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Il Salone torna globale: exploit di Cina e Usa

Grande attesa per il ritorno dei cinesi, che sono di nuovo il primo gruppo estero per numero di presenze. Forte crescita dei visitatori rispetto allo scorso anno

di Giovanna Mancini

3' di lettura

Nel Rapporto Design abbiamo fin qui raccontato come la pandemia e la guerra in Ucraina abbiano profondamente mutato le rotte commerciali del design italiano. Ebbene, di questa nuova mappa geografica che si va delineando avremo probabilmente un primo assaggio in questi giorni al Salone del Mobile di Milano che, a quattro anni di distanza, torna nella sua tradizionale collocazione nel mese di aprile, da oggi a domenica negli spazi di Fiera Milano a Rho, con moltissime novità nel format, oltre che nell’offerta e nei servizi.

Innanzitutto, gli stand dei 1.972 espositori (di cui 550 designer under 35 del Salone Satellite) saranno su un unico livello (quasi 170mila mq di superficie espositiva netta), allo scopo di rendere più fruibile la visita e facilitare i flussi dei visitatori. Inoltre, la biennale Euroluce, dedicata al mondo dell’illuminazione e protagonista dell’edizione di quest’anno, si presenta con un layout totalmente rinnovato, progettato dallo Studio Lombardini 22 e pensato per venire incontro alle rinnovate esigenze di espositori e visitatori. Sarà dato più spazio alla cultura, ma anche alla tecnologia, componente sempre più rilevante nel mondo dell’illuminazione, ma più in generale nel settore dell’arredo-design. «Il mondo è cambiato in questi anni ed è cambiato anche il ruolo delle fiere – osserva Maria Porro, presidente del Salone del Mobile –. Il Salone stesso si è dovuto ripensare, venendo incontro alle nuove esigenze e ai continui cambiamenti che abbiamo vissuto. Non potevamo tornare nella tradizionale edizione di aprile come se nulla fosse accaduto». Per questo, a partire dallo scorso anno, gli organizzatori hanno raccolto oltre 2.300 interviste tra espositori e visitatori e si sono messi attorno a un tavole per innovare la proposta e disegnare un nuovo modello fieristico. «Partiamo con Euroluce, ma siamo già al lavoro per estendere queste novità alle biennali dedicate alla cucina e al bagno e, progressivamente, a tutto il Salone», dice Porro.

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Il risultato sarà sotto gli occhi di tutti a partire da questa mattina. Gli organizzatori promettono un Salone più “facile” da attraversare e visitare, grazie anche ai nuovi servizi digitali inseriti nell’App ufficiale della fiera (tra cui realtà aumentata e wayfinding); un Salone più ricco di cultura e di momenti di confronto e approfondimento, attraverso un nutrito programma di mostre, talk e convegni. «Anche questo fa parte del ripensamento dell’offerta fieristica, che deve garantire a chi partecipa un valore aggiunto nei contenuti e nell’esperienza di visita», aggiunge Porro. Che nei mesi scorsi, assieme allo staff del Salone, ha girato l’Europa e gli Stati Uniti per promuovere la manifestazione e raccontarne le novità a operatori, giornalisti e, soprattutto, ai professionisti del settore. Una strategia che sembra dare i suoi frutti: «Dai dati di prevendita dei biglietti, a sei giorni dall’avvio ufficiale registravamo un incremento importante degli arrivi da Stati Uniti, Francia e Germania – spiega Porro –. Abbiamo fatto un lavoro capillare, concentrandoci su visitatori profilati: il nostro obiettivo non è tornare ai numeri record del 2019 (quasi 400mila ingressi, ndr), ma portare in fiera buyer selezionati e di qualità». Anche con l’Agenzia Ice è stato fatto un lavoro certosino, che a Milano porterà delegazioni da tutti i Paesi considerati strategici per l’export di arredo italiano, per un totale di circa 450 cosiddetti “top buyer”. Da quest’anno la biglietteria fa capo agli organizzatori stessi del Salone, che quindi possono azzardare le prime stime: «A oggi siamo nettamente sopra i numeri dello scorso anno – spiega la presidente Porro –. Vediamo un aumento importante degli arrivi, soprattutto da Cina, Brasile e Stati Uniti, Germania, Francia e Svizzera». La notizia è proprio il grande ritorno della Cina, tornato a essere il Paese più rappresentato al Salone tra gli espositori: «Non ci aspettiamo i numeri pre-pandemia, ma sicuramente ci sarà un bel ritorno dei cinesi», dice Maria Porro. Anche sul fronte espositori c’è stato un aumento importante della presenza estera, che quest’anno rappresenta il 34% del totale, a testimonianza della dimensione veramente globale del Salone. Dopo gli italiani, la pattuglia di espositori più nutrita a Milano è quella dei portoghesi, seguiti da francesi e tedeschi. Ma l’aumento delle presenze riguarda anche Paesi extra-europei, come la Thailandia, il Giappone, l’India, la Corea del Sud, il Canada e gli Stati Uniti. La nuova cartina geografica del design prende forma al Salone del Mobile, come sempre specchio e vetrina di un settore industriale fortemente globalizzato.

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