In asta da Sotheby’s Magritte da record e speculazione sui nuovi artisti
Tela museale del re del Surreliasmo sfiora 60 milioni di sterline. Un catalogo di nuovi artisti scatena la speculazione su dipinti recentissimi. Il resto del mercato sostenuto pesantemente dalle diffusissime garanzie
di Giovanni Gasparini
I punti chiave
4' di lettura
A causa delle necessità di spettacolarizzazione per un pubblico in remoto, le aste si sono trasformate in maratone che durano ore e ore, circa il doppio di prima della pandemia.
I due cataloghi presentati da Sotheby's il 2 marzo a Londra hanno confermato questo trend, disperdendo 73 lotti in quasi 4 ore.
Il ricavo totale è di 221 milioni di sterline, verso la stima alta di 170-223 milioni grazie all'aggiunta delle commissioni, con 88% dei lotti venduti, un numero in realtà basso se si considera che oltre la metà dei lotti erano garantiti.
Le due aste si sono però svolte in modo completamente diverso: la prima chiamata ‘The Now' presentava solo una ventina di lotti di arte degli ultimi venti anni, spesso contesa lungamente, mentre il secondo più tradizionale catalogo di arte dall'Impressionismo al XX secolo ha dovuto far ricorso alle garanzie più che ai rilanci dei compratori.
Magritte record domina il mercato
Poiché il ricavo complessivo della seconda asta sovrasta decisamente la prima invertiremo l'ordine cronologico in cui sono state presentate per ripristinare quello ‘storico'. Il catalogo di 53 lotti ha portato infatti 191 milioni di sterline, da una stima di 155-201 milioni di £, ma con diversi lotti rimasti invenduti o aggiudicati sotto le stime, probabilmente in diversi casi alla garanzia. Circa la metà dei lotti era infatti protetta da una garanzia. Quasi un terzo del ricavo è poi dovuto ad un solo lavoro, un capolavoro surrealista museale di Renè Magritte, una delle 17 versioni de ‘L'empire des lumieres', un lavoro di grande formato del 1961 per lungo tempo in prestito al Museo Magritte di Bruxelles, ma ora messo in vendita dagli eredi della famiglia Crowet, grande collezionista del maestro belga; un lavoro simile è parte della collezione Guggenheim in Venezia. L'iconico lotto ha visto tre concorrenti al telefono contenderlo fino a sorpassare la stima a richiesta di 45 milioni di £ per fermarsi a 59,4 milioni con le commissioni, finendo al cliente al telefono del team in Asia della casa d'aste. Si tratta ovviamente di un nuovo record sia per l'artista che per l'arte surrealista, ben tre volte il record precedente.
Luci e ombre del catalogo generale
Un contributo importante al risultato è stato dato da ben cinque lavori (più uno ritirato prima dell'asta) offerti di Claude Monet, fra cui spicca una classica composizione di ‘Ninfee' del periodo tardo, 1914-17 stampata (non firmata) di oltre un metro, di provenienza giapponese, che porta 23,2 milioni di £ oltre la stima di 15-20 milioni, un risultato medio per questo tipo di opere. Quatto i lavori di una collezione: una soleggiata veduta della Falesia di Dieppe del 1897 è salita fino a 5,3 milioni superando la stima alta, mentre una veduta invernale di Bennecourt del 1893 è rimasta invenduta dalla stima di 5-7 milioni (garantita dalla casa d'aste) e una composizione floreale di crisantemi sempre del 1897 di grandi dimensioni è finita in mano al garante per 8,3 milioni di £, ben al di sotto della stima di 10-15 milioni. Fra i lotti che hanno superato la soglia dei 10 milioni di sterline spicca una intima composizione di Van Gogh del 1988 raffigurante due amanti abbracciati di schiena al sole della Provenza, che non ha avuto bisogno di garanzie per arrivare alla stima alta di 10 milioni di £, mentre è finita probabilmente al garante un difficile e melanconico ‘Busto di donna in grigio e bianco' dipinto da Picasso nel 1938, aggiudicato a 12 milioni da una stima di 10-15 milioni di £. Gara di rilanci per una recente (2017) grande paesaggio inglese dai colori accesi di David Hockney ‘Garrowby Jill' che ha superato ampiamente la stima garantita di 7,5-10,5 milioni per fermarsi a 14,1 milioni di £, mentre un altro lavoro del re del pop inglese non ha trovato compratori da una stima di 2,5-4.5 milioni di £.
Gnoli, Fontana e gli italiani
Ben otto i lavori italiani in catalogo, con risultati misti: un lavoro di Domenico Gnoli ‘La tranche' (fetta di torta iperrealistica) ha superato agilmente la stima di 1,2-1,8 milioni per fermarsi a 2,5 milioni di £ grazie anche all'importante retrospettiva in corso alla Fondazione Prada, mentre non hanno trovato compratori un lavoro di Burri ‘Legno Nero Rosso' del 1960 di oltre due metri stimato 3-4 milioni di £ e un ‘Guerriero' di Marino Marini (250-350mila £).Tre i lavori di Fontana proposti, fra cui una scultura ‘Natura' contesa oltre la stima di 1-1,5 milioni a 2,1 milioni di £, mentre due lavori della serie dei ‘tagli' ‘Concetto Spaziale, Attese' rossi, entrambi garantiti, hanno raggiunto rispettivamente quasi 2 milioni (alla stima alta con le commissioni) per 4 tagli (73 x 60 cm) e 3,8 milioni di £ (entro la stima di 3-4 milioni grazie alle commissioni) per una tela con 5 tagli di un metro per 81 cm.
Il catalogo del XXI secolo ‘The Now'
Il catalogo di 20 lotti ha riportato un solo invenduto realizzando 30 milioni di sterline da una stima di 15,6-22,3 milioni, superandola nettamente. Se 7,2 milioni si devono a due lavori del solito Banksy, fra cui il profetico a tema bellico ‘Vandalised Oil (Choppers)' aggiudicato a 4,4 milioni di £, i restanti sono distribuiti fra artisti giovani e, addirittura, al debutto in asta come Rachel Jones con il dipinto del 2020 ‘A Slow Teething' conteso fino a 617mila £ da una stima di 50-70mila £. Superano nuovamente record da poco stabiliti due artiste ‘fenomeno del momento': Shara Hughes con ‘Naked Lady' tela del 2019 dai toni violacei che decuplica le stime per superare i 2 milioni di sterline, e Flora Yukhnovich con una solita imitazione pseudo-astratta di un dipinto francese del XXVIII secolo titolata ‘Warm, Wet N'Wild' sottostimata a 150-200mila £ (circa il prezzo di galleria) e aggiudicata a 2,7 milioni, segno che la speculazione è viva e vegeta. Nonostante i venti di guerra e il possibile impatto delle sanzioni sui compratori russi, i quali però oramai da lungo tempo non dominano più il mercato, soppiantati soprattutto da nuovi volti dall'Asia.
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