All'ombra dell'Etna

Il pistacchio di Bronte mette il turbo al fatturato di Pistì

Il volume d'affari del 2018 è stato di 30 milioni (+25%) Previsti 40 milioni nel 2019

di Nino Amadore

2' di lettura

È una crema di pistacchio disponibile in tre formati l’ultimo prodotto nato in casa Antichi sapori dell’Etna, azienda con sede a Bronte in provincia di Catania fondata 15 anni fa da Nino Marino (ex manager creativo proveniente dal settore delle carni) e Vincenzo Longhitano (ex dirigente cresciuto in una storica famiglia di produttori di pistacchio).

La sfida di Marino e Longhitano è stata di dar vita a un laboratorio artigianale per la produzione di dolci tipici siciliani: torroni, frutta martorana, croccanti e cioccolato, specialità alle mandorle, panettoni e colombe. Tutti ingredienti abbinati in modo tale da incontrare il palato e la voglia di novità delle giovani generazioni. Pistì è il marchio principale e più conosciuto, anche per la sua puntuale presenza negli scaffali della grande distribuzione organizzata, dell’azienda che sulla filiera del pistacchio ha costruito la propria filosofia produttiva e commerciale.

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Sono 70 gli ettari di pistacchieti di proprietà con una produzione media che va dalle 85 alle 105 tonnellate di pistacchi per periodo di raccolta: la raccolta del pistacchio brontese è biennale e viene fatta negli anni dispari, tra la fine di agosto e gli inizi di settembre.

«La forza e l’unicità di Pistì - spiega Nino Marino che dell’azienda è amministratore delegato - è nella filiera completa: dal pistacchio allo scaffale. Qui il pistacchio viene coltivato, lavorato e trasformato in prodotti di altissima qualità in quello che è il più grande laboratorio artigianale scavato nella lava dell’Etna».

Una struttura inaugurata nel 2009 che si estende su una superficie di 4mila metri quadrati. Ed è il simbolo di una crescita non solo dimensionale di questa azienda, che dà oggi lavoro a 90 persone che diventano però 160 nei periodi di alta produzione come quello che precede la commercializzazione del panettone. L’età media dei dipendenti si aggira intorno ai trenta anni e la forza lavoro è costituita per il 90% da donne.

«Pistì è stata fra le prime aziende a ricevere l’autorizzazione alla vendita e alla trasformazione di “Pistacchio Verde di Bronte Dop” e può vantare nel proprio palmarés il documento giustificativo che la autorizza alla vendita di prodotti destinati ad agricoltura biologica: una certezza per i consumatori» dice ancora Marino.

«La qualità è anche nel rapporto con l’ambiente: a testimoniarlo, l’applicazione di una severa raccolta differenziata sui processi produttivi e l’installazione di più di 3.000 metri quadrati di pannelli fotovoltaici che permettono a Pistì di produrre autonomamente tutta l’energia necessaria».

Antichi sapori dell’Etna - può contare su altri due marchi: Vincente Delicacies e Madero Quality - ha avuto nel 2018 un fatturato pari a 30 milioni con un incremento del 25 per cento rispetto all’esercizio precedente mentre nel 2019 l’obiettivo è di arrivare a fatturare complessivamente 40 milioni.

Se si fa poi un raffronto con il 2015 si può vedere come la crescita annua di questa azienda sia stata del 34,1 per cento. I prodotti Pistì vengono venduti in 41 paesi con l’export che rappresenta il 35% del fatturato. Numeri che rendono l’azienda siciliana leader indiscussa nel settore oltre che eccellenza assoluta del made in Italy.

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