vicino con sentimenti di affetto e solidarietà, che faccio pienamente miei. Ella può contare in questo momento, oltre che sulle preghiere dei fedeli cattolici, sul partecipe pensiero di innumerevoli persone, credenti e non credenti. Rinnovo a Vostra Santità il più sincero augurio di una serena convalescenza, e di pronto e completo ristabilimento». Lo scrive Sergio Mattarella in un messaggio al Papa.

Operato dal chirurgo Alfieri

È stato Sergio Alfieri il chirurgo che ha operato di nuovo Bergoglio, dopo l’intervento realizzato nel luglio di due anni fa per una stenosi diverticolare sintomatica del colon. Il chirurgo fino ad oggi ha condotto più di 9000 interventi e proviene dalla linea diretta e dalla scuola dei chirurghi vicini ai pontefici. Alfieri è stato infatti allievo del chirurgo Giovanni Battista Doglietto, che a sua volta è stato nella equipe di Francesco Crucitti, passato alla storia come il chirurgo di Giovanni Paolo II per averlo operato tre volte.

Il Papa è arrivato al policlinico Gemelli, entrando dall’ingresso principale, salutato da una piccola folla di giornalisti e curiosi. La macchina del Papa, con i vetri oscurati, è entrata direttamente nell’edificio del Gemelli arrivando da un passaggio secondario, lo stesso utilizzato per il precedente ricovero. Era scortata da alcune auto blu del Vaticano e anche della polizia italiana. Il Papa ha raggiunto il decimo piano. Nello stesso edificio è il reparto di gastroenterologia.

La degenza durerà diversi giorni

In una comunicazione ai mass media il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha spiegato che «l’operazione, concertata nei giorni scorsi dall’equipe medica che assiste il Santo Padre, sì è resa necessaria a causa di un laparocele incarcerato che sta causando sindromi sub occlusive ricorrenti, dolorose e ingravescenti. La degenza presso la struttura sanitaria - ha spiegato Bruni - durerà diversi giorni per permettere il normale decorso post operatorio e la piena ripresa funzionale». Mentre il segretario di Stato, Pietro Parolin, ha detto di sperare che il Papa possa tornare presto al suo ministero. Secondo alcune fonti, dopo intervento saranno necessari almeno 7 giorni di ricovero.

Udienze cancellate fino al 18 giugno

La Prefettura della Casa pontificia ha fatto sapere che «le udienze speciali e generali del Santo Padre» sono state annullate fino al 18 giugno per motivi sanitari. Lo si legge in una nota della Diocesi di Teramo-Atri sul fatto che «il vescovo ha inviato a Papa Francesco un messaggio di vicinanza della diocesi che con tanto entusiasmo e affetto filiale si preparava ad incontrarlo sabato 17 giugno».

Le dichiarazioni di Parolin

«Avete visto il comunicato stampa, io credo che non ci sono da aggiungere altre parole. Lo seguiamo col nostro affetto, lo seguiamo con la nostra preghiera, sperando che tutto possa risolversi al più presto e lui ritorni all’esercizio del suo ministero». Così il cardinale Pietro Parolin ha risposto ai giornalisti sullo stato di salute del Papa. Alla domanda se è preoccupato, ha risposto: «Non saprei cosa dire perché non ho elementi per dire né in un senso né nell’altro. Mi pareva che il comunicato cercasse di dire le cose in maniera molto tecnica, che forse non è così facile neanche capire, ma di dare gli elementi che permettono di inquadrare il problema».

Cei, vicinanza e preghiera per ricovero

«La Presidenza della CEI esprime la vicinanza e l'affetto dei Vescovi e delle Chiese in Italia a Papa Francesco, ricoverato al Policlinico Universitario A. Gemelli per un intervento chirurgico. In questo ulteriore momento di prova, la Presidenza si stringe attorno al Santo Padre e invita le comunità ecclesiali a sostenerLo con la preghiera. Con l'augurio di una pronta guarigione, affida al Signore il lavoro dei medici e degli operatori sanitari». È quanto si legge in una nota della Conferenza Episcopale Italiana.

