AchilleS Vaccines

In campo non solo Big Pharma, Pmi in rete contro la pandemia

di Silvia Pieraccini

2' di lettura

È nata a Siena quattro anni fa con la missione di sviluppare vaccini contro la malaria, la gonorrea e la meningite, forte di un territorio che vanta una tradizione d’eccellenza nel settore e di soci-scienziati di grande esperienza. Ma la startup AchilleS Vaccines (dal nome di Achille Sclavo, pioniere nei vaccini a Siena più di 100 anni fa) ha ri-focalizzato presto il proprio obiettivo: nella primavera 2020, quando è scoppiata la pandemia, la società senese ha chiesto al Malaria Fund - il fondo finanziato da Commissione Eu, Bei, Fondazione Bill & Melinda Gates e Fondazione Mps - di dirottare parte delle risorse ricevute per l’attività core (5 milioni di euro su quasi 11 milioni) sul progetto degli anticorpi monoclonali anti-Covid promosso dalla Fondazione senese Toscana Life Sciences, che non solo è vicina di casa ma è anche l’incubatore di AchilleS. L’emergenza Covid imponeva una «chiamata alle armi» dell'intero esercito di esperti.

«È così che siamo entrati nel progetto degli anticorpi - spiega Vito Di Cioccio, fondatore e chief technology officer di AchilleS Vaccines - col compito di sviluppare il passaggio dalla fase di laboratorio alla sperimentazione clinica. Il nostro apporto consiste nella tecnologia, oltre che nella credibilità scientifica visto che alcuni di noi hanno già lavorato allo sviluppo di diversi vaccini e sanno come gestire gli aspetti contrattuali e di business». In pochi mesi AchilleS ha trovato i partner per la sperimentazione e concluso contratti con una società svizzera per la linea cellulare, con Menarini per la produzione dei lotti clinici dell’anticorpo, con IBI Lorenzini che si occupa dell’infialamento, con società inglesi e americane per la tossicologia, con consulenti per la parte clinica e regolatoria.

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In pratica la startup senese ha costruito un network di competenze: «Abbiamo rodato un meccanismo, quello dell’azienda diffusa in cui ciascuno fa un pezzo di un processo complesso, che pensiamo di poter replicare per altre patologie e altri progetti» spiega Di Cioccio pensando al futuro di AchilleS. L’innovazione, spiega, è grandiosa: «Prima questi progetti potevano essere realizzati solo all’interno dei grandi gruppi, le Big Pharma; ora la pandemia ha fatto capire che bisogna mettere a sistema le competenze, integrare quello che ciascuno sa fare meglio usando l’approccio agile del project management».

Nel caso degli anticorpi monoclonali, AchilleS Vaccines guidata dall’amministratore delegato Riccardo Baccheschi è stata il fulcro della sperimentazione clinica pur essendo una startup formata da 20 persone. Ora con la stessa logica l’azienda biotech sta lavorando alla produzione dell’anticorpo e al suo utilizzo su scala globale, appena sarà approvato dalle autorità regolatorie. «L’impegno del personale dedicato a questo progetto è straordinario - conclude Di Cioccio - e straordinari sono i risultati che, in così breve tempo rispetto a quello che serviva in passato, sarà possibile raggiungere in futuro».

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