Tutela ambientale

Ilva di Taranto sorvegliata speciale dalla Procura

di Domenico Palmiotti

(Ansa)

3' di lettura

La Procura della Repubblica di Taranto da ora in poi vigilerà sull'andamento e sull'attuazione dei progetti di salvaguardia ambientale. Il procuratore capo, Carlo Maria Capristo, convoca in Procura Arcelor Mittal Italia (nuovo gestore della fabbrica), i commissari dell'amministrazione straordinaria Ilva (precedente gestione), il commissario di Governo alla bonifica, il custode giudiziario dell'acciaieria, nonché Arpa Puglia e Asl Taranto, e inaugura quello che egli stesso, a fine vertice, definisce “un nuovo metodo di lavoro”.

«Ci saranno incontri periodici in Procura - annuncia Capristo -. Ognuno rappresenterà i lavori che vengono eseguiti e programmati sotto la supervisione del nostro ufficio». Il che fa capire che la Procura osserverà a 360 gradi, ovvero i progetti che spettano ad Arcelor Mittal (che ha annunciato 1,15 miliardi di investimenti nell'ambiente), quelli che sono in capo ai commissari di Ilva (a loro tocca bonificare ciò che non rientra nel perimetro produttivo e per questo hanno i fondi, circa un miliardo, della transazione con i Riva) e quelli, infine, del commissario alla bonifica, la cui competenza è sulla città, dal Mar Piccolo al quartiere Tamburi. Per Capristo, «è stata una riunione estremamente costruttiva. Intorno al tavolo c'erano tutte le istituzioni che contano, soprattutto per la salvaguardia dell'ambiente e della salute dei tarantini». «Lo Stato c'è - ribadisce il procuratore - e oggi era presente in tutte le sue componenti di verifica e di validazione di dati certi. Le risposte immediate ci sono perché i programmi in corso d'opera saranno verificati anche da noi».

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Ma perchè Capristo ha convocato il vertice? L’ex Ilva, sebbene non si sia mai fermata un giorno dal 26 luglio 2012, data della prima ordinanza del gip Patrizia Todisco, resta pur sempre una fabbrica sotto sequestro nell’area a caldo, la più impattante ambientalmente (e di qui la presenza al vertice del custode giudiziario Barbara Valenzano). Ma accanto a ragioni “antiche”, ve ne sono di nuove e il procuratore le richiama: «Soprattutto in ragione delle ultime notizie, piuttosto sconcertanti, ho sentito il dovere morale, dopo aver sentito tutti i colleghi del pool ambiente, di fare il punto». Sono infatti giorni molto tesi per Taranto. Per gli ambientalisti, l'inquinamento è in risalita, sia nella fabbrica che all'esterno (viene citata l'impennata della diossina nell'area di masseria Carmine, dove anni fa furono abbattuti capi di bestiame risultati contaminati). E l'Arpa Puglia conferma la risalita di alcuni inquinanti ma chiarisce subito che i valori restano comunque sotto i parametri normativi. Inoltre, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha chiuso per 30 giorni, dal 2 marzo, due scuole del rione Tamburi perché molto vicine alle collinette ecologiche ex Ilva, quest'ultime sequestrate per inquinamento dalla Procura a febbraio (i 708 alunni della Deledda e della De Carolis sono stati trasferiti in altri plessi). Infine, proprio oggi, mentre era in corso il vertice in Procura, i rappresentanti del movimento “Genitori Tarantini” hanno annunciato che è morta, per tumore al cervello, una bambina di 5 anni, Marzia Rebuzzi, cuginetta di Alessandro, un bambino morto anni fa sempre di tumore (e in ricordo delle giovani vittime dell'inquinamento, a Taranto il 25 febbraio si è svolta una partecipata fiaccolata).

Ora, dal Comune alla Procura, tutti attendono il responso dei nuovi controlli ambientali. «Sono in attesa di avere le relazioni», annuncia il procuratore Capristo. Intanto, però, Arcelor Mittal finisce sul banco degli imputati. All'azienda si imputa una maggiore produzione, di qui una risalita degli inquinanti. Ma l'amministratore delegato Matthieu Jehl - che era al vertice in Procura - smentisce. “La produzione non è aumentata - sottolinea -, tutte le emissioni sono sotto controllo e sotto le norme, tutti gli investimenti che dobbiamo fare e che abbiamo già fatto, sono fatti con la scadenza giusta. Vogliamo ancora lavorare di più con tutti in totale trasparenza in futuro». Per Jehl, «Arcelor Mittal vuole trasparenza su tutto anche per la tranquillità dei cittadini». E l'azienda affida anche ad un'ulteriore nota le sue assicurazioni, chiarendo che «la produzione delle cokerie non può aumentare sino al completamento del piano ambientale».

Resta comunque guardia alta. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, non convocato al vertice, annuncia un cambio di passo del Comune. Non rivendica più la sola, assoluta sostenibilità della produzione ma non esclude - ed è una novità - la chiusura dell'area a caldo se la risposta dei dati sanitari sarà sfavorevole per la salute dei cittadini. «Se acciaio deve essere in futuro - dichiara il sindaco -, deve essere acciaio decarbonizzato al pari delle migliori produzioni europee. Se acciaio deve essere in futuro, è plausibile che di fronte a dati certi sul danno sanitario, non possa essere altro che un acciaio senza più aree a caldo».

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