ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa proposta di legge

Il Veneto vuole il suo inno, al via l’iter della legge regionale

Seguirebbe l’esempio di altre regioni, come Sicilia, Sardegna e Marche, che si sono già dotate di un proprio inno riconosciuto a livello locale e istituzionale

Il governatore del Veneto Luca Zaia (foto imagoeconomica)

1' di lettura

Dopo il via libera delle Commissioni, tra poco giungerà nell’aula del Consiglio regionale la proposta di legge che intende dotare il Veneto di un inno regionale da intonare nelle cerimonie pubbliche, da scegliere tra «motivi esistenti» o di nuova ideazione.

Il via libera della commissione consiliare Cultura

Il testo è stato licenziato dalla sesta commissione consiliare Cultura; a favore hanno votato i consiglieri della Lega-Liga Veneta, contrari i membri di opposizione Pd e Veneto che vogliamo; l’alleata di maggioranza Fratelli d’Italia si è però astenuta. A firmare il testo è il capogruppo della Liga veneta, Giuseppe Pan, assieme al presidente dell’intergruppo leghista Alberto Villanova, e da altri consiglieri del Carroccio.

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I precedenti

Il Veneto seguirebbe l’esempio di altre regioni, come Sicilia, Sardegna e Marche, che si sono già dotate di un proprio inno riconosciuto a livello locale e istituzionale. Anche la Lombardia ha commissionato a Mogol e Lavezzi la scrittura di un inno regionale.

Una commissione ad hoc per la scelta dell’inno

Secondo il progetto di legge, sarebbe la Giunta regionale a individuare testo e musica, e stabilire in quali ricorrenze e cerimonie debba essere eseguito, e le modalità di esecuzione, nel rispetto del cerimoniale di Stato per l’inno nazionale della Repubblica. È stato tuttavia raccomandato che per la scelta dell’inno venga istituita una commissione apposita. La consigliera Pd Vanessa Camani, che sarà correlatrice di minoranza, ha annunciato emendamenti da parte delle opposizioni, in considerazione - ha spiegato - della «valenza politica e ideologica» del provvedimento e degli «ampi margini di discrezionalità» lasciati alla Giunta regionale.

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