Ilva, le domande di Di Maio all’Avvocatura di Stato sulla correttezza della gara
di Matteo Meneghello
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È stata inviata questa mattina all’Avvocatura generale dello Stato la lettera con la richiesta di parere in merito a possibili anomalie relative alla procedura di gara su Ilva.
Lo comunica il ministero dello Sviluppo. Nella lettera il ministro Luigi Di Maio spiega come si è arrivati a questo punto, ricordando la sua segnalazione all’Anac, anche come conseguenza di un sollecito del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, di possibili anomalie sul bando di gara per l’aggiudicazione dell’Ilva.
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Le potenziali criticità della gara secondo il Mise
L’Autorità, ricorda Di Maio, ha segnalato diverse criticità, riassumibili in tre aspetti: la decisione di non riaprire la gara, a favore di tutti i soggetti che avevano effettuato una manifestazione di interesse, in considerazione dell’allungamento dei tempi di attuazione del piano ambientale; il possibile mancato rispetto, da parte della cordata aggiudicataria Am Investco - composta da ArcelorMittal e dal gruppo Marcegaglia, che uscirà dalla compagine, per evitare un rischio antitrust europeo - di alcuni termini temporali intermedi relativi a prescrizioni di carattere ambientale posti dal parere reso dal ministero dell'Ambiente il 9 gennaio dell'anno scorso, a valle del procedimento valutativo delle offerte iniziali; la decisione di non effettuare rilanci nei giorni convulsi dell’aggiudicazione ad Am, a scapito dell’altra cordata che aveva formalizzato un’offerta, AcciaItalia.
L’istruttoria per l’eventuale annullamento della gara
Come conseguenza di questi rilievi, Di Maio segnala di avere avviato un’istruttoria con l’Ufficio di gabinetto reperendo tutta la documentazione utile e di avere ritenuto, al termine di questa, che vi siano i presupposti per promuovere un procedimento per l’eventuale annullamento in autotutela del decreto del Mise del 5 giugno 2017 con cui si autorizza l'aggiudicazione ad Am, del successivo decreto confermativo del 9 giugno e di «ogni atto consequenziale inerente la procedura di gara in oggetto».
Tre quindi i profili che devono essere analizzati dall’Avvocatura, ai quali si affiancano tre questioni per le quali il Mise chiede un parere. Di Maio chiede se le disposizioni del decreto legge del 5 gennaio 2015, introdotte mediante decretazione d'urgenza e sino ad ora non oggetto di disamina da parte della Corte costituzionale, presentino (o possano presentare) eventuali profili di illegittimità tali da giustificarne una rimozione ovvero una rimodulazione sul piano normativo. Si tratta delle norme che riguardano, in sintesi, il “salvacondotto” per i commissari e l’aggiudicatario nell’applicazione delle disposizioni previste dall’Aia precedente il piano che dovrà essere attuato da ArcelorMittal.
Le domande di Di Maio all’Avvocatura
Altra questione sollevata è la «eventuale sussistenza di preclusioni di carattere normativo alla autorizzazione all’aggiudicazione, e alla conseguente aggiudicazione della procedura di trasferimento di complessi aziendali inclusivi di impianti attualmente sotto sequestro». Infine, Di Maio chiede se vi sia un «possibile conflitto di interessi derivante dalla circostanza che uno dei componenti del comitato di sorveglianza delle società del gruppo Ilva in amministrazione straordinaria in rappresentanza del ceto creditorio è stato indicato da una società presieduta da parte di presidente di una delle società componenti la cordata poi risultata aggiudicataria».
Il comitato di sorveglianza, nominato con decreto ministeriale il 19 febbraio 2015, è composto da cinque membri: il presidente, due esperti, e i rappresentanti dei due principali creditori, vale a dire Eni e Intesa Sanpaolo.
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