Formula 1, in Bahrein doppietta Ferrari: vince Leclerc
Secondo il compagno di scuderia Carlos Sainz. Il campione del mondo Max Verstappen costretto al ritiro a due giri dal termine
di Alex D'Agosta
I punti chiave
5' di lettura
Non ci sono mezzi termini: è stata una prima prova dell’anno da incorniciare per Leclerc e Sainz. Vincono il Gran premio del Bahrain tagliando il traguardo uno dopo l’altro. Parliamo di una doppietta storica, impreziosita dal giro veloce in gara e dalla pole position per il monegasco. Terzo Hamilton, ma non si può dire che sia arrivato lì per merito proprio: entrambe le Red Bull, infatti, sono state in gioco fino all’ultimo. Ma nell’arco di pochi minuti sono state messe fuori uso da imprevisti meccanici. I piloti non hanno colpe. Sempre veloci e regolari, ci hanno creduto. Per motivi diversi e in corso di investigazione, le monoposto di Horner hanno fallito il loro primo compito del 2022. Come diceva Enzo Ferrari, le auto possono anche durare poco e rompersi, ma non prima di aver superato di un metro la linea del traguardo.
Ferrari di nuovo competitiva
Quella di oggi è stata una doppietta che a Maranello non ricordavano dal 2019. Dopo tanto soffrire, si può dire davvero che la Ferrari sia tornata ad essere davvero competitiva. Ne è prova la verifica di un’equazione facile e ricorrente in questo mondo: con l’auto vincente, emerge il pilota vincente. E così, con le stelle nuovamente allineate a proprio favore, Charles ce l’ha fatta. Con onore e non poca fatica: la sua domenica non è stata una “passeggiata” analoga come quelle viste fino al 2020 con lo stradominio di Hamilton. Il passo gara ha dovuto fare i conti con un avversario sempre vicino, sempre attaccato: il neocampione del mondo in carica, pieno di endorfine e desideroso di affermare la propria leadership, non gli ha mai dato tregua, dando vita a diversi duelli e sorpassi reciproci che hanno animato non poco la prima metà del Gran premio. Poi non è successo granché fino all'incendio della Alpha Tauri di Gasly: ma con una durata prolungata, prima della virtual e poi della safety car “fisica”, tutti quelli che dovevano hanno fatto un cambio di gomme in più e, per via delle nuove regole e dell’obbligo di sdoppiarsi, non ci sono state sorprese pericolose per il “pack” di piloti di testa.
Scintille dalla Haas
La gara è stata molto bella e vivace in certi momenti, più ripetitiva e “molla” in altri, tanto che la regia, non poche volte, si è concentrata sui duelli in coda alla classifica. Alcuni particolarmente tristi, tenendo conto il peso specifico dei nomi coinvolti. Se la Williams non è infatti più un team di alta fascia da anni, la prima brutta sorpresa dell’anno è la difficoltà della McLaren. Non è segreto che l’auto non abbia ancora avvicinato nessun obiettivo prestazionale. Al contrario, ha fatto scintille la Haas, che i maligni iniziano a chiamare “la Ferrari bianca”. Ma dopo aver dovuto escludere sponsor e pilota russo, è quasi incredibile vedere sbocciare così a inizio stagione questo team, da sempre abituato a giocarsi le ultimissime posizioni.
Podio (fortunato) per Hamilton
La poca affidabilità della Red Bull ha avuto un impatto non secondario sulla giornata di Hamilton. Si potrebbe dire, che c’è stato un altro caso di «fortuna superiore alla media» per il campionissimo dello scorso decennio. Reduce da un’ultima prova del 2021 discussa per tutto l’inverno, che gli ha strappato il sogno di sugellare il record di titoli mondiali in questo sport, il britannico della Mercedes ha incassato subito, alla prima occasione, un debito con la dea bendata che, mediamente, fino al 2020, gli aveva sempre sorriso. Dopo le prove, infatti tutti lo davano per perso. Ma il doppio ritiro di Red Bull lo ha rimesso subito in gioco, regalandogli letteralmente un assai inaspettato podio.
