Impianto autonomo
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Nello stabile in cui abito sono state installate le termovalvole e ripartitori di calore, ma la quota variabile dovuta al consumo involontario è a mio parere troppo elevata. Ho deciso quindi di distaccarmi dall'impianto centralizzato e installare una caldaia autonoma. Come si procede? È ancora conveniente una scelta di questo tipo?
Per poter rispondere al quesito occorrerebbe l'esame della fattispecie in concreto. Certo è che il novellato articolo 1118, comma 4, del Cc dispone che «il condomino può rinunciare all'utilizzo dell'impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condòmini. In tal caso, il rinunziante resta tenuto a concorrere al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell'impianto e per la sua conservazione e messa a norma». La giurisprudenza ha puntualizzato che chi si distacca è tenuto al pagamento della quota fissa. Per tali motivi, distaccarsi dall'impianto centralizzato potrebbe risultare difficoltoso (rispetto al non «creare aggravi di spese») e non più conveniente.
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