formazione

Il training negli studi professionali riparte con 3,7 milioni

Pronto il primo di sei avvisi. Fondoprofessioni: sportello aperto fino al 31 gennaio con 400mila euro

di Flavia Landolfi

3' di lettura

La formazione non può attendere. Con una programmazione 2020 articolata in sei avvisi pubblici, di cui quattro già approvati dal Consiglio di amministrazione del 19 dicembre, Fondoprofessioni (l’ente dedicato alla formazione continua degli studi e delle aziende collegate) non si fa trovare impreparato dal nuovo anno. Anche perché da una ricerca, che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare, emerge una certa arretratezza degli studi su alcune aree di competenza considerate imprescindibili in un orizzonte temporale di cinque anni. Andiamo per ordine.

I bandi del 2020

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È scattata il primo gennaio l’apertura dello sportello del bando che inaugura il nuovo anno: vale 200mila euro e chiuderà il 31 gennaio. Seconda tappa, per lo stesso bando, il 6 luglio con chiusura delle domande il 31 dello stesso mese per un valore di altri 200mila euro.

Sono gli stessi studi a opzionare i corsi di formazione ritenuti più idonei alle proprie necessità e attuati da operatori specializzati accreditati con il Fondo. Un percorso che alla fine garantisce il training gratuito per i dipendenti dello studio: si va dal personale di segreteria alle figure tecniche di supporto, per finire agli stessi professionisti (i titolari, come uditori).

Il secondo bando, con budget di 1 milione di euro e un contributo massimo per singolo corso di 1.200 euro, non ha ancora una data di apertura dello sportello; in questo caso il training dovrà essere scelto tra quelli disponibili a catalogo.

L’avviso n.3 del 2020 è invece mono-studio e cioè tagliato su misura sulle singole esigenze delle realtà professionali: per questo bando ci sono 2 milioni di euro, con due sportelli ciascuno di un milione (il primo dal 2 al 25 marzo 2020, il secondo dal 7 al 30 settembre 2020).

Il bando n.5/2020 (il n. 4 è in fase di approvazione) è dedicato invece ai nuovi aderenti al Fondo con un “bonus di benvenuto”: per questo avviso, a catalogo la spese prevista è di 300mila euro, con un tetto massimo per singolo studio di 300 euro.

In totale. i quattro bandi valgono 3,7 milioni di euro, che però sono destinati ad aumentare con l’approvazione - e l’apertura - di nuovi piani formativi nel corso dell’anno.

A chiusura del 2019 Fondoprofessioni ha conteggiato 5,8 milioni di euro di contributi versati ai piani di formazione degli anni precedenti.

La ricerca

Che sul fronte del training non ci sia tempo da perdere lo mette nero su bianco una ricerca per focus group che il Fondo ha realizzato proprio per calibrare l’offerta formativa sulle reali esigenze degli studi. Il panel è rappresentato da 28 persone tra professionisti, formatori e valutatori del Fondo, ciascuno dei quali ha espresso un parere sul livello di abilità su aree di competenza chiave presenti oggi negli studi e su quelle auspicabili in uno scenario a cinque anni. Salta subito all’occhio la carenza per alcune categorie di skill come il lavoro di gruppo, le competenze digitali, la padronanza delle lingue straniere, l’uso di linguaggi informatici e matematici e il lavoro in team.

«Da tutti i gruppi intervistati - spiega la ricerca - emerge con decisione la necessità di sviluppare le competenze di tipo trasversale, soprattutto quelle legate alla capacità di interagire con il cliente e con i colleghi». Il traguardo a cinque anni è dunque ambizioso: risollevare il livello di competenze “integrate” negli studi, soprattutto quelli di piccole dimensioni, non sarà facile. Si dovranno fare i conti, secondo la ricerca, con una certa resistenza a considerare la formazione, per altro gratuita, come un’opportunità e non una necessità.

L’EVOLUZIONE DELLE COMPETENZE

Le skills negli studi professionali oggi e tra cinque anni. Ricerca realizzata su un panel di 28 unità<br/>tra professionisti, enti attuatori, responsabili della formazione e valutatori dei piani formativi . (Fonte: “Indagine sulle competenze emergenti dei lavoratori negli studi professionali”, Fondoprofessioni)

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D’altro canto anche il modello della formazione si sta organizzando per offrire soluzioni più accattivanti e abbordabili soprattutto al Sud e nei piccoli studi. Tra queste, il superamento della formazione in aula e il training congiunto dipendente-titolare di studio. «Gli studi - conclude la ricerca - dovrebbero rivendicare la loro caratteristica di “comunità di lavoro” dove tutti sono responsabili del risultato finale».

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