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Nel complesso sistema distrettuale del Triveneto si distinguono un gran numero di imprese “champion”: quelle cioè che spiccano in termini di crescita (almeno pari a +7% di fatturato tra il 2019-2021), redditività (almeno pari all’8% nel 2021), solidità patrimoniale (almeno pari al 20% nel 2021) e per aumento della forza lavoro.
Il Trentino-Alto Adige è, dopo il Piemonte, la regione con maggior diffusione di imprese distrettuali “champion” sul totale delle imprese distrettuali (16,4% pari a 72 aziende), il Veneto è terzo (13,8%, pari a 500 aziende) e il Friuli-Venezia Giulia sesto (11,5%, pari a 51 aziende). Quanto ai singoli distretti, quelli con la maggior incidenza di imprese “champion” sono le Macchine agricole di Padova e Vicenza (28,8%), la Plastica di Treviso, Vicenza e Padova (24%), la Meccatronica di Trento (23,1%), il Legno e arredo del Trentino-Alto Adige (18,2%) e il Mobile e pannelli di Pordenone (17,3%). Anche questa è una chiave di lettura per comprendere come si muovo le performance a livello territoriale.Le Macchine agricole di Padova e Vicenza hanno aumentato le vendite di 77 milioni di euro nell’ultimo semestre: i maggiori incrementi si sono registrati negli Stati Uniti, in Germania, in Francia e in Turchia, dove le esportazioni sono più che raddoppiate (+122%). Fra i distretti sugli scudi l’Occhialeria di Belluno è quello che a livello italiano segna in assoluto la maggiore crescita in valore rispetto all’anno precedente (+334 milioni di euro pari a +18,4%) raddoppiando le esportazioni in Turchia, hub dei consumi del lusso nel Medio Oriente, più che quadruplicando quelle di Hong Kong, a sua volta hub centrale nell’Asia Orientale. Sono cresciuti ulteriormente i flussi verso la Francia (+19%), le cui firme del lusso hanno recentemente investito in nuovi siti di produzione nel distretto (Thèlios nuovo gruppo controllato da LVMH), e ulteriori incrementi si sono rilevati negli Stati Uniti (+4,5%). A guidare la crescita dell‘occhiale di lusso sono le licenze legate ai grandi marchi della moda che stanno investendo non solo nel design, ma anche nella tecnologia e in nuovi materiali. C’è poi la tendenza crescente della sostenibilità che si applica alla produzione della filiera e al riutilizzo dei materiali riciclati del settore dell’occhialeria (montature, lenti, scarti di lavorazione). Proprio su questo filone innovativo il centro di ricerca e formazione di Certottica insieme all’Università di Trento sta sviluppando un progetto di riutilizzo di materie prime seconde e di impiego di energia dalla trasformazione di rifiuti bioplastici. Il centro di ricerca e formazione del distretto sta lavorando anche alla definizione di un nuovo sistema di certificazione di sostenibilità del prodotto occhiale e dei suoi vari componenti.
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