Il Turismo torna a essere un ministero: ancora un trasloco in oltre mezzo secolo di storia
Per lo scorporamento del Turismo dal dicastero della Cultura, servirà una legge ad hoc, molto probabilmente nella forma di un decreto
di Andrea Carli
2' di lettura
È una delle novità del neonato governo Draghi. Il Turismo si discosta dall’“ombrello” dei Beni culturali e diventa un ministero a sé, sotto la guida dell’ex viceministro all'Economia Massimo Garavaglia (Lega). Ministero con portafoglio. Il settore, che prima della crisi del Covid valeva oltre il 13% del Pil italiano ed era uno dei settori economici più vitali, è stato travolto dalle misure adottate per contenere i contagi Coronavirus. Secondo l'Istituto Demoskopika il 2020 si è chiuso con ben 237 milioni di presenze in meno rispetto all'anno prima.
Da qui la scelta di puntare su un ministero dedicato. Da anni gli operatori lo chiedono. Per lo scorporo del Turismo dal dicastero della Cultura, servirà una legge ad hoc, molto probabilmente nella forma di un decreto (e di portafoglio per il momento il ministro Garavaglia non è dotato). Per questo comparto l’acquisizione di una dimensione istituzionale a sé segna l’ennesima tappa di un percorso che lo ha visto cambiare interlocutore in più di un’occasione.
Il ritorno al Beni culturali sotto il Conte due
La penultima tappa, due anni fa: novembre 2019. Con il via libera definitivo della Camera al decreto legge sul riordino dei ministeri, il ministero delle Politiche agricole perde la delega, che torna ai Beni culturali, guidati anche allora da Dario Franceschini (governo Conte due). Finisce così l’”interregno”, durato durante il Conte uno, che vede il ministero dell'Agricoltura, gestito in quell’esecutivo dal leghista Gian Marco Centinaio, occuparsi di questo comparto.
Per il turismo un percorso che si snoda in più di 60 anni
In realtà ciò che accade ora con il governo Draghi non è una novità. Già in passato il turismo aveva un suo ministero. Il Ministero del Turismo e dello spettacolo è stato infatti istituito con la legge 617/1959, dal Governo Segni II. Il primo ministro è stato Umberto Tupini. È stato poi soppresso dal referendum popolare del 15 aprile 1993 voluto dai radicali. Dopo quel referendum le competenze sono finite all'interno di Palazzo Chigi e sono state assegnate a un Dipartimento con a capo un sottosegretario. L’8 maggio del 2009, durante il governo Berlusconi IV, il ministero del Turismo è “risorto”: con un Dpr Michela Brambilla è stata nominata Ministro senza portafoglio, a cui sono state delegate le funzioni sul turismo con un successivo Dpcm. Al posto suo nel Governo Monti le funzioni sono state assegnate al ministro Piero Gnudi che aveva anche la delega agli Affari regionali. Poi dal 2013 al 2018 la competenza è stata assorbita dal ministero per i Beni culturali, fino all'arrivo dell'Esecutivo giallo-verde che ha visto l'accorpamento con le Politiche agricole guidato da Centinaio. Poi, con il Conte a trazione M5s-Pd-Leu e Italia Viva (nemmeno il tempo di completare la fusione), l’ennesimo passaggio: il ritorno ai Beni culturali. Ora, con il nuovo esecutivo Draghi e la rinascita di un ministero ad hoc, l’ultima tappa del percorso che ha segnato il turismo negli ultimi 60 anni di storia . Ad oggi.
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