Il segreto di far fiorire una canzone
McCartney 3, 2, 1. In una sala con un pianoforte, un mixer e una chitarra l’ex Beatles e il produttore Rick Rubin parlano di musica e idee, ricordando aneddoti di vita e professione. Sei puntate in bianco e nero di notevole impatto
di Gianluigi Rossini
2' di lettura
Rick Rubin è un produttore di gigantesco successo, fama e potere: ha avuto un ruolo decisivo nel definire il suono del primo hip hop, è passato dagli Slayer ai Red Hot Chili Peppers, ha riportato al successo Johny Cash, ha lavorato con un’infinità di artisti di primissimo piano. Ha una lunga barba bianca e un’aria da santone, eppure di fronte a Paul McCartney sembra un fan eccitato, che fa domande e ascolta religiosamente le risposte mormorando di tanto in tanto «wow, incredibile».
McCartney, da parte sua, a 79 anni ha la gioiosità di un ragazzino: ancora si esalta quando racconta del momento in cui ha scoperto un nuovo accordo di chitarra, lo ha mostrato a John Lennon e lo ha usato per scrivere Michelle, e ammette con candore che tutt’oggi non ha idea di che accordo sia. Si rabbuia solo appena un po’ quando si parla dello scioglimento dei Beatles.
McCartney 3, 2, 1 (su Disney+) rimonta in sei puntate da mezz’ora quella che sembra un’unica lunga chiacchierata tra queste due enormi personalità della musica pop, e funziona soprattutto grazie alla sua apparente semplicità. Tutto è in bianco e nero, i due sono in una stanza con un pianoforte, una chitarra, un mixer e poco altro. Il discorso si muove liberamente, senza scansioni cronologiche, saltando dai Beatles ai dischi solisti: l’idea centrale è quella di ricostruire il processo compositivo delle canzoni. Rubin ne carica una sulla consolle, manovra i fader delle tracce per far emergere ora uno strumento ora un altro, e chiede a McCartney come gli sia venuta in mente quella linea di basso, come abbiano fatto a creare quel certo suono, chi ha suonato quell’assolo, e così via. McCartney attinge al suo sconfinato archivio di aneddoti, si siede al piano o imbraccia la chitarra per far sentire la canzone nella sua nudità iniziale.
Sembra tutto in presa diretta, spesso sullo sfondo si vedono anche gli operatori muniti di mascherina, ma il regista Zachary Heinzerling ha fatto un gran lavoro di inquadrature e montaggio, discreto ed efficace, avvicinandosi e allontanandosi in maniera mirata e contribuendo a creare un’atmosfera intima e rilassata.
McCartney 3, 2, 1
Zachary Heinzerling
Disney+
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