In 8 regioni cambiare l’auto costa meno: la mappa dei bonus locali
Gli incentivi delle Regioni alla rottamazione di veicoli tornano di attualità: ricomincia la stagione dei divieti di circolazione urbani per i veicoli più inquinanti. Ma le regole locali sono molto variabili e non di rado la loro complessità disincentiva gli stessi venditori a segnalare ai clienti le opportunità legate a questi contributi
di Maurizio Caprino
4' di lettura
Solo ai privati o anche alle imprese? Solo per elettrico e ibrido o anche per benzina, diesel e gas? Solo per autovetture o anche per veicoli commerciali o addirittura camion e bus? Ci sono limiti al reddito? E l’acquisto di una chilometri zero rientra lo stesso nelle agevolazioni? Gli incentivi delle Regioni alla rottamazione di veicoli tornano di attualità: ricomincia la stagione dei divieti di circolazione urbani per i veicoli più inquinanti. Ma le regole locali sono molto variabili e non di rado la loro complessità disincentiva gli stessi venditori a segnalare ai clienti le opportunità legate a questi contributi.
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Un indizio viene dal fatto che nessuna delle agevolazioni in corso ha registrato l’esaurimento dei fondi a disposizione, nonostante in più di un caso i contributi a disposizione siano considerevoli (in Sardegna si arriva fino a 25mila euro, in Lombardia a 20mila) e cumulabili - salvo eccezioni come quella per le imprese lombarde - con quelli nazionali in vigore da marzo (che arrivano fino a 6mila euro).
Eppure le limitazioni invernali al traffico sono sempre più diffuse e severe. Per esempio, da domani Milano blocca dalle 7,30 alle 19,30 dei giorni dal lunedì al venerdì anche le vetture diesel Euro 4 senza filtro antiparticolato o che, pur con questo dispositivo, emettono più di 0,0045 grammi di polveri sottili al chilometro: possono anche essere auto con meno di dieci anni di vita.
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Così dalle case automobilistiche filtra l’insoddisfazione per il fatto che seguire tutti gli adempimenti previsti da ogni singola Regione comporta costi amministrativi notevoli. Bisognerà vedere se l’esigenza di una cabina di regia nazionale troverà spazio sul tavolo annunciato dal neo-ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, con il settore auto (si veda Il Sole 24 Ore del 25 settembre).
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Mappa e calendario
Gli incentivi sono stati previsti da quasi tutte le Regioni del Nord (dove dal 2017 c’è un accordo quadro con lo Stato per la qualità dell’aria, che fissa anche una cornice per le limitazioni al traffico) e dalla Sardegna. Un altro accordo c’è per il Lazio, dove però le misure sono ancora allo studio.
Di solito, gli incentivi funzionano “a sportello”: si stanzia una somma, si pubblica un bando e si fissa un termine entro cui presentare le domande (salvo chiudere prima per esaurimento fondi). Quindi, le agevolazioni sono in vigore solo in certi periodi. Fanno eccezione le Province autonome di Trento e Bolzano, dove di fatto gli incentivi sono permanenti e dall’anno prossimo in Alto Adige il bonus sarà probabilmente esteso ai mezzi a due ruote acquistati dai privati.
Alle 14 di oggi scade il termine per l’Emilia-Romagna; dopodiché la Giunta attuale non farà altri bandi, passando la palla a quella che uscirà dalle prossime elezioni regionali. In Friuli-Venezia Giulia si è partiti il 17 settembre e le domande si potranno presentare entro sei mesi dalla data di acquisto. In Lombardia , appena chiusa una fase, da domani scattano un nuovo bando per i provati e un altro per le imprese. In Veneto ci sarà tempo fino al 15 ottobre. In Sardegna si andrà avanti fino al 20 novembre, in Piemonte fino al 30.
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Schema e condizioni
Normalmente, gli incentivi sono concessi quando si rottama un vecchio veicolo . Ma anche qui c’è frammentazione: cambiano le classi ambientali dei mezzi rottamabili con incentivo. In Lombardia è ammessa anche l’esportazione del vecchio veicolo (che però deve essere in regola col bollo auto). E a Bolzano e Trento non c’è nemmeno l’obbligo di rottamazione.
Altri requisiti che spesso sono richiesti sono non superare una certa soglia di reddito e acquistare un veicolo “ecologico”. Ma c’è una gran variabilità: per esempio, il Friuli-Venezia Giulia ammette anche l’alimentazione bifuel benzina/metano con cilindrata fino a 4.000 e reddito complessivo familiare fino a 150.000 euro, mentre il Veneto non fa distinzioni per alimentazione ma per emissioni “effettive” e fissa una soglia sul reddito personale (75mila euro). Trento e Bolzano restringono il campo ai mezzi elettrici e agli ibridi plug-in, ma non pongono limiti di reddito. La Lombardia è minuziosa sulle soglie di emissioni.
A parte il Veneto, sono incentivabili anche gli acquisti di esemplari a km zero, cosa che induce gli ambientalisti a sospettare si voglia favorire lo smaltimento delle scorte ante Euro 6D-Temp (quindi con emissioni misurate con i criteri che hanno aperto la strada al dieselgate). E il Friuli-Venezia Giulia considera km zero un’auto purché immatricolata da non oltre due anni, mentre Bolzano classifica nuovi gli esemplari che lo sono fiscalmente (quindi con non più di sei mesi o 6.000 km, come da definizioni Ue).
Non di rado è necessario che il venditore pratichi uno sconto minimo (il 12% o, a Bolzano, una somma pari all’incentivo pubblico). Il Veneto esclude gli acquisti in leasing o a noleggio.
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