Manifatturiero

Il polo industriale di Aprilia e Pomezia chiede autostrade e nuova governance

di Andrea Marini

3' di lettura

Un polo industriale che ha retto meglio di altri comparti alla lunga crisi del Covid. Ma che adesso chiede un cambio di passo, a partire da una nuova governance del territorio e dall’avvio delle infrastrutture stradali attese da decenni (cioè l’autostrada Roma-Latina e la Cisterna-Valmontone). A farsi portavoce di quest’area manifatturiera a cavallo tra l’area a Nord della provincia di Latina e quella a Sud di Roma, e incentrata sui comuni di Aprilia e Pomezia, è Renato Sciarrillo, presidente di Unindustria Aprilia. «Nei giorni scorsi – spiega Sciarrillo – abbiamo presentato uno studio promosso da Unindustria, la Camera di Commercio di Roma e l’Università La Sapienza, con l’obiettivo di contribuire a delineare un piano di sviluppo territoriale in grado di attirare gli investimenti».

Parliamo di un’area che ha visto le imprese aumentare dalle 9.924 del 2016 alle 10.344 del 2021 (+4,2%). Un trend di crescita che non è stato scalfito dalla pandemia. Il settore trainante è quello del manifatturiero, con 926 imprese e circa 15mila addetti, un quarto concentrato nel Farmaceutico. Seguono Alimentare (8,7%), Chimica (7,4%), Prodotti in metallo (6,5%) e Macchinari (6,1%). Sempre in termini di addetti, il manifatturiero di quest’area rappresenta il 10% del comparto regionale. Un quarto delle grandi aziende della zona ha capitali esteri, mentre il 30% delle imprese farmaceutiche ha una forte vocazione all’export.

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Il polo industriale ha tra i suoi punti di forza la vicinanza a importanti hub aeroportuali (Fiumicino a 38 chilometri, Ciampino a 31) e portuali (Civitavecchia a 89 chilometri). Anche dal punto di vista demografico, la zona dimostra una particolare vitalità: l’età media è di 42,4 anni rispetto a un dato nazionale di 45,2 anni. C’è poi un 12,5% di residenti stranieri rispetto all’8,4% della media nazionale.

«Questo territorio – spiega Sciarrillo – beneficia anche della vicinanza a Roma. Il che vuol dire che le imprese possono attingere a un capitale umano di prim’ordine. Penso ai sette atenei di livello internazionale della città e ai suoi centri di ricerca».

Tuttavia nell’area non mancano le criticità: una quota di laureati 30-34 anni inferiore di oltre 6 punti rispetto al resto d’Italia e un reddito medio inferiore di quasi il 14% rispetto alla media nazionale (con il livello di Aprilia assai più basso di quello di Pomezia). C’è poi il problema dei collegamenti autostradali inadeguati. «Il territorio attende da anni l’autostrada Roma-Latina e la Cisterna-Valomontone», spiega il presidente di Unindustria Aprilia. Con il collegamento stradale della Pontina sempre meno adeguato a causa dei suoi ingorghi continui, l’autostrada Roma-Latina è fondamentale proprio per permettere alle imprese di raggiungere in tempi rapidi gli hub di Fiumicino e di Ciampino e il porto di Civitavecchia. La Cisterna-Valomontone è invece necessaria per garantire un allacciamento con l’Autostrada del Sole e quindi con i mercati del Nord e Sud Italia.

«È vero che le imprese di Aprilia e Pomezia hanno retto meglio di altri comparti alla crisi del Covid – spiega Sciarrillo – ma ora bisogna ragionare su come rendere strutturale il rilancio. Il territorio, a cavallo tra due province, è amministrato da due enti territoriali. Poi c’è la Regione Lazio, con cui bisogna ragionare su come attrarre gli investimenti in questa area. Servirebbe prima di tutto un accordo interistituzionale tra imprese e enti locali. Poi occorre individuare un nuovo governo industriale del territorio, un consorzio che ragioni in una logica di Lazio manifatturiero del Sud».

Per Sciarrillo, poi, non bisogna lasciarsi sfuggire l’opportunità di «questo momento storico decisivo per sorti industriali del Paese. Stiamo uscendo – sottolinea – dalla principale crisi del dopoguerra con prospettive interessanti, con risorse e programmi che non hanno precedenti. Il Pnrr è una opportunità per spingere su un avanzamento della digitalizzazione e sull’economia circolare. Una opportunità – precisa – che ha tempi precisi di realizzazione, che non possiamo permetterci di non rispettare».

E in una fase storica dominata dal caro energia e dal rialzo dei prezzi delle materie prime, «l’economia circolare, il recupero e il riciclo delle materie prime, un trasporto merci più sostenibile, diventano delle priorità ancora più stringenti», conclude Sciarrillo.

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IBL Banca, capitale salito a 450 milioni in 15 anni
Nel numero scorso del Rapporto Centro del Sole24Ore in edicola il 21 gennaio, nell’intervista all’amministratore delegato ed azionista di IBL Banca Mario Giordano, un refuso ha impedito di apprezzare la forte crescita e la solidità raggiunta dalla banca, oggi leader nel comparto della cessione del quinto dello stipendio. «Nel giro di un quindicennio – segnalava Giordano – la banca da un capitale di 6 milioni è arrivata a uno di 450 milioni» e non di 45milioni, come erroneamente indicato nel testo. Ce ne scusiamo con l’interessato e con i lettori.
G. Gr.
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