ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa vertenza

Auto in Usa: 150mila operai pronti a scioperare

L'industria dell'automobile rischia di andare incontro a una delle più grandi mobilitazioni di sempre. Coinvolte General Motors, Stellantis e Ford

di Biagio Simonetta

3' di lettura

Un aumento di stipendio del 46%. Una settimana lavorativa fatta di 32 ore (con 40 ore retribuite). Il ripristino del sistema pensionistico tradizionale. Sono queste le richieste avanzate dal sindacato United Auto Workers a General Motors, Stellantis e Ford. E che avvicinano circa 150mila operai americani dell’industria dell’auto a uno sciopero senza precedenti, non appena l’attuale contratto sarà scaduto (il prossimo 14 settembre, ndr). Anche perché le case automobilistiche hanno già respinto questa lista di richieste avanzata dal sindacato, sostenendo che non siano realistiche in un momento storico molto particolare per il settore. Un momento in cui la concorrenza da parte di Tesla e delle case automobilistiche straniere (soprattutto cinesi) ha cambiato le carte in tavola, mentre il mondo delle auto si avvia a una lenta transizione dai motori a combustione a quelli elettrici.

Alta tensione

Shawn Fain, il nuovo e combattivo leader dell'UAW, ha descritto le trattative in corso con le case automobilistiche di Detroit come una forma di guerra tra miliardari e comuni lavoratori della classe media. Il mese scorso, durante una diretta su Facebook, lo stesso Fain ha bollato una proposta contrattuale di Stellantis come «spazzatura» - e ne ha gettato una copia in un cestino, «dove deve stare». Toni simili con Ford, che la scorsa settimana ha pubblicato i termini della sua offerta, che prevede un aumento salariale del 9% nell'arco dei quattro anni. Proposta che per Fain «insulta il nostro stesso valore».

Loading...

Il presidente del sindacato United Auto Workers,Shawn Fain

Maggioranza favorevole

Anche tenendo conto del gioco delle parti, sembrano esserci pochi margini per sperare in un compromesso fra le parti, anche in virtù di una scadenza senza più vicina. Se non si arriva ad un accordo, il sindacato convocherà uno sciopero, potenzialmente in tutte e tre le aziende. Un recente voto interno ha autorizzato l’ipotesi dell’agitazione con il 97% dei favorevoli.

Colpa dell'inflazione

Il malcontento dei 150mila operai dell’auto, nasce da una serie di circostanze ben definita. Il recente aumento dell’inflazione ha eroso le retribuzioni reali. Di contro, l’aumento dei prezzi dei veicoli ha influito negativamente sui profitti dei produttori. Un mix abbastanza complesso. Senza dimenticare che nel frattempo, i produttori sono concentrati sul divario tra i loro costi di manodopera e quelli dei concorrenti non sindacalizzati, divario che qualsiasi accordo non farà altro che ampliare. Secondo una stima del Wall Street Journal, il costo totale del lavoratore medio di una catena di montaggio organizzata dove è presente il sindacato UAW è di 66 dollari l’ora, rispetto ai 55 dollari dei produttori non sindacalizzati come Toyota, che ora rappresenta la maggior parte delle vendite di automobili negli Stati Uniti, e ai 45 dollari per Tesla.

Impatto miliardario

Anche i profitti di Detroit potrebbero avere una tendenza al ribasso. Il consenso degli analisti è che l’utile netto di GM diminuirà del 4% quest’anno e di un ulteriore 9% nel 2024, secondo FactSet, poiché i prezzi dei veicoli si normalizzeranno e venderà più veicoli elettrici a basso margine. Un accordo retributivo generoso, dunque, è visto con grande preoccupazioni dall’azienda.

L’ipotesi di uno sciopero, insomma, è sempre più probabile. E non lascia intravedere punti di contatto. Un'analisi condotta dai consulenti dell'Anderson Economic Group stima che il costo per l'economia statunitense di uno sciopero di 10 giorni che colpisca tutti e tre i produttori è pari 5,6 miliardi di dollari. Senza dimenticare che quattro anni fa lo sciopero alla GM si trascinò per sei settimane.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti