la giornata dei mercati

Il Russiagate spaventa i listini. Milano a -2,3% con Fiat ko

di E. Micheli e A. Fontana

Epa

7' di lettura

La bufera Trump si abbatte sui mercati finanziari e gli operatori corrono ai ripari facendo dietrofront dopo settimane di massimi sui listini azionari. L'uno-due di indiscrezioni sul caso già ribattezzato come Russiagate, e relativo ai rapporti tra l'amministrazione Trump e Mosca (prima le ammissioni sulle informazioni top secret sull'Isis rivelate dal presidente ai russi, poi i retroscena sul licenziamento del capo dell'Fbi) ha portato a vendite su tutti i principali listini parallelamente al tonfo di Wall Street (dove il Dow Jones ha perso l'1,76% in quello che è il calo maggiore da settembre, il Nasdaq ha ceduto il 2,57% mentre lo S&P 500 ha lasciato sul terreno l'1,80%). L'escalation del Russiagate, segnalano gli analisti, propone a sorpresa il tema della stabilità politica negli Stati Uniti mettendo sullo sfondo l'ipotesi di una messa in stato di accusa dello stesso presidente.

Piazza Affari, ai massimi da fine 2015 ieri, è stata la peggiore cedendo il 2,3% nel FTSE MIB che è arretrato di circa 500 punti in una sola seduta. Perdite non lontane dai due punti percentuali anche per Madrid e Parigi.

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BORSE EUROPEE - ORE 18.00

BORSE EUROPEE - ORE 18.00

A Milano pesante Buzzi Unicem (-6%) che corregge ancora dai massimi degli ultimi dieci anni pagando anche la fase dei debolezza del dollaro e le vendite generalizzate sul settore costruzioni. Tra i finanziari male Ubi Banca (-5,3%) e Unicredit(-4,3%). Ma la protagonista della seduta è stata Fiat Chrysler Automobiles caduta del 4,6% dopo la conferma delle indiscrezioni sull'apertura della procedura Ue nei confronti dell'Italia per il mancato rispetto delle norme sulle emissioni inquinanti da parte della casa italo-americana. L'euro risale fino a 1,1142 dollari (da 1,1069).

Timori di slittamento della riforma fiscale Usa

Il caso Russiagate ha tenuto banco fin da questa mattina sui mercati finanziari globali con gli osservatori che già temono nuove frenate sull'implementazione del programma Trump, a cominciare dalla riforma fiscale, e si spingono a ipotizzare anche scenari di impeachment. «I democratici hanno subito preso la palla al balzo, indicando come questo elemento (il Russiagate, ndr) possa rappresentare un motivo di messa in stato di accusa per ostacolo della giustizia. Le agenzie specializzate nelle scommesse hanno rapidamente iniziato ad incrementare la probabilità attribuita a tale ipotesi nell’arco di un anno - segnalano gli analisti di Mps Capital Services - . In questo contesto, i timori di instabilità politica, che fino a qualche settimana fa riguardavano esclusivamente l’area Euro in attesa delle presidenziali francesi, si spostano rapidamente oltre oceano». Va detto comunque che gli investitori hanno anche approfittato del terremoto che sta scuotendo la Casa Bianca per alleggerire le posizioni, dopo la corsa delle principali Borse europee (+10,6% Milano da fine 2016) e della stessa Wall Street (+5% circa il Dow Jones) da inizio anno.

Inflazione in ripresa in Europa
Per quanto riguarda l'Europa, invece, i dati odierni hanno confermato che l'inflazione ad aprile si è attestata all’1,9%, in accelerazione dall’1,5% di marzo. Eurostat ha diffuso i nuovi dati in linea con quelli della prima lettura. Solamente un anno fa l’Europa versava in deflazione con l’indice dei prezzi in calo dello 0,2%. In Italia ad aprile l’indice ha registrato un incremento del 2% dopo il +1,4% di marzo (ad aprile 2016 era a -0,4%). Eurostat ha inoltre pubblicato i dati relativi alla produzione nel settore delle costruzioni, che a marzo è calata dell'1,1% nella zona euro e dello 0,8% nella Ue rispetto a febbraio, quando era aumentata rispettivamente del 5,5% e del 3,9%. Rispetto al marzo 2016 la produzione è aumentata del 3,6% nella zona euro e del 3,7% nella Ue.

Il balzo dell’export in Italia
In Italia intanto, a marzo, la bilancia commerciale ha registra un surplus di 5,4 miliardi (+5,2 miliardi a marzo 2016). Rispetto al mese precedente, dice l'Istat, si registra un aumento per le esportazioni (+4,0%) mentre le importazioni sono stazionarie. A livello tendenziale le esportazioni sono cresciute del 14,5%, le importazioni del 16,3 per cento. Più in dettaglio le vendite verso i Paesi extra Ue sono volate del 15,1% sull'anno e quelle verso l’Unione europea del 14,1%. Comunque sono aumentate anche le importazioni, con un balzo del 16,3% su base annua. Così a marzo 2017 il surplus commerciale è di 5,4 miliardi (dai 5,2 miliardi del marzo 2016). Nei primi tre mesi dell’anno l’avanzo commerciale raggiunge 6,7 miliardi.

