Il Papa in Ungheria riceve il metropolita ortodosso: «La vera fede è scomoda»
Seconda giornata del Pontefice nella capitale magiara: L’appello nella Chiesa di Santa Elisabetta d’Ungheria: «C’è bisogno di nutrire i cuori delle persone»
di Ce.Do.
I punti chiave
2' di lettura
Al suo arrivo in Nunziatura, papa Francesco ha ricevuto il metropolita ortodosso Hilarion di Budapest e dell’Ungheria, ex responsabile delle Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. L’incontro, dal tono cordiale, è durato circa 20 minuti, secondo quanto riferisce la Sala stampa vaticana. «I poveri e i bisognosi - non dimentichiamolo mai - sono al cuore del Vangelo: Gesù, infatti, è venuto, “a portare ai poveri il lieto annuncio”». Lo ha detto il pontefice durante l’incontro con i poveri e i rifugiati nella chiesa di Santa Elisabetta d’Ungheria, a Budapest, nella seconda giornata del suo viaggio apostolico. «Essi, allora - ha proseguito -, ci indicano una sfida appassionante, perché la fede che professiamo non sia prigioniera di un culto distante dalla vita e non diventi preda di una sorta di “egoismo spirituale”, cioè di una spiritualità che mi costruisco a misura della mia tranquillità interiore e della mia soddisfazione».
L’appello del Pontefice: bisogna nutrire i cuori
«La vera fede, invece - ha aggiunto il Pontefice -, è quella che scomoda, che rischia, che fa uscire incontro ai poveri e rende capaci di parlare con la vita il linguaggio della carità. Come afferma San Paolo, possiamo parlare tante lingue, possedere sapienza e ricchezze, ma se non abbiamo la carità non abbiamo niente e non siamo niente». Non basta, ha detto ancora Papa Francesco, «dare il pane che sfama lo stomaco, c'è bisogno di nutrire il cuore delle persone! La carità non è una semplice assistenza materiale e sociale, ma si preoccupa della persona intera e desidera rimetterla in piedi con l'amore di Gesù: un amore che aiuta a riacquistare bellezza e dignità».
L’incontro con i poveri e i rifugiati
Papa Francesco è giunto a metà mattinata nella Chiesa di Santa Elisabetta d'Ungheria dove ha incontrato i poveri e i rifugiati. Ad attenderlo, sull'antistante Piazza Rózsák, persone provenienti da tutto il Paese, poveri e rifugiati portati dalla Caritas, da altre organizzazioni cattoliche e di altre confessioni. Al suo arrivo, il Pontefice - entrato sulla sedia a rotelle - è stato accolto dal presidente di Caritas Ungheria, Antal Spányi. Dopo le parole di benvenuto del presidente di Caritas Ungheria, una famiglia greco- cattolica, una famiglia di rifugiati provenienti dall'Ucraina e un diacono e sua moglie hanno portato la loro testimonianza
Fuoriprogramma all’istituto per bambini ipovedenti
Prima di arrivare nella Chiesa di Santa Elisabetta d’Ungheria il Pontefice si era recato in visita privata ai bambini ipovedenti e disabili assistiti dall’Istituto “Beato Laszlo Batthyany- trattmann”. Nel lasciare la struttura, Papa Francesco era stato poi protagonista di piccolo fuori programma: il Pontefice si è infatti fermato a salutare individualmente un gruppo di circa 100 bambini e giovani di una parrocchia vicina dedicata a San Laszlo, tutti in magliette gialle e bianche, che lo attendevano con preghiere e canti lungo la strada. Insieme a loro erano presenti alcuni abitanti della zona.
Gli appuntamenti della seconda giornata
La seconda giornata del Pontefice in Unghieria proseguirà con la visita alla comunità greco-cattolica nella piccola Chiesa di rito greco “Protezione della Madre di Dio”. Nel pomeriggio, il Pontefice incontrerà invece i giovani presso “Papp Laszlo Budapest Sportarena”, e subito dopo vedrà privatamente i membri della Compagnia di Gesù nella Nunziatura Apostolica, dove alloggia in questo soggiorno nella capitale magiara.
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