ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl Rapporto

In calo le violenze contro gli amministratori locali, ma l’Italia resta prima in Europa

Il dato è il più basso degli ultimi 10 anni, con un meno 25% rispetto al 2021. Due casi su tre riguardano il mezzogiorno, mentre nell’Unione il secondo posto è della Francia

di Patrizia Maciocchi

(giacomocestra - stock.adobe.com)

6' di lettura

Nel 2022 sono 326 gli atti di intimidazione, minaccia e violenza, contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali e dipendenti della Pubblica Amministrazione. Un dato in calo del 25% rispetto al 2021, quando furono 438, un anno che ha segnato un triste primato: numeri simili si erano registrati solo nel biennio 2013-2014, quando vennero censiti rispettivamente 351 e 361 casi. È quanto risulta dal Rapporto di Avviso Pubblico «Amministratori sotto tiro» presentato a Roma presso la sede della Federazione della Stampa Italiana.
Dallo studio emerge una flessione del 14% anche rispetto al numero dei Comuni interessati, che passano da 265 a 227, come delle Province coinvolte 77 nel 2022, il 12% in meno.
Non cambia la diffusione del fenomeno che interessa tutte le regioni italiane, con la sola eccezione della Valle d’Aosta.

Le regioni e i comuni più interessati

Un segnale di inversione di rotta arriva invece dalla ripartizione delle aree geografiche. I nuovi numeri smentiscono il trend di un progressivo avvicinamento tra il mezzogiorno e il resto del Paese. Nel 2022, infatti, si evidenzia di nuovo una distanza: il 66% dei casi, riguarda il sud e le isole. Al vertice della poco confortante classifica delle regioni nelle quali gli episodi sono più frequenti c’è la Sicilia, con 50 casi, che subentra alla Campania, che segue a ruota con 49 casi, dopo aver mantenuto la prima posizione dal 2017 al 2021. Seguono la Puglia (48) e la Calabria (42). Le quattro regioni «a tradizionale presenza mafiosa», che hanno fatto registrare assieme il 58% dei casi censiti su scala nazionale, seguono tendenze diverse fra loro: in netto calo gli atti registrati in Campania (-32% rispetto al 2021), stabili Sicilia e Calabria, in aumento la Puglia (+17%). Resta alla Lombardia (23 casi) il titolo di regione più colpita nel Centro-Nord, davanti al Veneto (19). Anche se in netto calo rispetto al 2021 (- 42%) Napoli conferma lo status di territorio provinciale maggiormente colpito in Italia, con 26 casi. Una fotografia dalla quale chiaramente non risulta il “sommerso”, i molti fatti non denunciati. Il gesto intimidatorio preferito a livello nazionale torna ad essere, dal 2019 l’incendio. Il rogo di auto, di case, di strutture comunali è considerato nel 18,5% dei casi l’atto più persuasivo per spaventare gli amministratori. A seguire, le scritte offensive e minacciose (16%, in aumento), l’invio di lettere, biglietti e messaggi minatori (14%) e l’utilizzo dei social network (12%)

Loading...

La scelta dei metodi secondo la latitudine

Metodi persuasivi che cambiano cambiando la latitudine. Gli incendi, prima tipologia di minaccia al Sud e nelle Isole (un caso su quattro), non sono fra le cinque tipologie più riscontrate nel Centro-Nord e rappresentano appena il 5% dei casi in quell’area. Analogamente scritte offensive e social network, che insieme raggiungono il 55% dei casi censiti al Centro-Nord, al Sud e nelle Isole rappresentano appena il 14% delle intimidazioni censite in quell’area. Le donne amministratrici finiscono nel mirino dei persecutori nel 18% dei casi. Gli atti di violenza, in un caso su quattro non hanno una matrice criminale: ad aggredire, fisicamente o verbalmente o intimidire amministratori locali e personale della pubblica amministrazione sono anche i comuni cittadini e la galassia no vax. Il 21% dei 326 casi censiti da Avviso Pubblico nel 2022 sono avvenuti in comuni che in un passato più o meno recente sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose. Questi atti intimidatori hanno coinvolto ben 44 Comuni. Un numero che riguarda soprattutto i comuni più piccoli: 45% dei casi censiti nel 2022 si è verificato in comuni al di sotto dei 20mila abitanti. Il 34% in comuni con oltre 50mila abitanti. Il restante 21% in Comuni tra i 20mila e i 50mila abitanti.

