Imprese al femminile, nel settore vinicolo ora è più facile accedere al credito
Un’analisi dell’Università di Siena, su un campione di imprenditrici iscritte all’associazione “Donne del Vino”, rivela che adesso è più facile per queste ultime ricevere prestiti e finanziamenti.
di Sara Monaci
2' di lettura
Le imprese al femminile subiscono un’inversione di tendenza. Un’analisi dell’Università di Siena, su un campione di imprenditrici iscritte all’associazione “Donne del Vino”, rivela che adesso è più facile per loro accedere al credito e ricevere prestiti e finanziamenti.
Gender Gap
Il gender gap del credito, talvolta negato o fatto pagare di più alle donne, è un dato noto nel mondo dell’imprenditoria. Spesso è considerato come un elemento di quell’algoritmo che determina il rating dell’imprenditore e la sua capacità di restituire capitale e interessi. Per questo motivo, si è sempre detto, le donne hanno subito un trattamento diverso, a causa della maggiore precarietà delle loro imprese. La ricerca, presentata durante il convegno «Donne, vino e credito» nella sede di Banca Mps a Siena (come anteprima dell’evento fieristico Wine&Siena), mette in luce, per la prima volta, dati in controtendenza. L’analisi condotta da Lorenzo Zanni e da Elena Casprini dell’Università di Siena sulle 890 imprenditrici di settore mostra come nella quasi totalità dei casi, il 97%, le imprenditrici hanno trovato l’accesso al credito che cercavano. Il 50% del campione ha richiesto il credito a Banche locali, il 41,8% a Banche ed Istituti di credito nazionali e il 4,7% ad altre fonti di finanziamento. È la prima volta che una ricerca di questo tipo non evidenzia un gender gap facendo emergere un profilo della donna manager di successo nel settore vitivinicolo.
Altri studi
Studi anche recenti (come quelle di Swg per Cna “Donne, imprenditoria e accesso al credito” o “Il cibo è donna - Il fattore rosa secondo Pink Lady”) mostravano invece come il 47% del campione lamentasse difficoltà nell’accesso al credito, evidenziando un gender gap diffuso anche su altri comparti economici come quello artigianale e nel commercio.
Un segnale di inversione di tendenza rispetto agli ostacoli e allo scetticismo verso le imprese rosa è dunque un fatto storico per l’Italia. Ma all’alba degli anni Venti del nuovo millennio lascia intravedere la possibilità che finalmente anche il nostro paese si stia incamminando verso una nuova fase. Sicuramente ci sono circostanze favorevoli che fanno emergere un dato così positivo per le imprenditrici del settore vitivinicolo.
Export del vino
L’export del vino, secondo Nomisma-Vinitaly, è cresciuto del 2,9% nel 2018 dopo un decennio sempre con segno più e anche i valori immobiliari dei vigneti in netta crescita hanno aiutato. Da ricordare anche l’andamento favorevole dell’agricoltura, che nel primo semestre 2019 ha messo a segno un +2,9% contro una crescita del Pil nazionale dello 0,1%. Le aziende femminili sono 1,3 milioni cioè il 21,8%, del totale italiano e si concentrano nel settore agroalimentare, dove la loro presenza arriva al 28% con 830mila partite IVA (dati Unioncamere). Nel comparto agricolo il gentil sesso guida un terzo delle imprese che, pur occupandosi solo del 21% della superficie agricola utilizzabile, ottiene il 28% del Pil agricolo dimostrando una capacità manageriale di alto livello.
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