Il titolo di capitale della cultura traina turismo e imprese locali
La conquista del riconoscimento ha moltiplicato pernottamenti e fatturati delle aziende legate alla ricettività (e non solo): Bergamo e Brescia aumentano del 50% i visitatori in sei mesi
A cura di Margherita Ceci
3' di lettura
Bergamo e Brescia festeggiano i primi sei mesi come Capitali italiane della cultura 2023 con un aumento del turismo: oltre 4,8 milioni di visitatori totali (+48,8%) e un incremento del 50% dei pernottamenti rispetto al primo semestre 2022 (si veda il Sole 24 Ore del 21 luglio). Numeri che arrivano dopo la scelta fatta dal Governo Conte nel luglio 2020 con un emendamento al decreto legge Rilancio (Dl 34/2020, articolo 183, comma 8-bis), che conferiva il titolo alle due città lombarde colpite dalla pandemia, nel segno di una futura ripresa, in deroga a quanto previsto dalla normativa.
A otto anni dal lancio, il titolo di capitale sembra confermarsi una scelta di marketing vincente per la valorizzazione del territorio e delle iniziative culturali. D’altronde, positivi erano stati anche i risultati dell’edizione 2022 che ha visto Procida protagonista: già nel 2021, in conseguenza della proclamazione, il fatturato medio delle aziende che si occupano di attività artistiche e di intrattenimento – aveva fatto sapere il direttore di Procida 2022 Agostino Riitano – era cresciuto del 45% rispetto al 2019; e i risvolti si erano dimostrati positivi anche al di fuori del comparto culturale, con un aumento del fatturato medio delle aziende di trasporto del 39 per cento. Su un campione significativo di imprese procidane, il fatturato medio era passato dai 277mila euro del 2019 ai 386mila del 2021 (+39,4%).
I risultati
Numeri positivi sono stati registrati anche a Parma (capitale 2020, prorogata nel 2021 per la pandemia), con 241.690 presenze negli esercizi ricettivi nel 2021 – segnala lo studio curato da Deloitte e Promo Pa Fondazione sull’impatto del titolo nella città – e una crescita del 58,2% rispetto al 2020, nonostante lo strascico del Covid abbia tenuto i livelli del 2021 comunque ai di sotto di quelli pre-pandemia. Lo stesso trend si è visto nei pernottamenti: 453.761, un aumento del 48,4% rispetto al 2020, ma comunque del 37% sotto al 2019.
I benefici sull’economia locale sono stati monitorati solo di recente, anche per misurare l’effetto rilancio dopo la crisi pandemica. Rilevamenti di questo tipo mancano infatti per le prime città vincitrici, eccezion fatta forse per Cagliari, per la quale i dati provinciali raccolti in occasione di uno studio post Covid permettono di fare alcune considerazioni. Stando alla ricerca «Il sistema di produzione artistico e culturale a Cagliari», condotta in seno all’Università cittadina, dal 2015 – anno del titolo – al 2019, il volume d’affari nel settore dello spettacolo nell’area è aumentato del 202 per cento. Difficile ricondurre la crescita ai soli sforzi profusi in occasione dell’attuazione del programma di Capitale culturale nel 2015 – conferma chi ha curato la ricerca –, ma è verosimile che un “cartellone culturale” strutturato abbia contribuito.
L’iniziativa
Nata nel 2014, l’iniziativa Capitale italiana della cultura arriva sulla scorta della grande partecipazione delle città italiane alla selezione per la Capitale europea della cultura 2019, titolo poi vinto da Matera.
In quell’occasione, per non disperdere gli sforzi progettuali fatti dalle città candidate, con il decreto legge 83/2014 è stata istituita la versione italiana del titolo. Tramite la pubblicazione di un bando da parte del ministero, la vincitrice viene nominata dopo una selezione in due fasi. La prima è basata sulla valutazione dei dossier presentati dalle città candidate da parte di una commissione che stila una short list di centri che accedono alla seconda fase; questa prevede poi un’audizione in cui ogni città è chiamata a presentare il proprio progetto.
Per il 2015, a essere nominate Capitali italiane erano state le cinque città arrivate in finale per il titolo europeo: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena. Poi nello stesso anno, tramite la pubblicazione di un unico bando per la candidatura al titolo degli anni 2016 e 2017, tra 24 candidate erano state selezionate Mantova (2016) e Pistoia (2017). Nel 2018 ad aggiudicarsi il titolo è stata Palermo, mentre nel 2020 è arrivata Parma, che – come detto – a causa delle restrizioni dovute al Covid ha visto prolungato il suo titolo di altri 12 mesi. E il 2019? Nessuna proclamazione, perché c’era già Matera capitale europea.
Ad oggi le città che hanno concorso al titolo sono 164, segno di un interesse costante. Di queste, 66 sono arrivate in finale. L’ultima arrivata, proclamata vincitrice il 31 marzo 2023, è Agrigento, Capitale del 2025 che seguirà Pesaro, guadagnatasi il titolo per il 2024.
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