ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa ripresa dopo la pandemia

In arrivo 127 milioni di turisti. Ma mancano 50mila addetti per i periodi di picco

L’allarme di Assoturismo Confesercenti: fabbisogno di 210mila addetti, ma le imprese segnalano una carenza di 50mila lavoratori

Turismo di primavera, timori per l'ammanco di 50mila lavoratori

3' di lettura

Dopo le pesantissime perdite provocate dalla pandemia con una contrazione del fatturato che secondo una stima della Banca d’Italia nel solo 2020 si è aggirata intorno a - 40%, il turismo torna a correre. Anzi a volare. Sulla scia di uno spumeggiante 2022, anche per l'anno in corso si prevede un aumento dei flussi di turisti, dall'Italia e dall'estero. Secondo i dati di Demoskopica anticipati dall’Ansa si stimano 127 milioni di arrivi con un rialzo dell'11,2% sull'anno scorso.

Boom turismo

La volata del settore si scontra sempre di più con le difficoltà di reperimento del personale: per la Pasqua e i mesi primaverili dei Ponti - periodi di picco della domanda - è possibile stimare oltre 50 mila lavoratori ‘mancanti' nelle imprese turistiche. A lanciare l'allarme è Assoturismo Confesercenti, sulla base di elaborazioni sul mercato del lavoro condotte da Cst. Nel 2022 i pernottamenti nelle strutture ricettive italiane hanno raggiunto quota 400 milioni e la tendenza appare favorevole anche per il 2023 sia sul fronte del turismo interno che da oltre confine. Secondo i dati di Demoskopica anticipati dall’Ansa si stimano 127 milioni di arrivi (il record è stato toccato nel 2019 con 131 milioni seguito dal 2018 con 128): rispetto all’anno scorso l’aumento è dell'11,2%. L’effetto traino sulla spesa turistica è pesante: in termini assoluti sfiorerebbe la soglia degli 89 miliardi di euro con una crescita stimata del 22,8% rispetto al 2022.

Loading...

Ma all’appello mancano gli stagionali

Il paradosso è servito. Da un lato si prospetta un aumento del volume della produzione e dei posti di lavoro creati, dall'altro le imprese del settore continuano a registrare carenza di addetti. La difficoltà nella ricerca del personale ha dimensioni ormai strutturali, che si manifesta regolarmente già dagli anni pre-pandemia, ma che sta diventando sempre più grave con la ripartenza del comparto.

Le difficoltà per le imprese

Per il trimestre febbraio-aprile, vale a dire il periodo di riapertura delle imprese stagionali e della ripresa dei flussi turistici in Italia, si prevede un fabbisogno di circa 210mila addetti nelle imprese turistiche. Ma i lavoratori non si trovano: complessivamente, in media le imprese segnalano difficoltà di reperimento delle figure professionali nel 34% dei casi, non solo per preparazione inadeguata ma, sempre più spesso, per mancanza di candidati. Una percentuale che sale addirittura al 52% nella ristorazione, mentre scende al 26,7% nelle altre imprese del turismo.

Le figure fantasma

I profili necessari sono per il 2,6% di professioni con elevata specializzazione, l'81,5% professioni qualificate, l'1,3% di addetti specializzati e il 14,6% di professioni non qualificate. Ma sono proprio questi ultimi profili quelli più ricercati: in particolare facchini, camerieri semplici, lavapiatti e addetti alle pulizie. Secondo i dati di Assoturismo le retribuzioni per un cameriere semplice partono da 1560 euro lordi al mese, per capo cuoco o capo barista si superano i 1.740 euro mensili, lo stesso per un primo portiere.

Le conseguenze

La mancanza di personale porterà nei prossimi mesi le imprese a misurarsi con una situazione complessa e imprevedibile dal punto di vista organizzativo dei processi produttivi, senza trascurare che le destinazioni competitors dell'Italia sono già pronte a migliorare i volumi degli arrivi turistici del 2022. In particolare, per le imprese che non riusciranno a reperire tutti gli addetti necessari è possibile stimare una perdita media di fatturato nel periodo del -5,3%, con conseguente abbassamento degli standard qualitativi e impatti sulla produttività.

Le proposte

«La questione - ha detto Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti - ha ormai raggiunto le dimensioni di una vera e propria emergenza. Così è impossibile gestire i picchi di attività, in particolare in alcune aree come la riviera romagnola. Ma problemi si riscontrano anche in Sicilia e in Sardegna». E aggiunge: «Abbiamo bisogno di trovare una soluzione, anche utilizzando le risorse del Pnrr. Servono politiche attive, ora quasi del tutto assenti: come Assoturismo Confesercenti abbiamo stretto con Adecco un'alleanza contro il mismatch, ma non si può lasciare l'incontro tra domanda e offerta al passaparola o alle iniziative private». Secondo il numero uno dell’associazione «bisogna rafforzare la formazione professionale regionale di figure turistiche, e aprire ai pensionati e ai ragazzi in età scolare prevedendo occupazioni temporanee a totale esenzioni di imposta. E poi pensare a normative speciali per garantire una ‘staffetta' tra i lavoratori nelle attività stagionali». Per Messina infine «pure la gestione del Reddito di Cittadinanza e dei flussi di immigrazione va ripensata, collegandola a opportunità di formazione. Ma è necessario risolvere anche il problema della mobilità dei lavoratori: servono agevolazioni per contratti che garantiscano non solo formazione ma anche vitto e alloggio, un onere per le imprese da almeno 600 euro al mese per lavoratore».

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti