Imprese, università e capitali pazienti per la cybersicurezza
Gli attacchi informatici di questi giorni dimostrano quanto sia importante la cybersicurezza per un Paese che vuole crescere e prosperare. Di fronte a queste sfide, l’Italia e l’Europa hanno reagito bene, ma nessuno ha la ricetta definitiva contro il rischio cibernetico.
di Roberto Baldoni
3' di lettura
Gli attacchi informatici di questi giorni dimostrano quanto sia importante la cybersicurezza per un Paese che vuole crescere e prosperare. Di fronte a queste sfide, l’Italia e l’Europa hanno reagito bene, ma nessuno ha la ricetta definitiva contro il rischio cibernetico.
La gestione di tale rischio è fatta di policy e regolamenti, organizzazione, competenze, consapevolezza e investimenti. Ma è soprattutto una sfida tecnologica e industriale che offre grandi opportunità: chi saprà rendere il proprio Paese più resiliente alla minaccia cyber, sarà anche più capace di attirare investimenti e vedere aumentare la propria ricchezza. Pertanto, poiché è nota l’invasività dei software di sicurezza nei sistemi informatici, è imprescindibile creare le condizioni per costruire una autonomia strategica nazionale ed europea nel settore, prodromica a quella nel digitale.
L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) ha il compito primario di attivare lo sviluppo di competenze e capacità industriali, tecnologiche e scientifiche per vincerla, e la Strategia nazionale di cybersicurezza è lo strumento per farlo. Il metodo che l’Italia ha adottato da almeno tre anni è il Cloud nazionale senza il quale non è possibile alcuna autonomia strategica nel digitale. Ne è scaturito un modello che combina sicurezza nazionale, privacy dei dati, libero mercato e approccio in-house per dare al Paese i cassetti giusti – con appropriati livelli di sicurezza – dove stoccare i dati in funzione del loro livello di sensibilità.
L’approccio metodologico usato da Acn per il Cloud nazionale, lo utilizzeremo anche per sostenere e tutelare le startup, le Pmi e le grandi imprese che sviluppano la tecnologia che si riterrà strategica per gli interessi del nostro Paese. Mettere vicino chi conosce i problemi, con chi risolve problemi complessi, chi sa industrializzare le soluzioni con chi finanzia e accelera le iniziative fa parte del nostro metodo. Un metodo per fare emergere le realtà imprenditoriali, tenendole in Italia, che sviluppano tecnologie più promettenti per competere sul mercato internazionale. L’Acn vuole essere l’enzima che unisce e focalizza questo ecosistema.
Più avremo imprenditorialità in questo settore, più saremo consapevoli, educati e resilienti come Paese rispetto al rischio di attacchi informatici alle infrastrutture critiche e alla filiera di approvvigionamento, ma saremo anche meno esposti al rischio della dipendenza tecnologica (lock-in) da parte di fornitori legati a nazioni untrusted – mai così presenti in questo mondo multipolare.
A questo fine abbiamo ideato il Cyber innovation network, una rete di incubatori e acceleratori pensati per facilitare lo sviluppo di tecnologia di cybersicurezza nazionali che Acn metterà a terra insieme al Mimit. Un’azione che verrà seguita a stretto giro dal bando per la rete dei technology transfer office delle Università per spingere e valorizzare la loro Terza missione. A giorni poi, uscirà la Research&innovation agenda, realizzata in collaborazione con il ministero della Ricerca, che definirà il campo di gioco per identificare dove sono le eccellenze e i gap nazionali nella ricerca e nell’industria per guidare le priorità.
Dopo questo inventario, capiremo dove e come creare le migliori condizioni per agevolare lo sviluppo di startup, la creazione di partnership pubblico-private di scopo, per rafforzare l’offerta delle Pmi e delle grandi imprese anche attraverso il trasferimento tecnologico dalle Università e dei centri di ricerca.
Agiremo anche per strutturare una rete di fondi di diversa natura, dai venture ai growth capital per accompagnare la crescita di questa imprenditorialità, dai seed ai round successivi, in modo da metterli a stretto contatto con le realtà da lanciare. Un ruolo fondamentale lo giocheranno le aziende del “perimetro di sicurezza nazionale cibernetica” che potranno essere il test-bed ideale dove valutare nuove tecnologie nazionali e darci feedback di assoluto valore sulla qualità delle soluzioni sviluppate.
Ci vorrà tempo, lo sappiamo. Avremo dei fallimenti, lo sappiamo. Ma se avremo dei successi potremo costruire una nuova economia buona, una miglior difesa cibernetica e una nuova prosperità e più indipendenza per il nostro Paese.
loading...