Il Patrimonio Culturale al centro della nuova Agenda Urbana Europea
La transizione ecologica nei contesti urbani attraversa l’arte? Dal Ministero della Cultura e dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali lo studio di un nuovo Osservatorio europeo
di Roberta Capozucca
I punti chiave
4' di lettura
Il cambiamento climatico è una responsabilità individuale o collettiva? Come è possibile intervenire, puntando sulla sfera cognitiva o su quella affettiva? In ultimo, dobbiamo rassegnarci o un’alternativa c’è? Sono queste le tre domande attorno a cui è stata incentrata la tavola rotonda del 17 gennaio “Three key questions on culture/cultural heritage and climate change”, promossa dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali e dal Segretariato generale del Ministero della Cultura con il supporto di Europa Nostra. Attorno al tavolo, esperti del mondo della ricerca, dell'attivismo e dell’arte contemporanea si sono confrontati sul ruolo che la cultura e il patrimonio culturale possono ricoprire nelle azioni di mobilitazione e di contrasto al cambiamento climatico nei contesti urbani. Tra i partecipanti Marco Scotini, direttore artistico di FM Centro per l’Arte Contemporanea e direttore della Nuova Accademia di Belle Arti, che commenta: “che cosa può fare un artista per il cambiamento climatico? Direttamente nulla, siamo di fronte a un macro tema che eccede la possibilità di azione di molti. Indirettamente, invece, può fare molto, restituendo al singolo la capacità di autonomia decisionale attraverso la sua azione di re-incanto”.
L'Agenda Urbana dell'Unione Europea
La tavola rotonda “Three key questions on culture/cultural heritage and climate change” nasce in seno al lavoro svolto dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali per il Ministero della Cultura che, nelle azioni di definizione della nuova Agenda Urbana dell'Unione Europea, ha portato avanti uno studio di fattibilità per la costruzione di un Osservatorio europeo sul cambiamento climatico e sul patrimonio culturale in ambito urbano. Con il 70% della popolazione che vive in città, l’Unione Europea è una delle aree più urbanizzate al mondo, una situazione che secondo l'ONU è destinata a peggiorare raggiungendo l'80% entro il 2050. A fronte di questo scenario, nel 2016 l'Unione Europea ha dato il via all'Agenda Urbana, un'iniziativa che riunisce città, Stati membri, organi e associazioni all'interno di partenariati tematici dedicati allo sviluppo urbano sostenibile. L'obiettivo è quello di migliorare le legislazioni nazionali ed europee dei contesti urbani, garantire un accesso più agevole ai finanziamenti e condividere conoscenze ed expertise sulle questioni oggetto di interesse. In questo scenario, a seguito dell'Anno Europeo del Patrimonio Culturale nel 2018, anche Cultura e Patrimonio Culturale sono stati inseriti tra i gruppo di lavoro tematici dell'Agenda Urbana accanto alle partnership su inclusione di migranti e rifugiati, qualità dell'aria, povertà urbana, costruzione di alloggi, economia circolare, lavori e competenze nell’economia locale, adattamento al cambiamento climatico, transizione energetica, uso sostenibile del territorio, mobilità urbana; transizione digitale; appalti pubblici innovativi e responsabili e sicurezza negli spazi pubblici.
La piattaforma Knowledge Based
Con l'obiettivo di creare le basi per un Osservatorio europeo multi-stakeholder sulla cultura, il patrimonio culturale e il cambiamento climatico, il lavoro svolto dalla Fondazione per il MiC, che è parte del gruppo tematico Cultura e Patrimonio Culturale sopracitato, ha previsto una prima fase di ricognizione dell'esistente. Sulla piattaforma dedicata Culture/Cultural Heritage and Climate Change Knowledge Base, tutti i dati raccolti sono stati analizzati e organizzati per categorie: Policies, una raccolta dei programmi politici e delle azioni ufficialmente concordate a livello regionale, nazionale, europeo o globale per affrontare le minacce e la vulnerabilità del patrimonio materiale e immateriale in relazione ai cambiamenti climatici e ai disastri naturali; Programmes, con gli strumenti finanziari a sostegno della ricerca e dei progetti sui beni culturali e sui cambiamenti climatici nel contesto urbano; Projects, una collezione dei progetti volti a monitorare e gestire gli impatti dei cambiamenti climatici sul patrimonio culturale urbano, nonché le iniziative artistiche nel campo dei cambiamenti climatici e, infine, Actors, che raccoglie qualsiasi istituzione, gruppo, rete, fondazione, associazione attiva o che abbia svolto azioni rilevanti nell’ambito di ricerche, progetti o iniziative sul patrimonio culturale e sui cambiamenti climatici nel contesto urbano.
Con un rilevante aumento numerico di attivazioni negli ultimi tre anni, in totale sono state mappate 132 azioni politiche, 36 programmi, 161 progetti e 271 attori coinvolti a livello europeo nella promozione del binomio patrimonio culturale e cambiamento climatico. La piattaforma, inoltre, è stata costruita in modo da poter essere continuamente implementata affinché divenga un riferimento e uno strumento di conoscenza condiviso, uno spazio di raccolta e diffusione di informazioni sul tema e un laboratorio di pratiche per le autorità nell'orientamento strategico delle politiche urbane. O almeno si spera, visto che la stessa ricerca che ha prodotto il database online ha rilevato come molte delle iniziative che riguardano progetti finanziati da programmi europei, ad esaurimento fondi vengono abbandonati e i database diventano obsoleti.
Una risoluzione per l'Italia
Nel frattempo, il 19 gennaio, la Commissione Cultura al Senato ha approvato all'unanimità la risoluzione che impegna il Governo italiano a mettere in campo tutte le azioni possibili per la tutela del nostro patrimonio culturale e paesaggistico dall'impatto dei cambiamenti climatici. Il documento, frutto di un sentimento politico già emerso durante l'ultimo G20 Cultura ed evidente nella Dichiarazione di Roma, traccia per la prima volta la strada di un'agenda politica nazionale. Nel documento si chiede al governo, tra le altre cose, l'impegno a promuovere l'adozione degli strumenti di pianificazione paesaggistica e territoriale, la prosecuzione delle attività di mappatura dei siti industriali abbandonati al fine di riqualificarli nell'ottica del contrasto del consumo di suolo e l'implementazione della Carta del Rischio del patrimonio culturale tramite una piattaforma open source. Inoltre, a considerare i musei come istituzioni strategiche per la conoscenza del tema della crisi climatica, a promuovere progetti di divulgazione scientifica all'interno di ambienti interattivi; e a favorire attività di valorizzazione ecosostenibile tesi anche ad alleggerire lo stress antropico dovuto a flussi turistici massicci.
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