Il ritorno a casa di Björk
Con il nuovo album “Fossora” la cantante islandese “scava” fra i ricordi e i legami con la sua terra e la sua famiglia
di Fernando Rennis
2' di lettura
Il nuovo album ha per titolo un parola latina ed è un'esaltazione della sua terra, a partire dalla copertina in cui Björk è un folletto islandese circondato dai funghi. Al suo interno, invece, musica per «gente che allestisce discoteche nei propri soggiorni», come lei stessa la definisce.
Fossora in latino è il femminile del sostantivo che indica «colui che scava», Björk ha scelto questo titolo per il suo album perché, in fondo, è proprio ciò che fa attraverso i tredici brani che lo compongono. Ancestress – in cui è presente anche suo figlio Sindri Eldon – e Sorrowful Soil sono dedicate a sua madre Hildur Rúna Hauksdóttir, fervente attivista morta nel 2018, mentre sua figlia Ísadóra Bjarkardóttir Barney compare nella conclusiva Her Mother's House.
“La bellezza nei fiordi”
L'artista di Reykjavík non scava soltanto nel suo privato, ma anche nella sua terra: nei meandri di Fossora troviamo il brano Fagurt Er í Fjörðum, ovvero “La bellezza nei fiordi”, una canzone celebrativa della tradizione islandese. I versi sono quelli della poetessa nomade e pescatrice Látra-Björg, una figura interessante da vari punti di vista: emarginata dagli uomini perché più talentuosa di loro nella pesca, aveva il potere di muovere le montagne, leggere il mare, conoscendo gli spostamenti dei pesci, e lanciare incantesimi attraverso le sue poesie.
Musicalmente parlando, Fossora risente di due principali elementi. Il primo è legato al modus operandi di Björk, che costruisce ogni suo album come reazione al precedente. Vulnicura del 2015 era la struggente colonna sonora della separazione dall'artista Matthew Barney, Utopia del 2017 il tentativo escapista di elaborare la rottura sentimentale. Il nuovo disco dell'artista arriva dopo ben cinque anni e l'esperienza del lockdown, vissuto da Björk nel salotto di casa, mettendo dischi per feste con una ventina di invitati. L'altro elemento peculiare di Fossora riguarda le collaborazioni, che vanno dal duo indonesiano Gabber Modus Operandi, producer che mescolano musica tradizionale balinese con l'elettronica e l'hardcore, all'artista sperimentale statunitense Serpentwithfeet.
Tutto ciò rende il decimo album in studio di Björk un'opera legata alla terra, uno spazio organico e arioso in cui convivono fredde scariche elettroniche e il calore del clarinetto basso; entrambi al servizio delle esplosioni vocali che, come l'artista islandese ci ha abituati, sono in perenne lotta con la melodia.
Fossora è un album in cerca di contatto: con le proprie radici familiari, con la propria terra e con altri esseri umani. Non a caso, il primo singolo che ha anticipato l'album, Atopos – parola greca traducibile con «inusuale», «fuori posto», a voler sottolineare il labirinto sonoro che contraddistingue il brano e la disconnessione tra persone, portata all'eccesso durante la pandemia – è ispirato a Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes. Nella canzone Björk ci dice che la speranza è «un muscolo che permette di connetterci» e, soprattutto, che «la nostra unione è più forte di noi».
loading...