Il profumo che verrà: novità e dati dal mondo della profumeria artistica
Appena conclusa l’edizione del salone di Pitti, dedicato alla cultura olfattiva contemporanea e al mercato della ex nicchia: sono tante le curiosità da scoprire.
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Tutto è cominciato nel 2002, quando l'universo della profumeria cresceva ed evolveva al punto da diventare rilevante nel contesto luxury, e contemporaneamente si legava a doppio filo al fashion system: così, il management di Pitti Immagine – manifestazione nata all'inizio degli anni '50 nella Sala Bianca del Palazzo Pitti di Firenze – decide di dedicare alle creazioni olfattive per persona e ambiente uno spazio a sé, indipendente dalla fiera Pitti Immagine Casa.
La location scelta è inizialmente la limonaia di Giardino Corsini, ma già dopo alcune edizioni si rende necessario uno spazio più ampio per accogliere i numerosi espositori: la scelta cade sulla Stazione Leopolda, nel centro storico, che ospita tuttora l'evento che gli addetti ai lavori chiamano semplicemente ‘Fragranze'.
Per chi è del settore, o comunque per chi ha seguito l'evoluzione della profumeria ‘di ricerca' lontana dai canali di vendita mass, è decisamente anacronistico e riduttivo usare il termine ‘nicchia'. E lo sarà sempre di più, alla luce della sperimentazione creativa da parte dei brand esordienti, che attingono dal passato, ma anche e soprattutto dal futuro (vedi Metaverso e AI) per sedurre la Gen Z. Ma i giovani – viene spontaneo chiedersi – da chi o cosa sono attratti? Qual è il linguaggio che tocca i tasti emotivi giusti? Fino a pochissimo tempo fa, la risposta sarebbe stata su TikTok.
Ma è emerso da due talk proprio su questo tema che c'è – fortunatamente – voglia di cultura, di un faro e non di un influencer, di una divulgazione che affondi il suo sapere in profonde radici, come ha sottolineato Roberto Drago, co-fondatore di Laboratorio Olfattivo e Kaon: «Non credo che il modo di comunicare di molti influencer sia utile per il nostro settore. Il mio pensiero nasce da 37 anni di esperienza nel mondo della profumeria, il che mi permette di vedere un po' più lontano rispetto a chi ci lavora da un paio d'anni: forse il fatturato in negozio raddoppia oggi, ma un domani potrebbe esserci il naturale spostamento dei prodotti presso profumerie o catene commerciali. Occorre fare molta attenzione ed essere più lungimiranti».
La percezione reinventata
Il titolo-tema dell'edizione n. 21 di Pitti Fragranze è stato “Percezione Reinventata”. «Significa che c'è un modo diverso di percepire il mondo del profumo, ma non solo, attraverso immagini, parole, suoni che scaturiscono dall'utilizzo del digitale e dell'Intelligenza Artificiale», spiega Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine. In effetti, le nuove tecnologie e la sperimentazione mettono in moto le nostre emozioni più profonde: è il caso di Agarthi Scent Core, dove ‘Agarthi’ è un leggendario regno al centro della Terra (etimologicamente c'è un richiamo a Earth).
Il brand, voluto da Barbara Loddo Vismara, ceo di Aquacosmetics, con la direzione artistica dell'esperto di fragranze Ermano Picco, ha riunito quattro creatori di profumi per rappresentare olfattivamente gli scenari di un immaginario viaggio dal sapore verniano, ma che è una metafora introspettiva dell'animo umano.
Se è vero che tecnologia e futuro sono sempre più tangibili, si attinge anche dal passato più esteticamente fecondo per dare alla storia un appeal decisamente contemporaneo, come per Bienaimé, maison fondata nel 1935 da Robert Bienaimé, e caratterizzata da formule che incarnano il savoir-faire francese, ora completamente riviste con un occhio alla sostenibilità, che si ritrova anche nel packaging in puro stile rétro, ma interamente riciclabile. Punta di diamante, la fragranza Vermeil, col suo accordo di violetta e rosa che ricorda ciprie e rossetti d'antan.
Profumarsi non è più il gesto frettoloso dei dieci secondi prima di uscire di casa: questo è il messaggio di Fragranze, ed il fil rouge che accomuna i brand presenti. Sono molte le novità bodycare che incastonano millimetricamente il profumo nel macrotrend della cosiddetta Ritualistic Beauty, così definita da Beautystreams, che riflette il desiderio del me time, del vivere più lentamente e prendersi cura di sé, anche con candele profumate e diffusori (come quelli di Alex Simone e Source Adage).
Perché il tempo è un lusso e insieme alla cultura – anche quella olfattiva – e all'heritage di un brand sono valori che hanno un significato più profondo, anche del fatturato.
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