Il Parmigiano Reggiano vince in Ecuador contro il Kraft parmesan cheese
La decisione dimostra che il nome Parmesan non è necessariamente generico al di fuori dell'Unione Europea, come invece vorrebbero varie multinazionali e associazioni di categoria
di Giorgio dell'Orefice
2' di lettura
Davvero uno strano periodo per la tutela dei prodotti alimentari a denominazione d'origine protetta. Mentre in Europa sono ancora in piedi la domanda di registrazione alla Ue della menzione tradizionale Prosek (evidente traduzione del termine Prosecco) e la legge nazionale slovena che regolamenta l'uso del termine “balsamico” (con evidente danno per i marchi registrati “Aceto balsamico di Modena Igp” e “Aceto balsamico tradizionale di Modena Dop”) in Ecuador il consorzio del Parmigiano reggiano Dop vince la causa che lo opponeva alla domanda di registrazione da parte della multinazionale Kraft Foods Group Grands Llc che aveva richiesto il riconoscimento del marchio “Kraft Parmesan Cheese”.
L’ufficio locale dei diritti di proprietà intellettuale ha, infatti, stabilito che la richiesta della multinazionale americana non può essere accolta in quanto il marchio «presenta somiglianze significative con la denominazione di origine protetta, approfittando indebitamente della notorietà, della qualità e di altre caratteristiche di quest’ultima dovute esclusivamente alla ambiente geografico in cui viene prodotta»
La decisione rappresenta una vittoria importante per il sistema delle Indicazioni Geografiche nel continente americano poiché viene ribadita l'importanza fondamentale del legame tra prodotto, territorio e Denominazione di Origine.
La decisione dell'Ufficio Ecuadoriano ha dimostrato, in punta di diritto, che il nome Parmesan non è necessariamente generico al di fuori dell'Unione Europea, come invece vorrebbero varie multinazionali e associazioni di categoria. Dal 2008, la Corte di Giustizia Europea ha stabilito con una sentenza che solo il formaggio Parmigiano Reggiano Dop possa essere venduto con la denominazione Parmesan (che ne è semplicemente la traduzione) all'interno dell'Unione europea.
Pertanto, l'utilizzo del termine Parmesan per designare formaggi duri e grattugiati non conformi al disciplinare di produzione della Denominazione di Origine Protetta (Dop) Parmigiano Reggiano è una violazione di quest'ultima nell’Ue. La sentenza della Corte rappresentò una vittoria anche per i consumatori ottennero una garanzia di tracciabilità e una forma di tutela da denominazioni fuorvianti sul mercato.
Tuttavia, quella sentenza vale sul mercato comunitario ma non fuori dai confini Ue dove invece c'è spazio per usi non corretti del nome per formaggi prodotti negli Stati Uniti o anche altrove.Il Consorzio stima che il giro d'affari del falso Parmesan fuori dall'Unione europea sia di 2 miliardi di euro, circa 200mila tonnellate di prodotto, ossia 15 volte il volume del Parmigiano Reggiano esportato.
In questa ottica la decisione dell'Ufficio dell'Ecuador, al di là del peso specifico del paese sudamericano nelle esportazioni di Parmigiano Dop, conferma però l'importanza dell'Accordo di libero scambio concluso dall'Unione europea con Colombia, Perù ed Ecuador, che ha consentito di riconoscere la protezione della DOP Parmigiano Reggiano nei paesi andini.
«Prosegue la lotta globale del Consorzio contro l'uso illegittimo del termine Parmesan – ha commentato il presidente Nicola Bertinelli – dopo una battaglia legale durata quasi tre anni con la multinazionale Kraft Foods Group Brands Llc, siamo riusciti a scongiurare la registrazione del ‘Kraft Parmesan Cheese' come marchio di impresa in Ecuador. Un'azione portata avanti nell'interesse dei produttori italiani ma anche dei consumatori ecuadoriani che non correranno più il rischio di essere ingannati al momento dell'acquisto. Qualora la multinazionale dovesse impugnare la decisione il Consorzio, naturalmente, proseguirà nella sua difesa della Dop e dei consumatori locali».
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