La strategia

Il piano in tre mosse della Roma targata Friedkin e Mourinho

di Gianni Dragoni

  Stephan El Shaarawy (a destra) festeggia con il compagno di squadra Pedro dopo aver segnato un gol nello scontro con lo Spezia Calcio lo scorso maggio

3' di lettura

L’effetto «Mou» ha fatto guadagnare più di 100 milioni di euro all’As Roma prima ancora di giocare una partita. È l’incremento del valore di Borsa della società di calcio da quando è stato annunciato l’ingaggio dell’allenatore portoghese. Dopo la prima fiammata del 21% all’annuncio del contratto, il 4 maggio, le azioni giallorosse sono salite del 68% (da 0,264 euro del 3 maggio a 0,442 del 2 luglio), la capitalizzazione è aumentata da 165 a 277 milioni.
Un guadagno virtuale, perché il flottante è solo il 13% del capitale e il nuovo proprietario arrivato lo scorso agosto, Dan Friedkin, non ha venduto il club. Ma l’andamento di Borsa è indicativo delle aspettative create dall’ingaggio dello «Special One». Sono concreti i 7 milioni netti all’anno che guadagnerà José Mourinho, contratto triennale. «Ora servono i giocatori», ha avvertito Fabio Capello, l’ultimo allenatore a vincere uno scudetto con la Magica, vent’anni fa. Questo è il punto dolente, lamentano molti tifosi. Non si può vivere (e soprattutto vincere) di solo Mourinho.
La nuova Roma di Dan Friedkin e Mourinho ha un piano in tre mosse. La prima è la squadra da rinnovare. Dopo la fine degli europei il club cercherà rinforzi sul calciomercato, ma prima deve smaltire gli esuberi di lusso, giocatori dall’ingaggio elevato che sono rientrati dal prestito (Florenzi, Under, Kluivert), sono dati di nuovo in partenza. Un’eredità pesante. La società vorrebbe venderli per fare cassa. Oppure darli in prestito. L’intenzione è avere una rosa con 18 giocatori, più 4-5 della Primavera.
La seconda mossa è lo stadio di proprietà. Friedkin ha rinunciato al progetto di James Pallotta su Tor di Valle che assomigliava più a una mega-operazione immobiliare che a un semplice impianto sportivo. L’obiettivo dichiarato dalla nuova proprietà è uno stadio più contenuto, meno di 80mila posti, in un’area da individuare, senza cubature immobiliari di contorno. Da vedere come verrà declinato, con le complessità della capitale e dei tanti «stakeholder», costruttori compresi.
La terza mossa è la più importante per capire quali ambizioni potrà avere la Magica: l’aumento di capitale. Friedkin ha già speso 363 milioni, ma la Roma ha bisogno di più soldi per far sognare i tifosi. Il 17 agosto 2020 l’imprenditore americano ha liquidato Pallotta con 199 milioni, di cui 63,4 milioni per acquistare il pacchetto azionario dell’86,6% nella Roma, 127,1 milioni per il rimborso del finanziamento soci, 8,5 milioni per l’acquisto di altre partecipazioni.
Poi Friedkin ha iniettato risorse nel club per 163,3 milioni, come finanziamento soci in varie tranche, di fatto è l’anticipazione di un aumento di capitale che è stato elevato a 210 milioni (in origine era 150 milioni) e deve essere formalmente lanciato sul mercato. Si prevede che avverrà verso la fine di quest’anno, anche con l’offerta in opzione ai soci di minoranza. Circa il 13,4% del capitale è di piccoli azionisti, che non hanno aderito alla mini-Opa lanciata da Romulus and Remus Investments Llc, la società-veicolo creata da Friedkin, con sede nel Delaware. Il prezzo era 0,1165 euro per azione. Solo lo 0,22% del capitale ha aderito. Chi è rimasto socio, è stato detto, dovrà versare 0,33 euro ad azione per la ricapitalizzazione.
I conti della Roma sono in sofferenza per i debiti elevati, la mancata partecipazione alla Champions League e l’impatto del Covid che comprime i ricavi commerciali e da stadio. Dopo aver chiuso il bilancio consolidato a giugno 2020 con una perdita netta di -204 milioni, la seconda più alta nella storia della Serie A, nel bilancio a giugno 2021 la perdita potrebbe essere di almeno 150 milioni, secondo dati ufficiosi. Sono ufficiali i conti dei primi nove mesi, al 31 marzo 2021: il rosso consolidato è -118,9 milioni, negativo anche il patrimonio netto consolidato, -207 milioni. Alla fine di maggio, il gruppo aveva un indebitamento finanziario netto «adjusted» di 299 milioni (303,6 milioni solo la Spa capogruppo). È questa la montagna da scalare per dare un futuro all’altezza delle ambizioni dei tifosi della Magica. In pratica, per dare ossigeno al club Friedkin dovrebbe iniettare almeno altri 250 milioni. Secondo voci il magnate starebbe cercando soci.

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