Il popolo di Gaza attende la reazione israeliana. E ha paura
La testimonianza di Sami, 50 anni, palestinese, da 25 giornalista da Gaza City
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«Questa volta la gente, qui a Gaza, ha ancora più paura. Questa volta ci aspettiamo da Israele una reazione enorme. Molto più forte rispetto alle operazioni militari, peraltro già devastanti, effettuate contro la Striscia di Gaza negli anni passati». La voce di Sami, 50 anni, palestinese, da 25 giornalista da Gaza City, arriva forte e chiara. Come il suo pessimismo. Per ora whatsapp funziona bene. Per ora.
«La gente qui ha cominciato sin dalla mattina a prendere d’assalto mercati e supermercati – racconta – Si sono tutti gettati sui prodotti alimentari di base, scatolame, farina, e verdure che si conservano. Si preparano al peggio, si preparano a resistere a Gaza. Nella Striscia non esistono bunkers per i civili. Sono appena tornato da un giro per fare delle riprese. Le strade di Gaza City sono deserte. Quasi ci fosse un coprifuoco. Quello che può fare la gente è chiudersi a Gaza ed aspettare. Noi stiamo ricevendo decine di chiamate di amici e parenti che hanno paura perché aspettano un “colpo” israeliano enorme».
Attacco a sorpresa
La più grande aggressione militare da parte di gruppi armati palestinesi mai avvenuta in territorio israeliano ha colto di sorpresa quelli che, per fama (guadagnata sul campo), per esperienza, e per tecnologia, dovrebbero essere – ed hanno finora dimostrato di essere - i servizi segreti più preparati al mondo.
Il mondo si domanda come possano non aver colto i segnali di un attacco certo non improvvisato, i cui preparativi hanno senz’altro richiesto molto tempo. In un conflitto dove il manicheismo è eletto a regola del sistema, la versione di Sami è, naturalmente, una versione palestinese degli eventi. Ma il tono appare comunque pacato. Il giornalista racconta che gli stessi palestinesi di Gaza se lo aspettavano, questo attacco. «Pochi giorni fa c’erano stati numerosi messaggi da parte dei gruppi armati palestinesi. Avevano minacciato gli israeliani di non fare provocazioni nella moschea di al Aqsa (a Gerusalemme, moschea che è il terzo luogo sacro per i musulmani, ndr) e non intraprendere ulteriori azioni ostili contro i prigionieri palestinesi. Queste sono due linee rosse per i gruppi armati palestinesi che non devono essere superate».
Non appare dunque un caso se le milizie di Hamas abbiano definito «Operazione al-Aqsa» la loro aggressione in territorio israeliano, rivolta peraltro anche contro i civili, uccisi, feriti o presi in ostaggio.
Una drammatica prima volta
«È la prima volta che vediamo le milizie palestinesi sfondare il confine ed entrare in profondità nel territorio israeliano, prendendo il controllo di diversi centri abitanti lungo il confine. È la prima volta che vediamo rapire così tanti soldati israeliani. I valichi di accesso alla Striscia di Gaza sono tutti chiusi. Il valico di Erez (a nord, per il passaggio delle persone, ndr) è stato distrutto dopo un durissimo confronto militare tra israeliani e palestinesi. Diverse persone sono scese in strada a festeggiare».
Ma c’è poco in verità da festeggiare. La risposta israeliana sarà durissima, come ha promesso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Era l’ultima cosa di cui aveva bisogno questo fazzoletto di terra lungo 40 chilometri e largo pochi km nel punto più stretto, in cui vivono due milioni di persone in condizioni non certo facili. Due terzi dei palestinesi di Gaza vivono sotto la soglia di povertà, da 16 anni sotto l’assedio israeliano, 16 anni che hanno quasi distrutto l’economia palestinese locale.
«L’ospedale di Gaza è pieno di feriti – riprende Sami - e purtroppo anche di morti. Non sono preparati per un evento di questa portata. Continuano a circolare appelli alla popolazione affinché siano portati tutto ciò che può esser utile per prestare le cure ai feriti».
La voce comincia ad andare e venire. Il tempo perché Sami faccia un’ultima considerazione. «Ogni tanto avvertiamo il boato di qualche esplosione nelle vicinanze. Ma sappiamo che è poco rispetto a quello che ci attenderà nei prossimi giorni».
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