la giornata dei mercati

Virus e petrolio gelano le Borse. Piazza Affari a -11%, la peggiore seduta dopo Brexit. Spread a 225

Il panico da coronavirus affonda le Borse mondiali e travolge
l'Europa, che brucia 608 miliardi in una seduta. Piazza Affari perde da sola 51 miliardi. Lunedì nero a Wall Street, che perde il 7,8%, mai così male dal 2008

di S. Arcudi ed E. Micheli

Shock sulle borse, ecco cause e conseguenze

5' di lettura

Lunedì nero per i mercati finanziari: il blitz del governo italiano in Lombardia per controllare la diffusione del coronavirus e lo scontro sull petrolio, dopo il mancato accordo raggiunto in seno all’Opec+, hanno creato il panico sui mercati e messo al tappeto le Borse europee, con Piazza Affari che ha pagato il conto più salato. Il FTSE MIB, arrivato a cedere oltre il 12% in concomitanza con lo stop alle contrattazioni di Wall Street, ha chiuso in ribasso dell'11,17%. Piazza Affari non accusava un calo a doppia cifra dal 2016, all'indomani della vittoria del "leave" nel referendum sulla Brexit (-12,5% in chiusura). Lo spread è volato di 43,8 punti a 225 punti, con il rendimento del decennale che si è portato sopra all’1,41%. Le Borse europee hanno bruciato in totale 608 miliardi in una seduta. Mai acosì male anche Wall Street dal dicembre 2008: il Dow Jones ha perso il 7,83%, in quella che è la sua maggiore perdita di sempre in termini di punti. La Casa Bianca ha convocato un vertice dei Ceo della Borsa.

Andamento dello spread Btp / Bund
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Le scintille Russia-Arabia Saudita fanno crollare il greggio
Le Borse europee hanno iniziato le contrattazioni in pesante calo risentendo tanto dell'annuncio shock del governo italiano sulla Lombardia, che delle tensioni sul petrolio, scattate dopo che l’Opec+ non è riuscito a stringere un accordo sui tagli alla produzione di greggio. In effetti la proposta dell’Opec di tagliare l’offerta di ulteriori 1,5 milioni di barili al giorno, a partire da aprile fino alla fine dell’anno, è stata rifiutata dalla Russia. In seno al meeting è avvenuto un vero e proprio strappo al punto che non sono state indicate nemmeno le direttive sul futuro dei tagli all’offerta di petrolio che erano stati concordati in precedenza dalle controparti e che scadranno alla fine del mese. Come se non bastasse, il ministro dell’Energia russo, Alexander Novak, ha detto ai giornalisti che, «a partire dal prossimo primo aprile, inizieremo a lavorare senza preoccuparci più di quelle quote o di quelle riduzioni che erano operative in precedenza». L’Arabia Saudita ha risposto allo schiaffo russo decidendo di varare sconti massicci ai prezzi di vendita ufficiali del proprio petrolio, al fine di rendere le proprie esportazioni più competitive. In più secondo indiscrezioni il Paese sarebbe pronto ad aumentare la propria offerta oltre la soglia dei 10 milioni di barili, scatenando una vera e propria guerra dei prezzi. Il petrolio wti (contratto di aprile), arrivato a segnare un calo attorno al 30%, ha ridotto le perdite al 18% sul finale, attestandosi a 33,8 dollari al barile. Anche l’euro ha registrato variazioni importanti, schizzando 1,1442 dollari, da 1,1322 di venerdì scorso, massimi dal inizio 2019.

