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Il Tar sospende l’abbattimento dell’orsa F36. Fugatti annuncia ricorso al Consiglio di Stato

L’udienza è fissata al prossimo 12 ottobre. Dieci giorni per depositare gli atti sul comportamento del plantigrado

Uccisa orsa Amarena, indagato commerciante

3' di lettura

Il Tar di Trento ha accolto l’istanza cautelare proposta da Leal e ha sospeso il decreto di abbattimento dell’orsa F36, firmato dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, a seguito del ’falso attacco’ messo a segno dal plantigrado ai danni di due escursionisti. L’udienza è fissata al prossimo 12 ottobre. E il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti annuncia un ricorso al Consiglio di Stato.

Fugatti annuncia l’ immediato ricorso al Consiglio di Stato

«Faremo immediato ricorso al Consiglio di Stato contro il decreto del Tar di Trento, auspicando che vi sia una revisione», ha detto il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, in merito alla sospensione dell’ordinanza di abbattimento dell’orsa F36. «In questi ultimi giorni abbiamo provato a dare seguito all’abbattimento, ma l’esemplare si è mosso in un territorio vasto e impervio, dove non sempre c’era il segnale del radiocollare. Oggi il percorso di abbattimento si sospende - ha detto Fugatti - e si avvia il percorso di cattura, molto più difficoltoso. Le problematiche che si porranno ora sono legate alla decisione di andare verso la cattura. Per noi l’esemplare è estremamente pericoloso e c’è un problema di sicurezza pubblica».

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L’incontro con l’uomo non giustifica l’abbattimento

«Il raggiungimento del tetto numerico degli orsi, tra l’altro meramente eventuale, non può ragionevolmente avvenire mediante l’artato travisamento di determinate circostanze fattuali e l’arbitraria interpretazione delle norme contenute nel Pacobace in modo da sostanzialmente ricondurre qualsivoglia incontro casuale tra uomo ed orso ad un’ipotesi ex se legittimante l’abbattimento di quest’ultimo», ha scrityto il presidente del Tar di Trento, Fulvio Rocco, nel decreto. «Tale travisamento fattuale e tale arbitrarietà ermeneutica possono trovare giustificazione nella pur innegabile e quanto mai grave tensione sociale che a tutt’oggi attanaglia la popolazione trentina a causa dell’incontrollata sovrabbondanza della presenza degli orsi nel territorio provinciale, ormai risalente e che vieppiù divenuta di difficile governo proprio in dipendenza di pregresse incurie da parte delle autorità succedutesi nel tempo e a ciò preposte».

Consentita la cattura dell’orsa

«Devono essere contemperate con le altrettanto non evanescenti necessità di sicurezza pubblica e che pertanto l’unica cautela ragionevolmente praticabile, allo stato, è quella di consentire la cattura dell’orsa F36 senza procedere al suo abbattimento, ma provvedendo a rinchiudere l’animale nella struttura del Casteller ovvero in altro luogo idoneo alla sua custodia», ha scritto il presidente del Tar di Trento, Fulvio Rocco, nel decreto depositato stamattina con cui sospende l’ordinanza di abbattimento dell’orsa F36.

Dieci giorni per depositare gli atti sul comportamento di F36

Il Tar ha ordinato «entro il termine di 10 giorni alla Provincia autonoma di Trento di depositare agli atti di causa copia del parere dell’Ispra in ordine al comportamento di F36, nonché copia del documento Ispra 2023 recante ’La popolazione di orsi del Trentino: analisi demografica a supporto della valutazione delle possibili opzioni gestionali. Rapporto tecnico’.

Legali: la cattura separerebbe l’orsa dal suo cucciolo

«Ci auguriamo innanzitutto che l’orsa e il suo cucciolo siano ancora vivi dopo che abbiamo appreso che la Provincia l’ha radiocollarata a fine agosto senza darne notizia. Chiediamo preventivamente che non venga rinchiusa al Casteller che notoriamente rappresenta una soluzione assimilabile al 41bis», ha scritto in una nota, Gian Marco Prampolini, presidente di Leal, l’associazione che ha presentato il ricorso contro l’ordinanza di abbattimento dell’orsa F36. «Siamo soddisfatte per la sospensione dell’ordine di abbattimento dell’orsa, ma non condividiamo la mancata sospensione dell’ordine di cattura, non essendo F36 orsa pericolosa - hanno commentato gli avvocati della Leal Giada Bernardi e Rosaria Loprete -. Il falso attacco che determina l’emissione del decreto non era dettato dalla volontà dell’orsa di ledere, ma alla difesa di se stessa e del suo cucciolo da chi era entrato nel suo habitat. La cattura separerebbe F36 dal suo piccolo, cagionato per quest’ultimo un gravissimo pregiudizio stante l’incapacità della bestiola di provvedere a se stessa in modo autonomo».


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