disponibili 19mila posti

Il rischio contagio è a casa: solo uno su venti fa la quarantena in caserma o in hotel

Protezione civile e Regioni hanno messo a disposizione 19mila posti letto per ospitare chi non può fare la quarantena a casa, ma sono stati occupati solo 4mila posti.

di Marzio Bartoloni

(ANSA)

2' di lettura

Per chi non può fare l'isolamento nella propria abitazione ci sono oltre 19mila posti tra caserme e covid hotel, gli alberghi messi a disposizione dalle Regioni, ma finora a scegliere di fare la quarantena fuori casa per non contagiare i familiari sono stati in poco più di 4mila malati di Covid. Pochi, solo il 5% degli oltre 80mila positivi che attualmente sono in isolamento domiciliare perché positivi ma con lievi sintomi.

A disposizione 19mila posti per le quarantene
A dare i primi numeri sulle strutture disponibili e i posti a disposizione e quelli occupati è stato il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Che sottolinea come al momento ci siano a disposizione 19mila posti letto, 6.800 dei quali messi a disposizione dello Stato e altri 12.230 in 262 strutture reperite dagli enti locali. Strutture che vano appunto dalle caserme a molti hotel che in tutta Italia sono stati “affittati” dalle Regioni per ospitare chi è contagiato dal coronavirus ma preferisce non restare a casa perché altrimenti rischierebbe di contagiare anche i propri familiari. Al momento però di questi 19mila posti ne sono stati occupati soltanto 4.146. Pochi se si pensa che i malati di Covid che si trovano a casa per l’isolamento domiciliare sono oltre 80mila: segno che la stragrande maggioranza preferisce restare a casa. Sicuramente numeri molto inferiori alla Cina dove però grazie anche a misure coercitive le quarantene obbligatorie fuori casa venivano imposte lì dove necessario.

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Il rischio contagio ora è quello intra-familiare
Sono in molti a sottolineare come dopo 40 giorni di lockdown l’ultima fonte dei contagi si annidi proprio dentro le case attraverso il cosiddetto contagio intrafamiliare visto che gli 80mila italiani positivi vanno moltiplicati almeno per tre contando i familiari che vivono nella stessa abitazione. «L'isolamento domiciliare è il tema al centro della Fase 2», ha detto il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro. «Stiamo facendo uno sforzo straordinario per mettere a disposizione strutture e risorse per gestire al meglio le esigenze della residenzialità». Da qui la corsa a trovare spazi per le quarentene per chi non può restare a casa: da settimane sono state individuate alcune caserme e le Regioni hanno siglato accordi con gli alberghi per aprire i Covid hotel. «È indubitabile che il contagio domiciliare possa contribuire in maniera significativa alla diffusione del virus», ha detto il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli che sottolinea come sia fondamentale la «possibilità per chi non ha condizioni strutturali nel proprio domicilio di poter garantire un isolamento dei soggetti contagiati». Una opzione però scelta ancora da pochi italiani, che preferiscono stare a casa, ma così mettendo a rischio contagio in molti casi anche i propri congiunti.

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