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«Il ritardo sul 5G non pesa sulla telemedicina, per digital twin e operazioni a distanza molta strada da fare»

L'intervista a Gianmatteo Manghi, ad di Cisco Italia. Per il nostro Paese è impossibile e «controproducente» diventare autonomi a livello tecnologico

di Simona Rossitto

Gianmatteo Manghi, ad di Cisco Italia

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il ritardo del 5G in Italia non rallenta le applicazioni di telemedicina, ma per avere i tanto attesi digital twin o operazioni chirurgiche a distanza, «c'è ancora molta strada da fare», ed è importante puntare sugli investimenti in ricerca e sviluppo. A tracciare un quadro sul futuro della telemedicina, a tre anni dalla pandemia, quando questa branca è diventata improvvisamente molto importante e conosciuta dai più, è Gianmatteo Manghi, ad di Cisco Italia, azienda che ha una collaborazione attiva con il Campus Biomedico di Roma. E' prevedibile, secondo Manghi che queste innovazioni «arrivino di qui a qualche anno».

Il gruppo, attento alle competenze («non si trovano soprattutto quelle di cybersecurity»), è anche coinvolto nel Psn, il Polo strategico nazionale del cloud al quale fornirà parte delle tecnologie. «Non vediamo possibili problemi, le tecnologie che vengono utilizzate sono sempre rispettose delle normative sulla sicurezza nazionale, del trattamento dei dati nazionali e di tutte le regolamentazioni», risponde riguardo alla possibile applicazione del Cloud Act ad aziende americane come Cisco. Diventare autonomi a livello tecnologico non solo sarebbe impossibile per l'Italia e ma è «controproducente» visto che «non favorisce lo scambio tra Paesi legati da un rapporto di amicizia, e quindi non favorisce la crescita».

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Il ritardo italiano sulla copertura delle reti 5G può frenare lo sviluppo delle applicazioni di telemedicina?

Direi di no: il ritardo del 5G non rallenta lo sviluppo di applicazioni come l'assistenza domiciliare o da remoto, per le quali esistono già le tecnologie necessarie. Per la telemedicina è molto più importante puntare sulla ricerca e sullo sviluppo di soluzioni software e hardware. Le tecnologie per arrivare alla realizzazione di operazioni chirurgiche a distanza e del digital twin (il gemello digitale, ndr) in parte ci sono, ma c'è ancora molta strada da fare. L'obiettivo del digital twin è arrivare a replicare le caratteristiche del paziente, offrendo così la possibilità al chirurgo di operare su un modello digitale. Quindi il ritardo in Italia del 5G non è un fattore discriminante in questo campo, riguarda casomai altre applicazioni come la guida assistita, l'automazione industriale di un porto o la comunicazione a bordo treno.

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Quando, dal vostro punto di osservazione, arriveranno il digital twin o le operazioni a distanza?

Difficile fare previsioni, possiamo sbilanciarci affermando di qui a qualche anno, ma è pur sempre un dato provvisorio. Le tecnologie di base, come dicevo prima, già esistono, ma devono essere sviluppate attraverso modelli che, una volta testati, diventeranno protocolli in ambito medico scientifico. Noi forniamo le tecnologie di base, che vengono poi utilizzare da altre società per sviluppare soluzioni digital twin o di operazioni a distanza. Con il Campus Biomedico abbiamo istituito a Roma la Cisco and Networking Academy, una scuola di formazione sulle tecnologie digitali. Collaboriamo sui temi che riguardano le immagini 3D e il loro uso, sia per la formazione in medicina sia per un'applicazione pratica nelle biotecnologie o nel digital twin. Mettiamo a disposizione tecnologie come Webex Ologram, o tecnologie di realtà aumentata che consentono agli studenti di medicina di fare formazione su un paziente virtuale, eseguire interventi chirurgici e diagnosi virtuali.Avete problemi a reperire le competenze necessarie?

Esiste senz'altro una difficoltà oggettiva nel trovare competenze digitali sufficienti rispetto alla domanda. In generale si stima che nei prossimi 3-5 ci sarà un gap di circa 800.000 persone per quanto riguarda competenze che vanno dallo sviluppo software alla cybersecurity, dalla gestione dei dati alla capacità di applicare le tecnologie digitali al mondo industriale. Nella mia esperienza personale, le competenze al momento più difficili da reperire sono quelle legate alla cybersecurity.

Contate di fare nuove assunzioni?

Non ci siamo mai fermati, in un anno e mezzo di pandemia abbiamo assunto 70 persone. Cerchiamo fondamentalmente due tipi di profili: nei due centri di ricerca e sviluppo in Italia, uno a Vimercate e uno a Pisa, che impiegano complessivamente 200 persone, cerchiamo sviluppatori, progettisti, ingegneri per la ricerca e sviluppo. La filiale che segue il mercato italiano cerca invece progettisti, esperti di informatica, di tecnologie digitali che possano svolgere attività di vendita e progettazione con le tecnologie esistenti.Parlando di cloud, un'altra applicazione che come il 5G diventerà sempre più importante, visto che voi siete tra le aziende coinvolte nel Psn, c'è chi paventa problematiche che potrebbero sorgere, legate all'applicazione del Cloud Act che consente agli Usa di accedere ai dati che detenuti dalle aziende nazionaliNell'ambito del Polo strategico nazionale, Cisco fornisce parte delle tecnologie che rendono possibile la realizzazione dei progetti di la migrazione dei dati della Pa al cloud. Non vediamo problemi: le tecnologie che vengono utilizzate sono sempre rispettose delle normative sulla sicurezza nazionale, del trattamento dei dati nazionali e di tutte le regolamentazioni. Il nostro modello di business in Italia è un modello indiretto che consente di creare un grande valore aggiunto nel Paese. Pensare che l'Italia diventi totalmente autonoma nello sviluppo e produzione di tecnologie digitali non solo non è possibile ma può essere controproducente, visto che non favorisce lo scambio tra Paesi legati da un rapporto di amicizia, e quindi non favorisce la crescita. In ogni caso, noi siamo molto impegnati a fornire la massima trasparenza, al rispetto di tutte le regole di cybersecurity e del Gdpr sulla privacy. Ne è conferma il fatto che abbiamo siglato un accordo strategico con Acn che prevede scambio di dati e competenze, formazione e sviluppo di soluzioni innovative che possano beneficiare il mercato italiano.

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