Il tribunale dei brevetti al via entro l’autunno senza la Corte di Milano
Dopo la ratifica di Austria e Germania, avviata la fase di applicazione provvisoria. Si partirà con due sedi centrali – Parigi e Monaco di Baviera – che assumeranno anche le deleghe della Corte che avrebbe dovuto sorgere a Londra. Prima causa, con ogni probabilità, in autunno
di Laura Cavestri
2' di lettura
Il Tribunale per il brevetto unitario europeo scalda i motori senza Milano. È infatti partita ufficialmente ieri – dopo anni di ritardi, ricorsi e stop & go (non ultima la Brexit, con la Gran Bretagna tra i capofila dell’iniziativa e ora esclusa) – la fase di applicazione provvisoria della nuova Corte che dovrà dirimere le controversie delle aziende europee in materia di nullità e contraffazione. L’Austria ha, infatti, depositato martedì la sua ratifica, portando a 13 (dopo che anche la Germania lo aveva fatto in estate) il numero minimo di sì per avviare – finalmente – le fasi operative e far funzionare il Tribunale.
Tribunale che, per ora, dovrebbe partire con due sedi centrali (le già previste Parigi e Monaco di Baviera). Perché la terza – quella che, per accordo internazionale, doveva sorgere a Londra – non partirà causa Brexit. A settembre 2020, l’Italia, cui brucia ancora la perdita di Ema (l’assegnazione ad Amsterdam dell’Agenzia europea per il farmaco), ha presentato la candidatura di Milano a sostituire Londra ed ospitare la terza Corte centrale (quella per le cause farmaceutiche). Ma le deleghe di quella Corte che doveva nascere a Londra saranno, per ora, ripartite tra Parigi e Monaco.
Come ha spiegato chiaramente a Il Sole 24 Ore Alexander Ramsay, presidente del Comitato preparatorio del Tribunale per il brevetto unitario, «le sedi centrali esistenti possono occuparsi dell’avvio e dei casi che arriveranno fino a quando gli Stati membri non decideranno come procedere. Se ci sarà una terza divisione, e dove, sarà materia di negoziazione tra di loro». Come dire, se una terza sede ci sarà, è tutto da vedere e nessuno ha già il pocker in mano.
«Con l’avvio della fase provvisoria, che durerà almeno 8 mesi – ha detto ancora Ramsay – il Tribunale per il brevetto unitario diventa a tutti gli effetti un’entità giuridica. Gran parte del tempo sarà dedicato a selezionare i 90 giudici che dovranno essere nominati ma anche gli ingegneri e i consulenti brevettuali che andranno a comporre i panel “tecnici” a supporto dei magistrati. Una volta nominati, può iniziare la formazione. I giudici voteranno anche per il presidente del tribunale. Infine, va collaudato il sistema informatico».
La prima causa? «Presumibilmente – ha concluso Ramsay – la vedremo in autunno».
Il brevetto europeo con effetto unitario (“brevetto unitario” che si affiancherà senza sostituire quello nazionale) sarà rilasciato dall’Ufficio europeo dei brevetti (Epo) e consentirà, attraverso il pagamento di una unica tassa di rinnovo, di ottenere contemporaneamente la protezione brevettuale nei 25 paesi Ue aderenti all’iniziativa.
«I titolari di brevetti – ha aggiunto Cesare Galli, docente di Proprietà Industriale e fondatore di Ip Law Galli – potranno tuttavia godere di un periodo transitorio di 7 anni in cui scegliere se avvalersi delle corti nazionali o del Tribunale per il brevetto unitario europeo. Con la differenza che, presso il Tribunale unitario, con una sola causa – e un solo investimento in termini di spese legali – la sentenza avrà validità cross-border, cioè in tutta l’area dei Paesi europei aderenti».
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