La situazione nell’Unione europea

Per nulla rosea neppure la situazione nel resto dell’Unione europea, come risulta dai dati frutto della collaborazione tra Avviso Pubblico e Armed Conflict Location & Event Data Project (Acled). Mentre in Italia i casi diminuiscono aumentano invece in Francia e in Grecia. Come per l’Italia, anche nel resto dei paesi europei gli attacchi contro gli amministratori locali non hanno esecutori individuati. Ad emergere sono gli atti di violenza consumati attorno alla cosiddetta “galassia no-vax”. Le restrizioni sanitarie da Covid-19 hanno scatenato violenze verbali, ma anche attacchi incendiari, come quelle contro sedi comunali in Germania e Paesi Bassi. Nel primo trimestre del 2023 si registra un cambiamento per quanto riguarda la distribuzione geografica delle violenze contro gli amministratori locali. Per la prima volta, in Francia si è verificato un numero di eventi quasi pari a quello dell’Italia, rappresentando rispettivamente il 34% (10 eventi) e il 41% (12) di tutti gli eventi nell’Unione europea

Le violenze in Ucraina prima e dopo l’invasione

Lo studio registra anche l’effetto invasione russa sulle intimidazioni contro gli amministratori locali in Ucraina. Fenomeno comunque non nuovo, visto che nei quattro anni precedenti l’invasione russa, gli amministratori sono stati bersaglio di numerosi atti di violenza in tutto il paese e, in particolar modo, nelle aree più densamente popolate attorno alla capitale, così come nell’est e nel sud del paese. Nella maggior parte dei casi, queste azioni consistono in incendi appiccati alle auto dei funzionari e, meno frequentemente, alle loro residenze e luoghi di lavoro, suggerendo il tentativo di intimidire le vittime, invece che di ucciderle o ferirle. Tra il 2018 e il tardo febbraio 2022 c’è stato un totale di 125 atti di violenze. Circa tre quarti di questi eventi hanno avuto luogo nel 2018 e nel 2019. Circa il 70% degli eventi registrati tra il 2018 e il 2021 è avvenuto in otto delle 27 regioni dell’Ucraina. La geografia delle violenze indica che esistono varie motivazioni dietro gli atti di violenza registrati tra il 2018 e il 2022. L’invasione russa ha contribuito a un sensibile aumento degli atti di violenza: 164 di questi eventi sono stati registrati nel solo 2022, mentre il totale dei quattro anni precedenti era fermo a 125. Il bilancio delle vittime confermate è di almeno 26 amministratori locali ucraini uccisi.

Violenze contro i giornalisti

Nel report anche le violenze contro i giornalisti con un totale di 518 atti di violenza, in aumento rispetto ai 462 del 2021. Sono 78 invece i paesi dove i giornalisti sono stati vittime di violenze. Tra i paesi che registrano il numero più alto il Messico (46 eventi), il Bangladesh (46) e l’Afghanistan (38). Secondo il Committee for the Protection of Journalists, sono 67 i giornalisti morti a seguito di violenze nel 2022, 15 di loro sono morti in Ucraina, il paese che registra il più alto numero di vittime, seguito dal Messico con 13 vittime e Haiti con 7.

I dati del primo trimestre 2023 del Viminale

Disponibili anche i dati del ministero dell’Interno, che analizzano gli elementi informativi raccolti attraverso le Prefetture. Anche nel primo trimestre di quest’anno si evidenzia una diminuzione del fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, rispetto allo stesso periodo del 2022. In particolare, a livello nazionale si rileva un decremento del 19% essendo stati registrati 136 episodi di intimidazione nel I trimestre 2023 rispetto ai 168 dei 2022. La regione che nel I trimestre 2023 ha segnalato il maggior numero di atti intimidatori è stata la Calabria con 17 eventi (rispetto ai 13 del I trimestre del 2022), seguita da Campania (16/22) e Sicilia (12/17). L’area metropolitana maggiormente interessata dal fenomeno è quella di Napoli con 13 episodi (nel medesimo periodo dell'anno precedente erano stati 12), seguita da Cosenza (10/4) e Torino (8/8). Il focus sulle vittime conferma la maggior incidenza di casi ai danni delle figure costituenti il front per il cittadino ovvero sindaci, consiglieri e assessori comunali. Rispetto al I trimestre 2022, per il modus operandi social network/web c’è stata una diminuzione del 3,6% (da 28 a 27 casi) mentre per l’invio di missive presso abitazioni/uffici si segnala un decremento del 24,1% (da 29 a 22 casi). Le modalità quali i danneggiamenti dei beni pubblici/privati risultano le più frequenti, con una diminuzione del 5% (da 40 a 38 casi). Le tensioni politiche e sociali hanno costituito complessivamente il 33% del totale delle matrici. Nel I trimestre 2023 sono stati 9 gli atti di intimidazione rivolti ad amministratori regionali (4 nei confronti di presidenti di regione, 4 ai danni di assessori regionali ed 1 ai danni di un consigliere regionale). La matrice è riconducibile a tensioni sociali in 2 casi; è ignota con riferimento ai restanti sette.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti