Impianti Ascot per generare energia in oltre 60 Stati
di Nino Amadore
2' di lettura
Portare l’energia elettrica in quei luoghi in cui non esiste una rete e quindi nei posti più isolati al mondo: in Africa, per esempio, ma non solo. È questa la sfida di Ascot e non è un caso che il motto di questa azienda con sede a Gela, in provincia di Caltanissetta, sia “Energy everywhere” (energia ovunque). L’impresa è stata fondata nel 1986 da Luigi Greca, oggi ottantenne, che si occupa tuttora dell’area ricerca e sviluppo, focalizzata principalmente sulla produzione di gruppi elettrogeni (diesel, Gpl, Gas), tecnologie ibride e centrali elettriche.
In particolare, il gruppo è specializzato nella progettazione e realizzazione di soluzioni energetiche mini-grid modulari e flessibili fino a 1 Mw per alimentare dalle torri di telecomunicazioni (fra i clienti spiccano Vodafone e Verizon) ai villaggi rurali.
Nata con una vocazione internazionale, Ascot, che dà lavoro a 75 persone (con punte di 110 nei momenti di maggiore produzione), è in oltre 60 Paesi in Europa, Africa, Medio Oriente, Asia, America Latina e Stati Uniti. Così si spiega perché il 99,34% del fatturato (che negli ultimi tre anni è stato in media di una ventina di milioni) sia stato realizzato all’estero: un dato record, che le ha fruttato il posto di capolista nel ranking italiano dei Campioni dell’export 2022 Sole 24 Ore-Statista. È possibile trovare impianti Ascot a Las Vegas, in Etiopia, Iraq e persino su sommergibili argentini.
«Abbiamo installato la prima macchina ibrida al mondo e lo abbiamo fatto a Khartum, in Sudan – racconta Michele Greca, figlio del fondatore e Ceo della Ascot –. L’innovazione è nel nostro Dna, con l’obiettivo di fornire energia affidabile ovunque. Realizziamo soluzioni tecnologicamente avanzate, prodotte in Italia, supportate dalla esperienza globale maturata in tutto il mondo e in diversi settori». Punto di forza della società è la visione strategica, che per l’energia ora fa leva sull’idrogeno: «Stiamo lavorando sui prodotti innovativi del futuro per essere pronti quando sarà il momento», anticipa Michele Greca. Intanto sta arrivando al traguardo la sperimentazione avviata in collaborazione con l’Enea: un rigassificatore che ricava energia dal cippato del legno (tutta quella parte del sottobosco che solitamente viene eliminata): «Con 200 chili di legno si ricavano 200 Kw di energia – spiega Michele –. Il progetto è al momento alla fase preindustriale e sarà pronto per l’industrializzazione entro due anni».
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