Male banche e industrie esposte sul dollaro. Brilla Saras
Tornando a Piazza Affari, ha chiuso tutto in rosso il paniere delle 40 big del listino con anche Italgas , a lungo l'unica al rialzo con il mercato che attende novità sulla possibile offerta per gli asset italiani di Gas Natural Fenosa, capace di chiudere in netta correzione (-1,7%). Hanno limitato i danni le altre utility (-1,1% Enel , -1,3%Terna) così come alcuni petroliferi grazie alla corsa del greggio innescata nel pomeriggio dalla pubblicazione dei dati settimanali del dipartimento dell'Energia Usa su petrolio e carburante (-0,9% Saipem e -1,3% Tenaris). Sono stati invece soprattutto bancari e industriali, in particolare quelli esposti verso il dollaro americano, come Fiat Chrysler e Leonardo - Finmeccanica (-3,99%) ad accusare le perdite più significative. Male anche Brembo (-3,6%) e Cnh Industrial (-3,5%). Nel comparto lusso giù Moncler (-3,8%) e Ferragamo (-3,6%). Fuori dal Ftse Mib balzo di Saras (+4,8%) dopo la pubblicazione della trimestrale chiusa con un utile netto di 92 milioni. Giù del 3% Iren dopo il collocamento di un pacchetto del 2% da parte dei Comuni di Reggio Emilia e Parma.

Atlantia in calo nell'attesa sviluppi su offerta per Abertis

Atlantia ancora in retromarcia, nell'attesa degli sviluppi sull'offerta per rilevare la spagnola Abertis. Il gruppo che fa capo alla famiglia Benetton ha messo sul piatto 16,5 euro per ogni azione dell'azienda iberica, per un totale di oltre 16 miliardi di euro. Somma che, secondo quanto riferito dal Sole 24 Ore , il principale azionista Caixa valuterà nell'arco delle prossime 2-3 settimane. El Mundo, tuttavia, riferisce che il primo socio di Abertis, con una quota del 22,5% del capitale, avrebbe giudicato non congruo il prezzo, chiedendo dunque un ritocco del'offerta e anche una revisione della governance. Intanto le agenzie di rating Standard and Poor's e Moody's hanno confermato i propri rating su Atlantia, ma con outlook negativo. Numerosi analisti sono positivi su Atlantia, scommettendo che il gruppo diventerà uno dei principali operatori al mondo nel settore autostradale. Banca Akros sottolinea inoltre che un eventuale ritocco al rialzo del prezzo messo sul piatto per comprare Abertis «comporterebbe comunque un consistente miglioramento dell'utile per azione, dal momento che il costo del finanziamento dell'operazione è molto basso, intorno al 2%».

Fca penalizzata da decisione Ue su Italia in tema emissioni gas
Pesante la performance di Fiat Chrysler Automobiles nel giorno in cui la Commissione europea ha deciso oggi di aprire un procedimento di infrazione nei confronti dell'Italia per il mancato adempimento degli obblighi derivanti dalla normativa Ue in materia di omologazione dei veicoli da parte di Fiat Chrysler Automobiles. In base alla legislazione vigente dell'Ue, spetta alle autorità nazionali verificare che un tipo di automobile soddisfi tutte le norme europee «prima che le singole auto possano essere vendute sul mercato unico».

Sotto tiro sono i software per il controllo delle emissioni inquinanti montato sulle 500X Gli analisti, comunque, gettano acqua sul fuoco scommettendo che Fca non dovrà pagare somme ingenti, dal momento che anche la stessa Volkswagen in passato in Europa non ha registrato costi consistenti legati allo scandalo sulle emissioni nocive di gas, come invece successo negli States.

A Francoforte spicca Thyssen: sembra più vicino alleanza con Tata

Nel resto d'Europa i settori piu' colpiti dalle vendite sono stati le costruzioni, i bancari e gli assicurativi ma anche il comparto tecnologico. Quanto agli indici, Madrid ha ceduto l'1,79% mostrando banche sotto pressione e Parigi ha chiuso le contrattazioni con il Cac40 (che la scorsa settimana ha toccato il top dal 2008) in discesa dell'1,63%. In fondo al paniere dei principali titoli, Bnp Paribas (-3,1%) e Societe Generale (-2,7%) ma anche Publicis (-3%) e LafargeHolcim(-2,7%). Francoforte ha perso l'1,35% nel Dax30 ma ha avuto quale protagonista Thyssenkrupp(+2,9%) poiche' la soluzione delle controverse di Tata Steel con i suoi dipendenti nel Regno Unito rimuoverebbe uno degli ostacoli
alla aggregazione tra i due gruppi dell'acciaio. Solo Londra ha chiuso con una correzione contenuta: il Ftse100 e' sceso dello 0,25% con i gruppi dei metalli
preziosi e Tesco in evidenza.

Petrolio accelera dopo calo scorte e produzione Usa
Petrolio in netto allungo (+1,1% a 49,2 dollari al barile a New York) dopo il calo delle scorte settimanali e della produzione di greggio in Usa (segui qui i principali cross). Nella settimana conclusa il 12 maggio le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono calate di 1,753 milioni di unità a 520,772 milioni, mentre gli analisti attendevano un ribasso di 2,2 milioni, dopo la discesa di 5,247 milioni di unità precedente. Secondo i dati diffusi dal dipartimento all'Energia, gli stock di benzina si sono attestati in discesa di 413.000 unità a 240,669 milioni, dopo il ribasso di 150.000 barili dei sette giorni precedenti e la frenata di 900.000 unità prevista. Le scorte di distillati, che includono il combustibile da riscaldamento, sono diminuite di 1,944 milioni di unità a 146,824 milioni di barili, dopo la discesa di 1,587 milioni di barili della settimana precedente e la frenata di 1,2 milioni di unita' prevista.

BTp: lo spread col Bund chiude a 178, rendimento scende al 2,17%
Chiusura in lieve calo per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005253676) e il pari scadenza tedesco si è attestato su 178 punti base, due in meno rispetto ai 180 punti del closing di ieri. Si restringe ulteriormente il rendimento dei BTp decennali, al momento al 2,17% rispetto al 2,23% della vigilia e al 2,28% di lunedì.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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