Il restyling di Marghera parte dal recupero dei pezzi storici
Da struttura di raffreddamento voluta da Agnelli a centro culturale: Venezia Heritage Tower è un esempio pilota della riqualificazione dell’area che sta attirando nuove imprese e investitori
di Valentina Saini
4' di lettura
Riqualificare strutture industriali dismesse è spesso la scelta vincente, soprattutto puntando su cultura e rapporto con il territorio. Ne è una dimostrazione l’idea alla base di Venezia Heritage Tower, alias Vht, che negli anni ha fatto sì che una torre di raffreddamento dismessa rinascesse e venisse trasformata in hub di eventi culturali, scientifici e aziendali a disposizione di tutti, nel cuore del polo industriale di Porto Marghera. La risposta della comunità imprenditoriale e culturale è stata buona, tanto che ora è in cantiere un ampliamento delle attività in ambito turistico, per portare un pubblico ancora più vasto a scoprire le potenzialità del NordEst italiano.
«Una vacanza a Venezia può diventare anche un’opportunità per stringere delle collaborazioni - afferma Christian Sottana, direttore strategico di Vht -. In fondo, in un’ora dal centro storico si possono visitare quattro siti patrimonio dell’Unesco: Venezia, Murano, le colline del Prosecco e le Dolomiti; ma anche delle eccellenze imprenditoriali di tutti i settori produttivi che trainano l’export nordestino. È una ricchezza e una vicinanza che si percepisce dall’osservatorio panoramico della torre».
Vht, che di recente ha ricevuto delegazioni da Canada, Polonia e Singapore, ha sede nell’unica torre di raffreddamento che resta delle cinque un tempo attive a Porto Marghera. Realizzata nel 1938, all’epoca fu un’opera che segnò una svolta in ambito ingegneristico grazie all’innovativa forma iperboloide (molto più efficace e duratura rispetto alle precedenti forme cilindriche e quadrate) e al materiale in cui fu costruita, il cemento armato. Alta 58 metri, con un diametro di 38 metri alla base e 28 nel restringimento, da quasi un secolo ormai è parte integrante dello skyline di Porto Marghera. La torre serviva lo stabilimento della Vetrocoke Azotati, voluto dagli Agnelli nel 1937 attivo fino ai primi anni Novanta del secolo scorso, per la produzione di fertilizzanti, plexiglass e lana di roccia, materiali cruciali sia per il settore agricolo che per quello industriale ed edilizio. Se all’epoca la torre fu un simbolo del progresso industriale e della baldanza che segnarono, tra luci e ombre, i primi decenni del Novecento italiano, oggi la bonifica che ne ha permesso il recupero rappresenta un esempio di positivo per Porto Marghera, che ancora nel dicembre di due anni fa destava la preoccupazione di Marcos Orellana, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle implicazioni per i diritti umani della gestione e dello smaltimento ecocompatibile di sostanze e rifiuti pericolosi. «Il piano di bonifica deve essere attuato con urgenza e in maniera efficace su tutto il sito contaminato» dichiarò Orellana dopo la sua visita in Italia, pur prendendo nota anche «dei cambiamenti positivi». Il processo di riconversione della torre di raffreddamento ha inizio nel 1996, quando Gianni Sottana - padre dell’attuale direttore strategico di Vht – promuove, con lungimiranza e coraggio, una collaborazione tra pubblico e privato proprio per la riqualificazione dell’area in cui sorge la torre, i 33 ettari dell’ex stabilimento Vetrocoke Azotati ormai chiuso, abbandonati con notevoli rischi ambientali connessi. I 100 milioni investiti tra il 1998 e il 2010 permisero di riqualificare l’area, oggi sede del Consorzio Multimodale Darsena, rendendo nuovamente disponibili spazi abbastanza ampi da potervi trasferire tutte le aziende di trasporto dalle aree cittadine limitrofe, liberandole del traffico pesante. Oggi l’area è diventata polo di attrazione, dove hanno sede oltre 100 imprese che si sono aggiunte alle iniziali 20 componenti il Consorzio Multimodale Darsena.
Nel 2018 termina l’ulteriore trasformazione dell’ex stabilimento, con la riconversione dell’unica torre di raffreddamento rimasta, progetto realizzato grazie a fondi messi a disposizione da investitori privati e da un finanziamento nell’ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020. Si conclude quell’anno il restauro dei tre piani attualmente operativi della Vht. Lo spazio circolare vetrato del piano terra, che ospita un’esposizione semipermanente sulla cultura d’impresa e le eccellenze nordestine; il primo piano, dove sono stati ricavati un auditorium da oltre 200 posti, due foyer e una terrazza vetrata con vista sull’iperboloide interno della torre; e l’osservatorio panoramico a 360°, che nelle giornate terse permette di vedere tanto Venezia quanto le Dolomiti.
La Vht offre spazi e servizi all’impresa, organizza attività formative e culturali (da giornate di team building a congressi), incontri di rappresentanza, visite istituzionali e tour esperienziali. Si tratta di circa 30 eventi customizzati all’anno e altrettante visite guidate per scuole, università e associazioni, e un totale di 2000 visitatori. «Il 50% delle richieste arriva dal Veneto, il 30% dalla Lombardia e il restante 20% dal resto d’Italia ed estero - dice Sottana. - Per le attività business i nostri interlocutori sono principalmente le società per azioni, per quelle formative invece si tratta soprattutto di università e scuole». L’ultima parte del 2023 vedrà, dal punto di vista strutturale la realizzazione del percorso “l’Avventura industriale di Porto Marghera” che ripercorre, dal passato al presente, le tappe fondamentali della storia del sito lungo i 305 gradini della scalinata iperbolica che sfociano nell’Osservatorio panoramico a 60 metri di altezza.
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