Il supercomputer di Bologna porterà l’Europa nell’era quantistica
Il nuovo «cervellone» del Cineca entra nei primi posti della classifica mondiale aprendo nuove opportunità per la ricerca e le aziende italiane
di Gianni Rusconi
3' di lettura
Il traguardo è ancora da raggiungere, ma è solo questione di tempo: uno dei primi sistemi quantistici europei sarà installato in Italia, e molto probabilmente la sua ubicazione sarà il tecnopolo del Cineca di Bologna, il Consorzio interuniversitario italiano per il calcolo automatico (a cui aderiscono una settantina di atenei e una decina di enti di ricerca) dove è pronto ad operare il supercomputer Leonardo.
Il fatto che il nostro Paese sia stato scelto, insieme ad altri cinque, dallo European High Performance Computing Joint Undertaking (EuroHPC JU), l’ente che si occupa di incentivare e sviluppare il calcolo ad alte prestazioni nel Vecchio Continente, è importante per almeno due motivi. Il primo: la tecnologia italiana sarà parte di un progetto che porterà i computer quantistici a integrarsi nelle infrastrutture già esistenti per fungere da acceleratori di nuove applicazioni nel campo della ricerca in ambito scientifico e industriale, sanitario e meteorologico. Il secondo: i ricercatori italiani del settore pubblico e privato avranno a disposizione uno strumento in più per condurre sperimentazioni e creare competenze che andranno a incedere sul processo di innovazione dell’intero sistema.
La nuova macchina quantistica andrà ad aumentare l’attuale capacità di elaborazione di 250 trilioni (milioni di miliardi) di operazioni al secondo di Leonardo, capacità che elevano il “cervellone” assemblato da Atos presso il Cineca nelle prime posizioni della classifica Top500 mondiale dei supercomputer. Costato circa 240 milioni di euro e co-finanziato da EuroHPC JU e dal ministero dell’Istruzione, Leonardo garantirà a regime una potenza computazionale dieci volte superiore all’attuale sistema top di gamma, Marconi 100.
Per il tecnopolo bolognese, e per l’High Performance Computing tricolore in generale, si tratta di uno step evolutivo importante per affermarsi fra le nazioni europee più contributive in fatto di capacità di elaborazione dati, visto e considerato il ruolo chiave attribuito alle soluzioni Hpc per lo sviluppo di una sovranità digitale ritenuta irrinunciabile per la sicurezza e l'autonomia operativa di enti governativi ed imprese.
Le collaborazioni che Cineca ha in essere con l’Istituto nazionale di fisica nucleare e la fondazione Cmcc (Centro Euro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), la nascita presso il tecnopolo del nuovo Centro nazionale di Supercalcolo (finanziato con i fondi Next Generation Eu) e il sodalizio quinquennale che Atos ha stretto con l’Università di Bologna per progetti di formazione e trasferimento tecnologico in ambito Hpc e quantum computing sono alcuni esempi di uno sforzo che va nella direzione di creare un ecosistema all’avanguardia su scala mondiale. Simbolica, in tal senso, la probabile presenza all’accensione di Leonardo, prevista per il 24 novembre, di Ursula Von Der Leyen, la presidente della Commissione europea.
L’unico neo è rappresentato dalla bolletta relativa ai consumi di un’infrastruttura tanto essenziale per il processo di crescita del Paese quanto energivora. Per alimentare i 5mila server e i 155 “rack” (armadi) che compongono il cuore del supercomputer, oltre che il suo sistema di raffreddamento a circuito chiuso, servirebbe secondo alcune stime una quantità di energia pari a quella richiesta da una città di 180mila abitanti.
E per quanto il 50% dell’energia richiesta provenga da fonti rinnovabili, il prelievo di corrente dalla rete nazionale per garantirne il funzionamento in modalità 24x7 sarà massivo. Sulla strada che porta al computing quantistico ci sono quindi centinaia di migliaia di euro di costi aggiuntivi per il caro energia da mettere a bilancio.
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