I limiti di Red Bull
Di conseguenza, al contrario di quanto molti sostenevano dopo le prove del venerdì e sabato, si è verificato che «non è morta la Mercedes». E chi la dava per persa, sbagliava. Per quanto sul campo di gioco si sia comunque dimostrata la terza forza, alla fine il risultato si fa sotto alla bandiera a scacchi. Quindi aver concretizzato una terza posizione è stato moralmente e tecnicamente importante per tutto il team di Wolff. L’affidabilità ha la componente della fortuna, ma ci sono altre variabili che contano. E la Red Bull ha dimostrato di essere meno veloce di Ferrari e meno affidabile di Mercedes. Due al posto di una, le carenze Red Bull contro quelle Mercedes, che rendono la giornata di Horner assai difficile. Senza dubbio, infatti, sarebbe stato più importante arrivare in fondo e portare a casa punti utili.
Una ripartenza col piede giusto
A nulla serve insidiare i primi se poi la macchina ha dei problemi al momento sbagliato. La Red Bull ha tenuto duro fino quasi in fondo ma, nell’arco di una manciata di minuti, entrambe le auto hanno mostrato il fianco: prima un ritiro per Verstappen mesto mesto. E poi un guasto che porta allo spegnimento del motore di Perez alla curva 1 dell’ultimo giro: fatto da analizzare con attenzione e assai memorabile, quanto imbarazzante, per il pilota e per il team. In definitiva, non poteva iniziare meglio questa stagione per il cavallino rampante. Dopo una pole position, si torna al primo posto, dopo una striscia lunghissima senza vittorie di oltre 40 gare. Una gioia grande. Che arriva ad aprire un anno sportivo non banale, non anonimo. Siamo all’inizio di una stagione importante per il cuore rosso. Significativo per tutto il pubblico della gestione sportiva e del prodotto firmato dal cavallino rampante: nel 2022 si festeggiano 75 anni di corse ai massimi livelli. Stiamo parlando del team con la legacy più forte di tutto il paddock che, dopo anni di sofferenza, è ripartito con il piede giusto proprio quando tutti lo aspettavano al varco.
Mattia Binotto, la scommessa che ripaga
Ovviamente è prestissimo per fare bilanci. E la stagione ovviamente è molto lunga e articolata in gare con insidie molto differenti fra le varie piste. Ma il risultato pieno, massimo, per ambo i piloti, in un momento di cambiamento così, è la più bella della notizie. È la più bella delle riscosse anche e soprattutto per Mattia Binotto. Bistrattato, contestato, preso in giro per anni, da lungo tempo, forse troppo per i tifosi, prometteva di lavorare con anticipo sull’auto 2022, sacrificando i risultati nel 2021. Ha sudato freddo, ha fatto non poco da parafulmine. Ma la strategia di lungo termine tante volte decantata, al momento, sembra aver pagato. D’altra parte, nell'era ibrida precedente, i margini di miglioramento erano davvero ridotti. Sull’auto con i nuovi regolamenti che hanno stravolto parecchie regole di costruzione, invece, c’erano oggettivamente più chance di tornare vincenti davvero. Anche limitando un po’ i budget e, di molto, in certi ambiti, le fantasie progettuali.
Le novità imposte dal regolamento
Per certi aspetti, si temeva di avere una sfilza di 20 monoposto quasi “monomarca”, invece, già alla prima domenica, sembrano quasi tutte diverse e racchiuse in pochi centesimi. Nell’inverno, tante le lamentele: fra i “mugugnoni” c'era pure Newey, che si preoccupava di “paletti” troppo stretti. In tanti ambiti: quello che si vede di più è nelle ruote. Si è voluto evitare di far lavorare i tecnici troppo sui canali all'interno dei cerchi, che facenti funzione di prese d’aria dei freni, allo scopo di buttar fuori una vena di aria calda, avrebbero potuto andare a lavorare troppo sui flussi. Dando magari vantaggio solo ai progettisti più rischiosi o esperti. Il regolamento nuovo, in modo esemplare, ha dato un taglio netto a eccessive libertà creative: niente deportanza extra, meglio usare copricerchi uguali per tutti. D’altra parte, se da un lato le ruote si sono “imbruttite” non solo per quelle strane coperture, ma anche per quella specie di “parafanghi anteriori”, dall’altra, con l’aumento di diametro dei cerchi da 13 a 18 pollici, si è guadagnato infinitamente prestazione nell’ambito dello spazio di frenata. Dove un altro orgoglio italiano, la Brembo, ha avuto la sua enorme parte di merito per uno sviluppo efficace e sicuro di queste significative e durature innovazioni in Formula 1.
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