riconoscimenti internazionali

Il Parlamento europeo premia Armani, Capasa e D’Amario per l’impegno sociale

Consegnati a Bruxelles i premi «La moda veste la pace», assegnati in passato ad altri protagonisti italiani del settore, da Franca Sozzani a Valentino Garavani

2' di lettura

Dopo riconoscimenti in Italia e nel mondo, per Giorgio Armani arriva anche un premio dal Parlamento europeo, «La moda veste la pace», arrivato alla sesta edizione e assegnato per decisione del comitato dell’ African Fashion Gate, un’associazione senza scopo di lucro, nonché “laboratorio etico permanente” contro razzismo, xenofobia e antisemitismo nella moda, ma anche arti e nello spettacolo.

I vincitori dell’edizione 2020-2021 e le motivazioni
Giorgio Armani, simbolo della moda italiana nel mondo, ha ricevuto il premio «per la vivace e coraggiosa attenzione verso le problematiche relative alla salvaguardia e al rispetto dell’ambiente e del mondo animale e per il suo forte richiamo a una moda più sostenibile perché di grande qualità e capace di durare nel tempo». Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda italiana, ha avuto il riconoscimento «per aver dato vita ai Green Carpet Fashion Awards, mentre Carlo D’Amario, ceo di Vivienne Westwood (nella foto accanto ad Armani), è stato premiato «per l’impegno nella collaborazione con l’International Trade Center per il progetto Ethical Fashion, da cui è nata la collezione Africa Bags (qui sotto, un modello), borse realizzate a mano a Nairobi da artigiani locali con materiali sostenibili. Riconoscimento infine a Jelena Ivanovic, «scout di modelle e di uguaglianza».

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I premi come simbolo di artigianalità
Ai vincitori è andata una targa che è in realtà un’opera d’arte, realizzata in esclusiva per African Fashion Gate dal maestro orafo Gerardo Sacco.

Il ruolo dell’associazione e gli effetti della pandemia
Dal 2016 l’associazione African Fashion Gate organizza a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo, il Congresso Mondiale della Moda e del Design, un momento di confronto e approfondimento sul tema delle discriminazioni nel mondo della moda, delle arti, dello spettacolo e dello sport. Quest’anno l’evento che doveva aver luogo nelle giornate del 24 e 25 marzo e specificatamente dedicato ai processi di transizione verso la sostenibilità delle aziende del settore tessile/abbigliamento e della moda, al razzismo nel calcio, a causa dell’emergenza Covid 19 è stato rinviato a data da destinarsi.

I vincitori delle passate edizioni
L’appuntamento è diventato anche l’occasione per dare un riconoscimento pubblico a figure autorevoli che si siano distinte per l’impegno verso l’inclusione e contro la discriminazione e il razzismo. Dal 2016 a oggi il premio La moda veste la pace è stato assegnato a icone del fashion system come Franca Sozzani, Valentino Garavani, ma anche a figure appartenenti ad altri settori, come Gabriele Gravina, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, e Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema.

Le altre iniziative dell’Afg
Oltre al Congresso Mondiale della Moda e del Design ed al premio La moda per la pace, l’Afg organizza il Congresso Mondiale delle Donne della Moda e del Design e l’appuntamento annuale La Moda veste la Pace alle Arti Decorative del Louvre, in coincidenza con la settimana della moda parigina. Dal gennaio 2019 La Moda veste la Pace annovera una tappa anche a Minsk, in Bielorussia, con l’intento di lanciare un appello volto a chiedere alle autorità di stabilire una moratoria ufficiale sulle esecuzioni e di commutare le condanne a morte di tutti i prigionieri nel braccio della morte.

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