In Calabria il Rotary a scuola per contrastare l'obesità infantile
Le buone pratiche alimentari e sportive per prevenire danni alla salute, sia fisici che mentali
di Redazione Salute
3' di lettura
Oltre 200 insegnanti, 1.300 alunni e 2.500 genitori. Sono questi i numeri che fotografano la partecipazione al progetto “Rotary a scuola: lotta all'obesità infantile”, organizzato dalla sezione del club di Locri in collaborazione con il Dipartimento di medicina e odontoiatria dell’Università Sapienza di Roma.
Giunto alla sesta edizione, il progetto si rivolge alla popolazione scolastica delle classi primarie e mira a prevenire e contrastare l'obesità infantile coinvolgendo nel corso degli anni diversi istituti scolastici calabresi.
L’intreccio con la cultura del territorio
Insieme alla Campania, la Calabria è la regione più colpita dalla piaga dell'obesità tra la popolazione più giovane. «Alimentazione e stili di vita si intrecciano con la cultura del territorio – afferma Domenico Catalano, presidente del Rotary Club di Locri -. Oltre ai fattori di natura genetica, il fenomeno dell'obesità infantile è anche legato al contesto socio-economico e familiare. L’idea di coinvolgere genitori e docenti mira a rendere l'azione più efficace e duratura nel corso del tempo. L’esempio della famiglia è fondamentale: non si può parlare di educazione alimentare se i genitori non iniziano per primi a seguire una dieta equilibrata».
I due efficaci binomi
Il progetto fa perno su diverse misure di prevenzione e si articola su più iniziative socio medico culturali, in abbinata alle attività sportive. L’obiettivo è preparare e affidare l’attività di prevenzione in primis alle famiglie e agli insegnanti che devono operare in sinergia. «Sono le due figure su cui ruota tutto il progetto – spiega Vincenzo Ursino, ideatore e coordinatore dell’iniziativa -. Insieme devono saper trasmettere quotidianamente, con adeguati ed efficaci metodi educativi, le giuste direttive affinché i bambini e i ragazzi siano resi consapevoli e partecipi di un percorso volto a salvaguardare la loro salute».
Il piano di azione
La prima fase del progetto prevede la raccolta dei dati per valutare la percentuale degli alunni in sovrappeso e le abitudini alimentari delle rispettive famiglie. Dopo lo screening dei dati, che scatta una fotografia della situazione di partenza per poter poi verificare i risultati via via conseguiti, il piano prosegue con una serie di incontri con alunni, genitori e insegnanti – collettivi e separatamente con tutte le figure coinvolte – dedicati alla sensibilizzazione e formazione sulle corrette abitudini alimentari. Il cerchio infine si chiude con sessioni di attività motoria.
In particolare all'interno degli istituti scolastici i docenti sono indirizzati a predisporre e portare a termine le diverse iniziative con i bambini e con i genitori. Per esempio nell’attività sportiva dedicata ai bambini, sono presenti anche i docenti per istruirli e avviarli nelle buone pratiche e attività fisiche. Un propedeutico avviamento motorio che tende a indirizzare i ragazzi ad avvicinarsi alla pratica delle variegate attività sportive, con un metodo che gli insegnanti possono poi continuare ad applicare da soli durante le ore di lezione. «Il progetto è ideato per essere sostenibile nel tempo. – continua Ursino -. Nell'anno di lavori con gli esperti messi a disposizione dal Rotary, vengono create le condizioni per consentire a docenti e genitori di portare avanti il progetto nel tempo. Non è sufficiente trasferire le linee guida, ma occorre arrivare a far agire con consapevolezza tutti gli attori coinvolti, ragazzi compresi. I compagni di classe di un ragazzo obeso devono essere i primi ad essere sensibilizzati e spiegargli come possono aiutare il compagno e non peggiorare la situazione».
Il ruolo dei medici
L’equipe coordinata dal Prof. Domenico Alvaro, preside della Facoltà di medicina e odontoiatria dell’Università Sapienza di Roma, oltre a sensibilizzare i partecipanti alle tematiche alimentari, punta ad evidenziare le cause e le conseguenze e i disagi che possono derivare da questa patologia, non solo dal punto di vista prettamente scientifico. Le cattive abitudini alimentari e l'eccessiva assunzione di cibo, non accompagnate da un'adeguata attività motoria, possono infatti causare dei veri e propri danni per la salute sia fisica che psichica. A causa dell'obesità sono spesso collegati il cattivo funzionamento di alcuni organi fondamentali del nostro corpo, il che può compromettere sia l'apparato cardiovascolare che quello regolatore del diabete.
I prossimi passi
Negli ultimi anni il progetto è stato finanziato dal distretto calabrese 2102 del Rotary diretto da Gianni Policastro. L’obiettivo è di far sposare il format da altri Club della fondazione per esportarlo in altre regioni italiane. L'obesità è un problema nazionale e il lavoro di prevenzione aiuta ad abbattere a tendere la spesa sanitaria pubblica.
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