Governo e Parlamento

Il riconoscimento professionale dell’artista visivo un’occasione da non perdere

L'ultimo disegno di legge sullo statuto dell'artista vede le commissioni Cultura e Lavoro del Senato congiunte, in attesa che arrivi il testo del Governo. Una priorità per il Senatore Roberto Rampi, relatore del ddl

di Francesca Guerisoli

Art Workers Italia (AWI) in manifestazione a Venezia, 23 febbraio 2021. Courtesy AWI

4' di lettura

I lavoratori dell'arte e del settore creativo stanno soffrendo più di altre categorie la situazione emergenziale, tanto che una riforma del settore è sempre più urgente. In questi ultimi mesi, ci stanno lavorando sia il Governo sia il Parlamento, dove, in Senato, il 10 marzo scorso è stato presentato il Disegno di legge n. 2127, “Disposizioni sul riconoscimento della figura professionale dell'artista e sul settore creativo ” su iniziativa dei senatori Nencini, Cangini, De Lucia, Laniece, Rampi, Saponara e Sbrollini. Precedentemente, il 9 dicembre 2020, era stato depositato alla Camera dei Deputati un ddl analogo, “Statuto sociale dei lavoratori nel settore creativo, dello spettacolo e delle arti performative” (2819), che aveva visto come primi firmatari il senatore Francesco Verducci (Pd) e il deputato Matteo Orfini (Pd). Entrambi i testi si inseriscono nel contesto di un dibattito ventennale, sia a livello nazionale sia europeo, e cercano di dare una definizione dell'artista e dei lavoratori del settore creativo – comunità che non avendo un perimetro professionale non è mai stata censita – nella prospettiva di “valorizzarne il lavoro in maniera omogenea” (ddl 2127), così da porre le basi per una riforma del sistema di tutela previdenziale e sociale della categoria.

Le arti visive: le grandi assenti

Nelle diverse occasioni in cui, a partire dal primo lockdown, il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo (MiBACT), poi Ministero della Cultura (MiC), Dario Franceschini ha parlato degli artisti, ha poi specificato lavoratori dello spettacolo. Anche il ddl 2127 presenta questa lacuna: la grande assente è ancora una volta la figura dell'artista visivo. Infatti, se nel titolo del testo, così come nell'art. 1, comma a, si parla della figura dell'artista, “nella pluralità delle sue diverse modalità e forme espressive” e nell'art. 2, comma 1, “Si definisce 'artista' qualsiasi persona che crea o ricrea le opere d'arte o dà loro espressione creativa, considera la sua creazione artistica come una parte essenziale della sua vita e contribuisce in tale modo allo sviluppo di arte e cultura”, nell'art. 3, comma 2, si identifica la “professione artistica” come “una prestazione lavorativa che si svolge nell'ambito delle attività di spettacolo”, andando poi a elencare tali attività nel comma successivo, in cui non si fa menzione delle arti visive.

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Gli artisti chiedono un riconoscimento professionale

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Una strategia per fare un passo avanti

Non fa mistero di tale mancanza il senatore Roberto Rampi (Pd), membro della Commissione 7ª – Cultura, nominato relatore del ddl tre giorni fa, a cui è stata affiancata l'ex Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo (M5S), per la Commissione 11ª – Lavoro. Il senatore Rampi sostiene, infatti, che quest’ultimo testo costituisce solo un primo passo per l'affermazione della categoria, partendo dalla sua definizione: “C'era l'esigenza di costruire qualcosa che permettesse di fare un'operazione, che in effetti è in corso. Ci serviva un testo che venisse assegnato alla Commissione Cultura”. Questo passaggio non è stato banale. Un testo su un tema specifico può essere presentato da una Commissione e la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, sulla base di alcuni criteri, può decidere di assegnarla a un'altra commissione. Soprattutto in un caso come questo, in cui si tratta di lavoro, il rischio che il testo passasse ad un'altra commissione era alto. “I due testi di Verducci e della Borgonzoni sono finiti diretti alla Commissione Lavoro. Noi abbiamo deciso di fare un testo 'minimal' in modo che ci venisse assegnato, sapendo perfettamente che, una volta avuto il testo, lavori e aggiungi ciò che ritieni necessario. L'operazione ha funzionato, ci ha permesso di aprire il lavoro, con la volontà di calendarizzarlo in fretta. Il ddl è passato davanti a tutto il resto e adesso siamo in congiunta con la Commissione Lavoro. Con il risultato che la Cultura ne è titolare. Guidiamo noi il processo”. Rimane aperta la domanda su quali differenze avrebbe potuto portare includere in questo primo testo accanto ai lavoratori dello spettacolo anche i lavoratori delle arti visive.

Le Commissioni Cultura e Lavoro in congiunta

Quali saranno i prossimi passaggi delle due Commissioni Cultura e Lavoro, partite in congiunta questa settimana? “La prossima faremo un ciclo di brevi audizioni con persone di profilo tecnico, come il presidente dell' Inps e il direttore generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Poi la settimana successiva stenderemo un testo unificato. A quel punto, quando si redige un testo unificato, si può aggiungere tutto ciò che si ritiene utile”. Oggi dalle 12 alle 14 il senatore Roberto Rampi prenderà parte all'assemblea nazionale di Art Workers Italia (AWI) “Il lavoro dei sogni / Il sogno del lavoro”, che si terrà al chiostro del Piccolo Teatro di via Rovello, a Milano, rinominato dagli occupanti Piccolo Teatro Aperto, proprio con l'obiettivo di raccogliere sollecitazioni puntuali sul testo, e interverrà in un panel insieme a Franco Broccardi, dottore commercialista, Alessandra Donati, esperta di diritto dell'arte, e Marco Minoja, direttore Cultura del Comune di Milano. Al termine del programma di incontri,verrà consegnata formalmente la proposta di riforma dello spettacolo elaborata dal Coordinamento Spettacolo Lombardia.

In attesa del testo del Governo

“Io sono molto ottimista. Nel frattempo si sta muovendo anche l’attività legislativa del Governo, che farà un proprio testo – continua Rampi –. I tempi oggettivi dell'aula per il doppio passaggio, ad essere bravissimi, consistono in almeno due anni. Però, il fatto che arrivi il testo del Governo, collegato alla Legge di stabilità, può dare una grande accelerata, perché possiamo agganciarci a quello e modificarlo con il lavoro fatto. (…) È un'occasione spettacolare. Non si era mai arrivati a questo punto, che si sedessero formalmente le due Commissioni Cultura e Lavoro, con un testo calendarizzato, con due relatori, quindi anche con un senso di priorità. È un bel passo avanti e una bella occasione”. Da non perdere.

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