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Trump rassicura l’americano medio , ma non Wall Street
Il presidente americano ha minimizzato, commentando che il crollo del prezzo del greggio «è un bene per i consumatori: il prezzo della benzina al distributore sta scendendo!». Trump ha anche dichiarato che le discussioni tra Arabia Saudita e Russia sul prezzo e sulla produzione di petrolio e le «Fake News» sul coronavirus alimentate dai Dem «sono la ragione della caduta del mercato», con Wall Street che poco dopo l'apertura ha subito addirittura lo stop delle contrattazioni per vendite eccessive, prima di terminare la seduta con un crollo del 7,8 per cento. Trump ha cercato di rassicurare che come indicato dal chirurgo nazionale (capo esecutivo dello United States Public Health Service Commissioned Corps e portavoce delle questioni di salute pubblica all'interno del governo federale, ndr) il rischio di contrarre il Covid-19 «è basso per un americano medio».
Le parole dell'inquilino della Casa Bianca, però, non sono riuscite ad arginare la raffica di vendite sui mercati finanziari e neppure il provvedimento della Fed di aumentare le operazioni sul mercato Repo da 100 a 150 miliardi di dollari. Gli investitori sono pronti a scommettere che l'istituto Usa scenderà di nuovo in campo a metà marzo per tagliare i tassi di interesse, dopo la sforbiciata di 50 punti base della scorsa settimana, con il costo del denaro all'1-1,25%. La Casa Bianca ha dovuto convocare un vertice dei Ceo della Borsa.

I titoli energetici i più bersagliati, male le banche

A Piazza Affari solo una manciata di titoli di piccole dimensioni sono riusciti a chiudere in territorio positivo. Le blue chips hanno accusato tutte pesanti perdite, con quelle del settore oil in caduta libera. Eni ha lasciato sul parterre il 20,8%, Saipem il 21,5% e Tenaris il 21,38%. Le banche italiane hanno perso oltre il 10%, facendo coppia con quelle europee. Unicredit è andata giù del 13,4%, Intesa Sanpaoloin ribasso dell'11,5% aUbi Banca che ha ceduto il 12,5%. Banco Bpmè stata la peggiore accusando un calo del 14,3%. Banca Pop Er è scivolata del 13,5%.

Utilities tengono 'meglio', Diasorin e Pirelli le 'migliori'
Hanno tenuto 'leggermente' meglio le utilities: Enell ha perso il 9,9%, Terna il 7,3%, Snam Rete Gas il 9,2% e A2a il 10,7%.
Sul finale Diasorin è riuscita ad arginare le perdite al 3,1%, superando la performance di Pirelli & C che per gran parte della seduta è stata la migliore, finendo in calo del 4,3%. La società guidata da marco Tronchetti Provera ha beneficiato della notizia che la società non ha subito impatti sulle attività produttive, nonostante la diffusione del virus in Italia e le misure restrittive introdotte dal Governo Conte. Il gruppo ha anche precisato che l’attività produttiva in Cina sta tornando alla normalità.

In forte calo l'Europa
Nel resto d'Europa Francoforte del 7,9%, Parigi dell'8,39% e Madrid del 7,96%. Londra ha registrato un ribasso del 7,69%. A Parigi Socgen (-17,65% ), Crédit Agricole (-16,86%) e Bnp Paribas (-12,28%) hanno accusato le perdite più pesanti. A Francoforte Lufthansa (-8,19%) ha perso ancora quota, totalizzando da inizio anno un ribasso superiore al 35%. Venerdì scorso la compagnia aerea ha drasticamente ridotto i propri voli.

Si ferma la corsa all'oro, Treasury sotto osservazione
Come segnale positivo va segnalato che si sta fermando la corsa all'oro, considerato come il bene rifugio per eccellenza: il prezzo dell'oro giallo sta cedendo quasi 26 dollari l'oncia, portandosi a 1.670 dollari l'oncia, dopo essersi spinto in area 1700 dollari. Per contro gli investitori continuano a comprare treasury Usa, anch'essi considerati un bene rifugio: il rendimento sta crollando del 26%, pur essendo risalito allo 0,52%, rispetto ai minimi di giornata. La performance è provocata anche dall'attesa che la Fed taglierà i tassi e c'è chi non esclude che a stretto giro porterà il costo del denaro a zero.

(il Sole 24 ore Radiocor)

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