«Il laparocele è un’ernia che si forma su una cicatrice dopo un intervento di chirurgia addominale e consiste nel passaggio degli organi interni attraverso le fasce muscolari addominali. A volte, per esser curato, richiede una laparotomia, o un’incisione sulla pancia». Lo spiega Pierluigi Fracasso, dirigente medico dell’UOC di Gastroenterologia dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma, spiegando il tipo di intervento a cui sarà sottoposto il Santo Padre. Papa Francesco quasi due anni fa aveva avuto un intervento addominale per diverticoli. «Quando si ha un intervento di chirurgia maggiore sull’addome - precisa l’esperto - può crearsi un luogo di minor resistenza dei tessuti attraverso cui possono “incastrarsi”, ovvero incarcerarsi in termini tecnici, parti dell’intestino, che in questo modo si strozzano, creando occlusioni. Queste occlusioni intestinali possono essere dolorose e anche pericolose, se non si interviene prontamente: a causa della cattiva irrorazione sanguigna, infatti, si possono creare ischemie intestinali, che possono anche andare in necrosi».

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L’esperto: «Intervento relativamente non complesso»

In alcuni casi il problema, precisa Fracasso, «si riduce con manovre manuali fatte da personale esperto, in altri casi non è possibile. In questo caso, l’equipe medica del Policlinico Gemelli ha ritenuto necessario reintervenire chirurgicamente. La complicanza è abbastanza rara, ma l’intervento è relativamente non complesso. Si fa normalmente in anestesia generale, e consiste in una reincisione sulla cicatrice, quindi nel posizionamento di una rete biocompatibile che andrà a sostituire la parete muscolare dell’addome. Il tempo di ripresa del paziente in genere è di pochi giorni, ma come sempre accade dipende anche dalle caratteristiche e dall’età del paziente».

L’appartamento del Papa, semplice e con una cappella

Francesco alloggia in una stanza che è un vero mini appartamento, semplice ed accogliente, all’ultimo piano dell’ala destra del Policlinico Gemelli. L’allestimento risale ai primi anni ’80 quando fu organizzato per le degenze di Giovanni Paolo II, ben sette, la prima quando fu clamorosamente ferito da Alì Agcà in piazza San Pietro il 13 maggio di 40 anni fa e l’ultima, per un intervento di tracheotomia del 2005 quando anche il Parkinson era ormai in stato avanzato.

Nel piccolo appartamento, una specie di grande suite, oltre allo spazio per il letto, il bagno, un televisore e qualche strumento per la pressione e gli altri parametri vitali, gli ambienti comprendono un altro spazio per un piccolo salottino con una poltrona letto. C’è poi anche una cappellina per le preghiere e le eventuali celebrazioni, con un inginocchiatoio e un grande crocifisso. Il lungo corridoio di accesso, a cui si arriva oltre che con le scale anche con un ascensore ad uso di tutto il personale sanitario, è sotto il controllo della Polizia di Stato italiana, della Gendarmeria vaticana e della Sicurezza del Policlinico.

La stanza del Papa ha grandi finestre che si affacciano sull’ingresso principale dell’ospedale. Wojtyla, nel 2005, si affacciò proprio da quelle finestre per salutare i fedeli e i pazienti e condusse da lì anche un Angelus durante il quale ribattezzò il Gemelli il “Vaticano tre” dopo piazza San Pietro e Castel Gandolfo. Al momento non si sa ed è piuttosto improbabile che Francesco si affacci nelle prossime ore ma in molti si aspettano che possa farlo nei prossimi giorni, per un saluto o per una preghiera corale. O, addirittura, per l’Angelus di domenica prossima visto che la degenza potrebbe essere di qualche giorno. Certo è che il Papa potrà visitare alcuni reparti, come ha fatto a marzo, recandosi in quello di pediatria oncologica.

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