Ilva, i sindacati ad Am Investco: rinegoziare esuberi e assunzioni
di Domenico Palmiotti
2' di lettura
Rivedere i numeri degli esuberi, oggi quantificati in 4mila sui 14.200 addetti totali del gruppo Ilva - 3.330 in eccedenza a Taranto - e le condizioni di assunzione del personale da parte della società Am Investco Italy: sono le due condizioni che domattina, nell'incontro al Mise, porranno i sindacati dei metalmeccanici ai rappresentanti della futura gestione dell'azienda dell'acciaio.
Quando le parti si vedranno al Mise, presente anche il vice ministro Teresa Bellanova, a Taranto e a Novi Ligure sarà già scattato dalle 7 uno sciopero di 24 ore. È il segnale che i sindacati lanciano ad Arcelor Mittal e Marcegaglia affinché il negoziato cambi subito rotta. Fiom Cgil e Uilm hanno già detto che, con le proposte avanzate da Am Investco, non ci sono nemmeno le condizioni per cominciare a discutere mentre il Governo, con Bellanova, spinge comunque le parti a sedersi al tavolo e a costruire nella trattativa, con responsabilità e pazienza, un percorso che possa condurre all'accordo.
I numeri degli esuberi Ilva erano noti da giugno. E oltretutto non è detto che sino alla fine restino tali perchè il Governo ha chiesto ai nuovi investitori di partire da almeno 10mila addetti, fermo restando che tutti coloro che non passeranno ad Am Investco saranno mantenuti nelle società da cui dipendono e sotto l'amministrazione straordinaria. Una parte sarà ricollocata nei piani di bonifica affidati ai commissari Ilva, che hanno da spendere un miliardo di euro rinveniente dalla transazione con i Riva.
Quello che più preoccupa sindacati e lavoratori è che il passaggio dall'amministrazione straordinaria ad Am Investco avverrà azzerando le attuali posizioni. Il che, dicono, significa rinunciare ad una serie di voci integrative della retribuzione, quantificate mediamente nell'ordine del 20 per cento, 6-7mila euro annui a testa. A tal proposito, fonti vicine ad Arcelor Mittal richiamano il bando di gara per l'Ilva che parla di discontinuità tra vecchia e nuova gestione, ma Ludovico Vico, deputato del Pd, invita a togliere dalla discontinuità (chiesta pure dalla Ue, evidenzia) la parte salariale e il vice ministro Bellanova rammenta che Am Investco Italy si è comunque impegnata a garantire una retribuzione media annua di 50mila euro ai lavoratori.
E altre questioni premono sulla trattativa, pur non facendo parte dell'ordine del giorno di domani, a partire dall'indotto legato al siderurgico. Si tratta di 7.346 lavoratori che fanno capo a 346 aziende, per i quali, osservano i sindacati, nulla si sa al momento circa il futuro. E c'è anche la condizione delle imprese terze, le quali avanzano dall'Ilva, rammenta Vincenzo Cesareo, presidente di Confindustria Taranto, 150 milioni di crediti «che rischiano di rimanere per sempre nel calderone infinito del passivo». A fare da sfondo, infine, l'insoddisfazione di sindacati ed enti locali (Comune di Taranto e Regione Puglia) sul piano ambientale che Am Investco dovrà attuare: interventi di risanamento, si osserva, diluiti sino ad agosto 2023.
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