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Imprese e APP: grandi opportunità, ma anche rischio di dipendenza tecnologica, economica

L'indagine presentata dall'Inapp nel policy brief “L'economia delle piattaforme digitali”

di Barbara Bonomi

(Adobe Stock)

2' di lettura

Tra le oltre 58mila aziende che utilizzano APP la commissione media pagata dalle aziende di ristorazione è del 18%; per una su tre è di oltre il 20%. Nel settore della ristorazione, il 68% dei contratti tra APP e aziende (37% nel turismo) contiene clausole di dipendenza per l’incasso. In generale le condizioni contrattuali 7 volte su 10 sono poste in modo unilaterale dalla piattaforma Anche le richieste di modifiche contrattuali da parte delle APP sono unilaterali (32% nel turismo e 20% nella ristorazione). Sono alcuni dei dati che emergono dal policy brief “L’Economia delle piattaforme digitali” presentato dall'Inapp. In esame l'indagine “Inapp Digital platform survey”, che ha rilevato nel corso del 2022 le caratteristiche di un campione di circa 40mila imprese, rappresentativo delle 298.991 imprese operanti in Italia nei settori della ristorazione, del turismo e dei trasporti terrestri.
I contratti stipulati prevedono nel 46,8% dei casi clausole di dipendenza dell'impresa dall’APP per l'incasso dei pagamenti, mentre nel 46,1% dei casi consentono l'incasso diretto dalla clientela. Inoltre, quando i pagamenti dipendono dalla piattaforma in 8 casi su 10 (92% nella ristorazione) le entrate guadagnate sono differite.

“Esiste un rischio di dipendenza tecnologica, economica e finanziaria delle imprese dalle piattaforme”, ha dichiarato Sebastiano Fadda, presidente dell'Inapp. “Il quadro offerto da queste variabili assunte come indicatori di rischio di dipendenza commerciale delle imprese dalle piattaforme si completa osservando i dati relativi alla rilevazione di sistemi di rating commerciale, i quali comportano potenziali rischi reputazionali. Al 32% delle aziende della ristorazione è capitato almeno una volta di perdere clienti per disservizi causati dalle piattaforme con cui lavora, al 19% nel settore del turismo”.

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Nel biennio 2020-2021 il fatturato intermediato dalle APP rappresenta circa la metà del giro d'affari nel turismo e quasi un quinto dei ricavi nella ristorazione.
Nell'ambito del turismo, b&b e alberghi ricorrono di più alle piattaforme (77 e 75% dei casi) mentre nella ristorazione la diffusione dell'utilizzo delle piattaforme riguarda il 12,8% delle aziende.

Il ricorso alle piattaforme può rendere necessario realizzare inoltre investimenti specifici in dotazioni informatiche, software, channel management, o in pubblicità: una circostanza dichiarata dal 25,9% delle imprese (30,2% nel turismo).

La facoltà di accedere ad informazioni dettagliate sulla propria clientela è consentita alla maggior parte delle imprese (34,3%). Tuttavia, quasi un quinto delle imprese dichiara di non poter accedere alle informazioni sulla clientela e oltre un terzo preferisce non rispondere.

In conclusione, l'indagine getta una luce sulle opportunità che l’economia delle piattaforme digitali offre alle imprese in termini di ampliamento e diversificazione delle quote di mercato, riorganizzazione della produzione, della pubblicità e marketing. Mette in guardia sui fattori di rischio che possono derivare da una dipendenza tecnologica e finanziaria dell’impresa dalla piattaforma, come canale di vendita, e dallo squilibrio di potere nel mercato. Evidenzia alcuni indicatori degli assetti di potere e come alcune caratteristiche concernenti l’uso delle tecnologie digitali, la conoscenza e la sua organizzazione, e distribuzione nel mercato, siano fattori in grado di condizionare la dinamica del prodotto, la quota di mercato e il potenziale impatto sulla forza lavoro occupata.

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