Il Papa in Ungheria incontra Orban: «Europa lavori a vie sicure e legali per i migranti»
Il Paese è stato visitato due volte anche da Giovanni Paolo II, nel 1991 e nel 1996
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È iniziato il viaggio apostolico di tre giorni di Papa Francesco in Ungheria. Bergoglio è il secondo Papa a recarsi nel paese, che è stato visitato due volte anche da Giovanni Paolo II, nel 1991 e nel 1996. Francesco è stato accolto dal vice primo ministro della Repubblica di Ungheria Zsolt Semjen, ha incontrato la presidente della Repubblica Katalin Novak e il primo ministro Viktor Orban.
Prima della partenza, nel messaggio di saluto al presidente Mattarella, ha espresso «il desiderio di testimoniare l’importanza di costruire ponti tra i popoli». Durante il volo ha commentato le dichiarazioni di Pietro Orlandi su Papa Wojtyla in merito al caso della sorella Emanuela: «Una cretinata che hanno fatto».
«Europa sia casa di pace e di accoglienza»
Francesco ha reso la sua visita di cortesia alla presidente della Repubblica Katalin Novak. «Giungo come pellegrino e amico in Ungheria, Paese ricco di storia e di cultura; da Budapest, città di ponti e di santi, penso all'Europa intera e prego perché, unita e solidale, sia anche ai nostri giorni casa di pace e profezia di accoglienza». È il monito del Papa, firmando il Libro d’Onore durante la visita di cortesia alla Presidente della Repubblica ungherese.
Ruggiscono i nazionalismi, avanzano solisti guerra
«Nel dopoguerra l’Europa ha rappresentato, insieme alle Nazioni Unite, la grande speranza, nel comune obiettivo che un più stretto legame fra le Nazioni prevenisse ulteriori conflitti. Purtroppo non è stato così. Nel mondo in cui viviamo, tuttavia, la passione per la politica comunitaria e per la multilateralità sembra un bel ricordo del passato: pare di assistere al triste tramonto del sogno corale di pace, mentre si fanno spazio i solisti della guerra». Lo ha detto il Papa parlando alle autorità dell’Ungheria a Budapest. «In generale - ha aggiunto -, sembra essersi disgregato negli animi l’entusiasmo di edificare una comunità delle nazioni pacifica e stabile, mentre si marcano le zone, si segnano le differenze, tornano a ruggire i nazionalismi e si esasperano giudizi e toni nei confronti degli altri».
Europa lavori a vie sicure e legali per i migranti
Secondo il Pontefice «è urgente, come Europa, lavorare a vie sicure e legali, a meccanismi condivisi di fronte a una sfida epocale che non si potrà arginare respingendo, ma va accolta per preparare un futuro che, se non sarà insieme, non sarà. Ciò chiama in prima linea chi segue Gesù e vuole imitare l’esempio dei testimoni del Vangelo», ha aggiunto.
Quest’anno è il terzo viaggio
Il viaggio apostolico di tre giorni in Ungheria è il secondo di quest’anno dopo quello in Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan. Il Pontefice torna nel Paese nel cuore dell’Europa dopo la visita-lampo del 12 settembre 2021, quando a Budapest celebrò la messa conclusiva del Congresso eucaristico internazionale prima di proseguire per la Slovacchia.
Papa a Mattarella, costruire ponti tra i popoli
«Nel momento in cui mi accingo a lasciare il suolo d’Italia per compiere un viaggio apostolico in Ungheria, mosso dal desiderio di incontrare i fratelli nella fede e testimoniare l’importanza di costruire ponti tra i popoli, rivolgo a Lei, signor Presidente, e a tutti gli italiani il mio cordiale saluto, che accompagno con fervide preghiere per il bene della nazione». È il telegramma di saluto inviato da papa Francesco al presidente della Repubblica Sergio Mattarella partendo per il suo viaggio in Ungheria.
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